L'ispirazione per la scelta della tematica contraria a qualsiasi tipo di guerra probabilmente era legata alla canzone di Boris VianLe Déserteur, che, uscita nel 1954 dopo la fine della Guerra d'Indocina, mentre era in pieno svolgimento la Guerra d'Algeria, aveva alimentato forti polemiche in Francia ed infine era stata censurata.
I riferimenti stilistici sono alla canzone francese (soprattutto George Brassens) e, come confessato dallo stesso autore, agli scrittori e poeti di Provenza e di Francia, da François Villon a Charles Baudelaire.[3]
Questa influenza è ancor più chiara ed evidente quando, all'interno del testo, recita: «troppo lontano si spinse a cercare la verità», infatti questa frase è ripresa da una ballata, "L'amour et la guerre", scritta da Bernard Dimey e musicata ed incisa dal cantautore francese Charles Aznavour:
(FR)
«Où sont-ils à présent les héros de naguère? Ils sont allés trop loin chercher la vérité»
(IT)
«Dove sono adesso gli eroi di poco fa? Sono andati troppo lontano a cercare la verità.»
La proposta musicale è stata innovativa ed importante per il panorama italiano della musica leggera.
Musicalmente il brano presenta un ritmo "lento e triste", accompagnato dalla melodia di un'armonica. Il testo narra la storia di un soldato partito per la guerra, desideroso di dare il suo aiuto alla sua nazione; alla notizia della sua morte in battaglia, mentre «la patria si gloria di un altro eroe alla memoria», «lei che lo amava aspettava il ritorno di un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà?».
Le versioni di De Andrè
La prima uscita del brano risale al 1961, quando il brano fu pubblicato come lato A nel 45 giri La ballata dell'eroe/La ballata del Miché, con l'arrangiamento di Gian Piero Reverberi e l'armonica cromatica suonata da Willi Burger[4].
Il brano fu ripubblicato nel 1964 nel singolo La guerra di Piero/La ballata dell'eroe, quasi certamente per la tematica comune dei due pezzi; in questa nuova incisione l'armonica a bocca è suonata da Franco De Gemini.
Nel 1966 la canzone fu ripubblicata, con un testo lievemente diverso da quello del 45 giri, in Tutto Fabrizio De André (primo album del cantautore genovese) e successivamente fu registrata un'ulteriore versione che fu inserita nell'album Volume 3º del 1968.
La versione di Luigi Tenco
«Più che cercare di aiutarmi mi stimava. Gli serviva una canzone e, mentre avrebbe potuto prendersela tranquillamente (una volta depositato un pezzo chiunque lo può utilizzare) fu così delicato da telefonarmi. «Ti va se ti piglio "La ballata dell'eroe"?», disse. «Ma figurati, Luigi, mi fa piacere»...»
Fabrizio De André e Tenco si conobbero ai tempi del Modern Jazz Group (1956/58) dove avevano militato entrambi, Fabrizio alla chitarra e Luigi al sax.
In seguito i due divennero amici.
Nel giugno del 1961 Fabrizio andò ad ascoltare l'orchestra di Luigi Tenco; a metà serata, Tenco invitò De André ad esibirsi: imbracciata la chitarra cantò "La ballata del Miché" e "La ballata dell'eroe".
Quest'ultima canzone piacque molto a Tenco; si narra che Luigi arrivò a litigare persino con il regista Luciano Salce pur di convincerlo ad inserirla nella colonna sonora del film. Poi telefonò a Fabrizio per chiedergli il permesso.[6]
^«Il mio genere deriva da un particolare tipo di cultura, sia letteraria che musicale. Mi appassionano e mi affascinano ad esempio gli scrittori ed i poeti di Provenza e di Francia, da François Villon a Baudelaire», Cfr Luigi Viva, Non per un dio ma nemmeno per gioco: vita di Fabrizio De André, Milano, 2000, p.91