È una delle più importanti personalità artistiche della pittura fiorentina della prima metà del Trecento, influenzato dalla scuola giottesca, ma che vanta uno stile del tutto personale, con spiccati accenti di matrice gotica in tutte le sue opere, come le tre Storie della Passione di Cristo, databili all'ultimo decennio del XIII secolo e oggi divise fra diversi musei.
La sua bottega è documentata come attiva a partire dal 1296 e risulta iscritto all'Arte dei Medici e Speziali tra il 1312 e il 1320. Lavorò a committenze di prestigio, come un tabernacolo per il Battistero di San Giovanni, per il quale nel 1314 dipinse due sportelli oggi andati perduti.
Nel 1316 risulta attivo a Santa Maria Novella, anche se il suo principale committente rimase il monastero femminile di San Pier Maggiore, per la cui chiesa eseguì una serie di opere nell'arco dei primi vent'anni del Trecento come la Croce oggi al Museo dell'Opera di Santa Croce, e il polittico per la cappella Alessandri (ora smembrato in diversi musei).
Altre opere riferibili sono il tabernacolo oggi a Memphis (1310-1315) e il Compianto sul Cristo morto nel Museo civico di Pistoia, forse il capolavoro dell'artista per le notevoli qualità espressive che sembrano superare il lirismo gotico in favore di una maggiore spinta al realismo.
Confrontando le opere certe con altre si arrivati all'attribuzione anche di opere di miniatura, come alcune databili tra il 1315 e il 1320 del Museo di Arte Sacra all'Impruneta, una forma di arte che all'epoca rappresentava la vera palestra per i pittori.
San Giovanni Evangelista e San Pietro, pannelli laterali di un polittico, Musée des Beaux-Arts di Rennes;
tabernacolo con Crocifissione di Cristo e santi, storie di san Giovanni Battista e storie della Passione di Cristo (1315-1325), Brooks Museum of Arts, Memphis;
Madonna col Bambino (1325 circa), tavola conservata al Museo d'Arte Sacra di Montespertoli, proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo a Montegufoni. Il dipinto ha subìto nel tempo vari danni, dal taglio lungo i margini superiori, alla grave frattura in due parti del supporto, verificatasi durante il furto del 1985, conclusosi con il ritrovamento e il successivo restauro.
Bibliografia
Carlo Volpe, Frammenti di Lippo di Benivieni, in "Paragone. Arte", XXIII 1972, n.267, p. 3-13;
Monica Bietti Favi, Indizi documentari su Lippo di Benivieni; in "Studi di storia dell'arte", I 1990, pp. 243–252
Marco Horak, Pareri discordanti sull'attribuzione di una delicata Madonna con il Bambino di alta epoca: Pacino di Buonaguida, Lippo di Benivieni o il Maestro del Trittico Horne?, in "Panorama Musei", anno XVIII, n. 2, 2013
AA. VV., Dizionario della pittura e dei pittori, diretto da Michel Laclotte con la collaborazione di Jean-Pierre Cuzin; edizione italiana diretta da Enrico Castelnuovo e Bruno Toscano, con la collaborazione di Liliana Barroero e Giovanna Sapori, vol. 1-6, Torino, Einaudi, 1989-1994, ad vocem, SBNIT\ICCU\CFI\0114992.