Era discendente della regina Elisabetta Woodville sia per parte paterna sia per parte materna, poiché uno dei bisnonni paterni era Thomas Grey (figlio di primo letto di Elisabetta Woodville), mentre una bisnonna materna era Elisabetta di York (figlia di Elisabetta Woodville ed Edoardo IV).
Fin dalla sua infanzia, Jane fu al centro delle ambizioni dei genitori, che avrebbero voluto vederla sul trono d'Inghilterra per ottenere più influenza. Nel 1546 fu mandata a corte come dama di compagnia di Caterina Parr, sesta moglie del re. L'anno dopo, con la morte di Enrico VIII, l'ascesa al trono di Edoardo VI d'Inghilterra e il nuovo matrimonio di Caterina Parr con il lord ammiraglio Thomas Seymour, Jane si trasferì a Whitehall dove, sotto la tutela della regina vedova, si dedicò allo studio, assieme alle cugine Maria ed Elisabetta.
Intrigo di Thomas Seymour
Ritratto di Jane Grey del 1553, conservato nel Museo privato-Casa Eva Klabin
Nel 1548, Jane, a soli dodici anni, fu vittima della brama di potere di Thomas Seymour. Costui, fratello del consigliere di Edoardo, si fece dare l'affidamento di Jane da Henry Grey, per mettere in atto un suo progetto: meditava di far sposare Edoardo e Jane, scalzare il fratello dalla carica di consigliere e approfittare della giovane età del re e della sua possibile consorte per governare al posto loro. Il piano fallì e, nel gennaio 1549, Thomas Seymour tentò di prendere in ostaggio il nipote con una brusca irruzione negli appartamenti reali ma fu subito fermato e condannato a morte per tradimento. Nel frattempo, Henry Grey e Frances Brandon ripresero Jane, per evitare di essere accusati anche loro dello stesso reato.
Testamento di Enrico VIII
Il testamento di Enrico VIII prevedeva che se il figlio Edoardo VI fosse morto senza prole, e così anche le sorelle di questi, Maria e Elisabetta, il trono d'Inghilterra sarebbe dovuto passare a discendenti inglesi, non stranieri.
Delle sorelle di Enrico VIII, la maggiore, Margherita, aveva sposato lo scozzese Giacomo IV Stuart, mentre la minore, Maria, l'inglese Charles Brandon. Dunque gli eredi di Margherita, in quanto stranieri (perché la Scozia non faceva parte del dominio inglese), non avrebbero potuto ambire alla successione. Quelli di Maria, cioè le sorelle Jane Grey, Catherine Grey e Mary Grey, figlie di Frances Brandon (figlia di Maria e Charles Brandon), sarebbero stati invece i possibili aspiranti al trono.
Matrimonio
Nel 1553 i genitori di Jane decisero di far sposare la figlia con Guilford Dudley, rampollo di John Dudley, I duca di Northumberland, nuovo consigliere di Edoardo VI. Il matrimonio, architettato dal duca, aveva il preciso obiettivo di garantire ad entrambe le famiglie maggior potere, poiché John Dudley stava cercando di convincere il giovane re a designare come successore la cugina Jane, ignorando il testamento di suo padre, che designava Maria come erede di Edoardo, nel caso questi fosse morto senza figli. Il 25 maggio 1553 Jane Grey e Guilford Dudley si sposarono; ma il loro fu un matrimonio male assortito, a causa dei loro caratteri differenti. Le nozze furono consumate soltanto un mese dopo. Successivamente, il rapporto tra Jane e Guilford si ammorbidì e i due cominciarono ad affezionarsi l'uno all'altra, pur continuando a dormire in camere separate.[1]
Regina per nove giorni
Nello stesso anno morì Edoardo VI, dopo aver designato come futura sovrana la cugina Jane. Quando i genitori, il suocero e il marito comunicarono a Jane la notizia, la giovane si rifiutò di diventare regina, affermando che la legittima erede di Edoardo era Maria (figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona). Ma John Dudley, facendo leva sui sentimenti religiosi di Jane, la convinse ad accettare il trono per mantenere la fede anglicana in Inghilterra che, con Maria, sarebbe stata sostituita dalla fede cattolica. Allora Jane accettò la corona, ma regnò per soli nove giorni. Infatti Maria, che godeva del consenso popolare, fu dichiarata legittima sovrana d'Inghilterra, depose Jane e la fece imprigionare, assieme al consorte, nella Torre di Londra, mentre il suocero, John Dudley, venne decapitato.
Dopo otto mesi di carcere, Maria firmò la condanna a morte di Jane e Guilford, per evitare una sommossa protestante. L'esecuzione avvenne nel febbraio 1554: dapprima fu decapitato Guilford, poi Jane.
Quando Jane salì sul patibolo chiese perdono per aver offeso Maria, pur proclamandosi innocente; quando le misero la benda sugli occhi, non riuscì a trovare il ceppo sul quale appoggiare la testa, suscitando la compassione dei presenti, tanto che John Feckenham, decano della cattedrale di San Paolo, con il quale Jane, durante la prigionia, aveva avuto una costruttiva conversazione sulla fede riformata, la aiutò ad appoggiare la testa sul ceppo. Questo dettaglio fu poi ripreso da Paule Delaroche in un suo noto quadro del 1833.
Il poeta Edward Young nel 1714 scrisse un poemetto sulla vicenda di Lady Jane: Giovanna Gray o L'amor vinto o Il Trionfo della Religione sopra l'Amore.[3]
^ Edward Young, Giovanna Gray o L'amor vinto (PDF), in Poemetti italiani, traduttore sconosciuto, vol. VIII, Torino, presso Michel Angelo Morano, 1797, p. 115. Edward Young, Giovanna Gray, ovvero Il Trionfo della Religione sopra l'Amore, in Opere di Odoardo Young, traduzione di Lodovico Antonio Loschi, tomo terzo, Padova, 1819, per Valentino Crescini, 1819, p. 205.