Il museo civico "Amedeo Lia" ha sede alla Spezia, in Italia. È stato inaugurato nel 1996 per ospitare le numerose opere d'arte donate in vita dal collezionista Amedeo Lia al Comune della Spezia.
Il museo Amedeo Lia si trova in via del Prione 234, nella zona pedonale del centro storico cittadino. L'edificio in cui ha sede il museo è l'antico complesso conventuale dei frati minimi di San Francesco di Paola, costruito a partire dal 1616.
Dal 1798, in seguito alle soppressioni giacobine, il convento diviene prima un ospedale militare e successivamente un ospedale civile. Per meglio svolgere la funzione di ospedale cittadino negli anni a seguire vengono apportate vistose modifiche, come l'abbattimento del campanile e la realizzazione di muri e pilastri per dividere lo spazio disponibile.
In seguito alla costruzione del nuovo ospedale viene trasformato in caserma e residenza a partire dal 1914, ed è nel primo dopoguerra che viene infine utilizzato come sede della Pretura e poi di uffici comunali. Si arriva così alla ristrutturazione degli anni novanta, necessaria a rendere l'edificio idoneo ad ospitare il prestigioso museo.
La collezione
Sala I: gli oggetti liturgici
Sala II: le miniature
Sala III: L'antiquarium archeologico
Sala IV: I fondi oro
Sala V: I dipinti del XV secolo
Sala VI: I dipinti del Cinquecento
Sala VII: I ritratti
Sala VIII: Gli stranieri
Sala IX: I dipinti del Seicento
Sala X: Il Settecento
Sala XI: Sculture in bronzo e marmo
Sala XII: Vetri, terrecotte e maioliche
Sala XIII: Le Nature Morte
La "Camera delle Meraviglie"
Percorso espositivo
Pietro Lorenzetti Vir dolorum
Entrati nella chiesa del complesso conventuale, oggi sala I del museo, ecco subito la Madonna col Bambino (attribuita al Sassetta), legno policromo prodotto in Umbria nel XIII secolo e, a questa contrapposta, il busto femminile in argento dorato, opera del basso medioevo siciliano. Quindi oggetti in avorio, gioielli antichi, paci, smalti limosini, croci e crocifissi.
Le miniature occupano la sala II, da cui si passa al primo piano interamente dedicato alla quadreria ad eccezione della sala III, di assesso, dove appare ordinato il nucleo archeologico. Superba la testa in calcare giallo proveniente con ogni probabilità dal tempio di Idalion, opera cipriota databile al V secolo a.C.
I Caravaggeschi occupano una sezione cospicua nella sala IX, dedicata al Seicento, così come Venezia ed i suoi grandi interpreti spiccano fra i dipinti settecenteschi della sala X: il nitore teatrale e scenografico di Michele Marieschi, l'equilibrio formale di Canaletto, i cieli vasti di Bernardo Bellotto, le tremule e offuscate vedute di Francesco Guardi e i fiori ricadenti di Elisabetta Marchioni.
Fra i vetri si segnala il nucleo archeologico nella sala XII - nel quale troviamo la rarissima piccola bottiglia a bande d'oro di produzione imperiale - e quello settecentesco. Quindi i cristalli di rocca, le maioliche, i coralli, le casse in pastiglia, le terrecotte.
In conclusione la sala XIII o delle nature morte, prevalentemente seicentesche: Fede Galizia, Cristoforo Munari, Cagnacci, il serico e sontuoso tessuto che fa da sfondo al liuto di Evaristo Baschenis o della sua cerchia.
Galleria d'immagini
Maestro della Maddalena Storie dell'infanzia di Cristo 1250-1300 ca
Barnaba da Modena Crocefissione 1350-1400 ca
Bottega degli Embriachi Crocefissione 1425-1450 ca