Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 تمام افراد بشر آزاد به دنيا ميآيند و از لحاظ حیثیت و حقوق با هم برابرند. همه دارای عقل و وجدان هستند و باید نسبت به یکدیگر با روح برادری رفتار کنند.
Traslitterazione Tamām-e afrād-e bashar āzād be donyā miyāyand va az lehāż-e heis̱īyat-o hoqūq bāham barābarand. Hame dārā-ye ʿaql-o vejdān mībāshand va bāyad nesbat be-yekdīgar bā rūh-e barādarī raftār konand.
Aree dove viene parlato il persiano come lingua madre
Ci sono 77,4 milioni di parlanti di persiano iraniano stando a Ethnologue, 2022; nel 2021, i parlanti erano 74 milioni e 56,3 milioni erano parlanti nativi L1, mentre 17,9 erano parlanti stranieri L2.
il dari è il dialetto orientale. Rappresenta una delle due lingue ufficiali dell'Afghanistan (compreso il dialetto hazaragi – parlato dagli Hazara dell'Afghanistan centrale).
il tagico: anch'esso può essere considerato un dialetto orientale. Diversamente dal persiano e dal dari è scritto utilizzando l'alfabeto cirillico.
Esistono poi varie lingue simili al persiano, utilizzate dai popoli che abitano l'Iran moderno:
lingua dari – da non confondere con il dari dell'Afghanistan, è parlata dagli zoroastriani dell'Iran residenti nelle due città di Yazd e Kerman. Conta poche migliaia di parlanti.
Per quanto concerne l'ordine delle parole nella frase, appartiene al tipo "Soggetto Oggetto Verbo". Per esempio la frase in italiano "Il libro è qui" è in persiano کتاب اینجا است (ketāb injā-ast), dove کتاب (ketāb) è il libro, اینجا (inja) vuol dire qui, است (ast) è il verbo essere al presente coniugato alla terza persona.
Una particolarità del persiano è che non vi è il genere maschile o femminile. Per esempio, la terza persona او (u) indica sia lui che lei.
I sostantivi
Il persiano non ha un vero e proprio articolo determinativo come "il" oppure "la" nella lingua italiana. Nella forme di base i sostantivi persiani sono determinati o indeterminati, a seconda del contesto in cui ci troviamo. Per esempio:
کتاب (ketāb) il/un libro
خیابان (khiābān) la/una strada
سیب (sīb) la/una mela
Tuttavia il sostantivo può essere reso indeterminato usando il suffisso ی- (-i) alla fine del sostantivo. Per esempio:
کتابی (ketābi) un libro
خیابانی (khiābāni) una strada
سیبی (sībi) una mela
Da notare che il suffisso indeterminativo viene aggiunto per la maggior parte a sostantivi che sono numerabili; infatti viene raramente aggiunto a sostantivi non numerabili. Per esempio:
نان (nān) "il pane" non è numerabile: نانی هست (nāni hast) "c'è del pane"
قلمی (ghalami) "una penna" è numerabile: یک عدد قلم هست / قلمی هست (yek adad ghalam hast / ghalami hast) "c'è una penna"
In alcuni casi può rendere determinato un sostantivo quando è l'oggetto diretto del verbo. In questo caso, si aggiunge il suffisso را (rā).
او کتاب را میخواند (ū ketāb rā mī khōnad) "lui/lei legge il libro"
Da notare che il suffisso را (rā) non cambia l'accento del sostantivo.
Pronomi
Il soggetto di un verbo è una persona o una cosa che effettua l'azione indicata dal verbo. I pronomi che servono ad indicare il soggetto in un verbo in persiano sono:
Persona
Singolare
Plurale
Prima
من (man) "io"
ما (mā) "noi"
Seconda
تو (to) "tu"
شما (sciomā) "voi"
Terza
او (u) "egli"
ایشان (isciān) "loro"
Non animati
آن (ān) "quello"
آنها (ānhā) "quelli"
La terza persona singolare آن (ān) e plurale آنها (anha) vengono utilizzati per oggetti non animati.
Il neopersiano utilizza una versione modificata dell'alfabeto arabo, che si affermò circa un secolo e mezzo dopo la conversione della Persia all'Islam. Prima dell'invasione araba, infatti, il persiano (al tempo si trattava del mediopersiano) veniva scritto con due diversi alfabeti: una versione modificata di quello aramaico e un alfabeto nato in Iran chiamato dîndapirak ("scrittura religiosa").
Benché accomunati dall'utilizzo del medesimo alfabeto, il persiano e l'arabo sono due lingue estremamente diverse, dato che appartengono a due famiglie distinte - la prima a quella indoeuropea, la seconda a quella afroasiatica - e possiedono una fonologia e una grammatica del tutto differenti.
L'alfabeto arabo, così come è utilizzato in Iran, presenta quattro lettere in più rispetto a quello in uso nei paesi arabi e altre due lettere la cui grafia è stata modificata. Ciò è dovuto al fatto che nel persiano vi sono alcuni fonemi che non si ritrovano nell'arabo. Alcuni chiamano tale alfabeto "perso-arabo". Le quattro lettere addizionali sono:
Essendo la fonetica del persiano completamente diversa da quella dell'arabo, molte lettere dell'alfabeto arabo che in arabo rappresentano diversi fonemi, in persiano vengono pronunciate allo stesso modo.
Il persiano ha quindi quattro lettere per il fonema z (ز ذ ظ ض), tre per la s (س ص ث), due per la t (ت ط), due per la h (ه ح), due per ɣ e ɢ (غ ق), due per indicare il colpo di glottide, simile a uno iato in italiano (ء ع).
Il persiano ha sei vocali (senza distinzioni di lunghezza, come in italiano), mentre l'alfabeto arabo ne prevede tre, distinte in lunghe e brevi: in arabo, solo le lunghe vengono normalmente scritte, mentre le brevi possono essere scritte come accenti ("ḥarakāt", lett. "mozioni") sulla vocale a cui seguono.
Di conseguenza, la metà delle vocali persiane viene effettivamente scritta, in quanto rappresentata da vocali lunghe, mentre l'altra metà viene sottintesa.
In ogni caso, non ci sono vocali pronunciate brevemente o lungamente in persiano, anche se l'uso degli accenti arabi può generare confusione quando la a, la o e la e vengono definite "vocali brevi" in senso lato.
Va osservato che storicamente il persiano aveva una distinzione tra vocali brevi e lunghe, che però è andata persa nel persiano moderno.
Si potrebbe anche osservare che molte parole persiane con radicale araba sono pronunciate diversamente dalla parola araba originale. La alef con hamza sottostante ( إ ) muta sempre in una semplice alef ( ا ); la teh marbuta ( ة ) di norma, ma non sempre, si trasforma in una teh (l'araba tāʾ tawīla ) ( ت ) o heh ( ه ) (araba hāʾ hafīfa ); mentre le parole che presentano un certo tipo di hamza in una parola derivante dall'arabo sono pronunciate diversamente, senza impiegare il "colpo di glottide" altrimenti necessario per la corretta pronuncia della hamza araba (cosicché مسؤول diventa مسئول).
Altre lingue come il pashtu o l'urdu hanno acquisito tali nozioni e hanno talora aggiunto ulteriori lettere al loro alfabeto e ulteriori tipi di puntuazioni diacritiche.
Ci sono molte parole straniere in persiano, provenienti dall'arabo, dal turco e, in misura minore, dal francese e dall'inglese.
Nello standard Unicode, il persiano utilizza uno pseudo-spazio da aggiungere alla scritta araba, chiamato Zero Width Non-Joiner (ZWNJ), ossia "larghezza zero non connettiva". Esso funziona come uno spazio per separare due lettere adiacenti altrimenti da unire, ma non ha una larghezza visivamente percettibile, e non è considerato un separatore di parola dai programmi che segmentano il testo.
Pinglish è il nome dato alla lingua dei testi elettronici scritti in persiano con alfabeto latino, a cui si ricorre nelle e-mail, nei forum e nelle chat. Non esiste uno standard ufficiale per trascrivere il persiano in alfabeto latino, e la questione può essere considerata politicamente controversa in Iran in quanto l'alfabeto arabo è considerato parte del bagaglio culturale islamico.
Il pinglish è considerato, indipendentemente dalle opinioni politiche, uno stile di scrittura molto informale, inappropriato per corrispondenze ufficiali.
^(EN) Tajikistan, su The World Factbook, Central Intelligence Agency. URL consultato il 3 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2007).
Daniela Meneghini Correale e Paola Orsatti, Corso di lingua persiana, Milano, Hoepli, 2012, ISBN978-88-203-5134-2.
Angelo Michele Piemontese, Grammatica persiana in nuce (supplemento n. 1 alla Rivista degli Studi Orientali, vol. LXXVII), Pisa/Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, SBNIT\ICCU\UFI\0466628.
Ettore Rossi, Grammatica di persiano moderno: con esercizi, vocabolarietti e note di metrica, Roma, Istituto per l'Oriente, 1947, SBNIT\ICCU\LO1\0447642.
Voci correlate
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