Sotto la guida dell'ex sindaco di Parigi ed ex Ministro della Guerra Jean-Nicolas Pache, gli exagérés del nuovo ministro della guerra Bouchotte, e il loro portavoce Jacques-René Hébert, che cercavano di rovesciare la Convenzione Nazionale, chiedevano l'intensificazione del Terrore. Altri Montagnardi cominciavano a nutrire molti dubbi circa la validità della spietatezza necessaria che mascherava secondo loro un progetto controrivoluzionario, se non come agenti provocatori degli inglesi.[1][2][3][4] Danton, allora leader nelle file del Moderantismo, e Camille Desmoulins furono i primi a denunciare lo strumento del Terrore, specialmente ne Le Vieux Cordelier. Nel suo giornale, Desmoulins fece cadere la maschera di "Le Père Duchesne", denunciato come contro-rivoluzionario.[5] Danton ebbe l'appoggio del Generale Westermann che operava nella guerra in Vandea con metodi piuttosto violenti e che finirà giustiziato con i dantonisti stessi.
Il 5 gennaio 1794 alla tribuna dei Cordiglieri, gli Hébertisti (o Exagérés) Momoro e Collot d'Herbois[6], sentendosi in pericolo, denunciarono a loro volta Camille Desmoulins. Ai Giacobini, Robespierre sostenne le accuse di Desmoulins, chiedendo il rinvio al Tribunale rivoluzionario degli amici e complici di Hébert, dei quali solo qualcuno fu arrestato nella notte tra il 14 e il 15 marzo. Giudicati in una maniera non chiara dal Tribunale rivoluzionario, furono ghigliottinati il 24 marzo, con l'eccezione del loro leader, Jean-Nicolas Pache.[7]
Si riunirono appositamente per un compromesso furbo per l'affare della liquidazione della Compagnia delle Indie del 1793. Alla fine di un processo che ebbe luogo dal 2 al 4 aprile 1794, gli "Indulgenti" così come i "furbi" (come Fabre d'Églantine) furono condannati dal Tribunale rivoluzionario il 5 aprile e ghigliottinati, per attività controrivoluzionaria e corruzione. Tra di loro, Danton, Desmoulins e in seguito sua moglie Lucile Duplessis.[8]Robespierre, padrino di battesimo del figlio della coppia e vecchio amico di tutti e tre, non intervenne per salvarli, attenendosi alla decisione del tribunale[9], seppure avesse letto e approvato i primi numeri del Vieux Cordelier[5], ed in seguito finisse lui stesso per convergere su molte posizioni più moderate verso il Termidoro.
Durante la seduta che determinò la sua fine (27 luglio), uno dei deputati moderati gli rimproverò la mancata difesa degli Indulgenti, quando esitò nel rispondere ("è il sangue di Danton che ti soffoca!").[10]
Il successivo 13 aprile, furono giustiziati altri "Moderati" (tra cui la citata Duplessis-Desmoulins) e altri "Esagerati" (come Madame Hébert), questa volta insieme sugli stessi carretti - non però Bertrand Barère de Vieuzac, Jean-Marie Collot d'Herbois e Billaud-Varenne che subirono una sorte diversa, entrando nel gruppo dei giacobini fino alla caduta di Robespierre (a cui contribuirono) - con un processo nuovamente distorto nel quale si formulava contro di loro il crimine di cospirazione nelle carceri: l'organizzazione di finti "complotti delle carceri" andò avanti fino a luglio verso molti prigionieri per opera di Barère stesso e del Comitato di sicurezza nazionale. Né Robespierre, né Saint-Just, né Couthon vi ebbero parte, benché avessero approvato la legge del 22 pratile anno II che sommariamente applicata, aumentava a dismisura i poteri del tribunale rivoluzionario, cosa di cui Danton, promotore del tribunale stesso, mise in guardia durante il proprio processo.
^Albert Mathiez, Le Banquier Pérrégaux in Annales révolutionnaires, Parigi, 1920
^Jean Lhomer, Perrégaux et sa fille la duchesse de Raguse, Parigi, 1921
^Jean Bouchary, Les Manieurs d’argent, vol. III, Parigi, 1943
^Ghita Stanhope, George Peabody Gooch, The Life of Charles, Third Earl Stanhope, 1914, p. 134
^abD. Lawday, Danton, Paris, Albin Michel, 2012, pp. 326-327; cfr. anche J. Claretie, Camille Desmoulins, Lucile Desmoulins: étude sur les dantonistes, Paris, Plon, 1875, p. 260
^Collot d'Herbois non era tranquillo poiché egli era stato condannato per furto, rapina e malversazioni in Belgio e poi a Lione, dove aveva dato prova di barbarie senza precedenti. Fu deportato per questi fatti nell'anno III.
^Billaud-Varenne, Collot d'herbois e Barère de Vieuzac, loro stessi convinti sostenitori dell'esagerazione controrivoluzionaria che li avrebbe protetti, così come la propria famiglia.
^Jules Michelet, Histoire de la Révolution française II, cit., vol. I, pp. 792 e ss.
^Hamel, Histoire de Robespierre, Paris, A. Lacroix, Verboeckhoven & Cie, 1865-1867, vol. III, pp. 482-483.
^Mathiez, Georges Lefebvre, La Rivoluzione francese, Collana Piccola Biblioteca, Torino, Einaudi, 1994, ISBN 88-06-04598-9., II, 129-130
Bronislaw Baczko, Comment sortir de la Terreur. Thermidor et la Révolution, Paris, Gallimard, collection « NRF essais », 1989.
Bronislaw Baczko, entrée Thermidoriens in François Furet et Mona Ozouf (dir.), Dictionnaire critique de la Révolution française, Paris, Flammarion, 1988.
Roger Dupuy, Marcel Morabito (dir.), 1795. Pour une République sans Révolution, Presses universitaires de Rennes (PUR), collection « Histoire », 1996.
Michel Vovelle (dir.), Le tournant de l'an III. Réaction et Terreur blanche dans la France révolutionnaire, Comité des travaux historiques et scientifiques, 1997.
Jean Tulard, Les Thermidoriens, Paris, Fayard, 2005.