Collocato all'interno della valle del torrente Livo, che nasce in territorio comunale presso il Lago Darengo, il paese conserva una struttura urbana antica[5].
Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 citano Livo come il comune che, assieme quello di Vercana, ha in carico la manutenzione del tratto di via Regina "ab predicto medio molo de Vercana usque ad tramittem per quem itur intus vineam Stevani Caze de Domaxio"[6].
Con il Regno d'Italia napoleonico, un primo decreto di riorganizzazione amministrativa datato 1807 sancì l'annessione di Peglio al comune di Livo, situazione che venne ribaltata cinque anni dopo, quando un nuovo decreto stabilì l'aggregazione del territorio livese nel ricostituito comune di Peglio.[7] La decisione fu tuttavia abrogata in seguito alla Restaurazione, che comportò la ricostituzione di Livo come entità comunale autonoma[8].
La prima, più antica, è situata più a monte rispetto all'abitato, nei pressi del locale cimitero, non lontano della carrozzabile verso il ponte di Dangri. Già attestata nel 1297[13], nel 1446 la chiesa divenne la parrocchiale del paese[13][14][15]. La chiesa, che deve il suo aspetto attuale ad alcuni interventi avvenuti tra i secoli XV[16] e XVI[11], ospita affreschi cinquecenteschi[13][17](1511-1549[15])[16].
Nel centro dell'abitato si trova la seconda chiesa di San Giacomo, costruita nel XVII secolo[12] e consacrata nel 1699[15]. Attestata come parrocchiale di Livo già nel 1778, dal 1986 la nuova chiesa perse il titolo di parrocchiale e venne aggregata alla parrocchia della chiesa prepositurale di Peglio chiesa dei Santi Eusebio e Vittore
Chiesa di Sant'Anna
La chiesa di Sant'Anna,[18] conosciuta anche come Santuario della Madonna di Mezza Cresta[19] o come Santuario della Madonna di Livo[15], fu realizzata nel XVII secolo lungo la mulattiera che dal ponte di Dangri[19] porta verso la località di Baggio. La chiesa, che si trova a 742 m s.l.m., è in stile barocco[19][20].
L'edificio, completato nel 1720, fu costruito per collocarvi un affresco di una Madonna con Bambino.[21] Il dipinto, ritenuto miracoloso, si trovava originariamente in una piccola cappella votiva,[22] situata nel luogo dove poi fu costruita la chiesetta[21]. Oltre all'affresco, la chiesa conserva un organo settecentesco di Giuseppe Colombo di Gottro [22].
Architetture civili
Caratteristiche del villaggio sono le tipiche e ben conservate costruzioni rurali in pietra.[5] Molte delle abitazioni affacciate sulla via principale, case presentano affreschi votivi[15] del XVI secolo, oltre a portali in pietra scolpita che riportano stemmi di antiche famiglie un tempo residenti in loco.[5]
D'interesse storico è anche il ponte in pietra che, in località Dangri, attraversa il torrente Livo.[15]
L'abitato si sviluppa a partire da una serie di strade parallele, collegate da vicoli perpendicolari che seguono la linea di pendio della montagna. In mezzo al paese, la via principale si allarga nella piazza della nuova chiesa di San Giacomo. Le case presentano perlopiù stilemi dell'architettura rurale. Una zona immersa nei boschi di castagno e situata più a monte rispetto all'abitato ospita il cimitero e la vecchia chiesa di San Giacomo.[5]
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Note
Annotazioni
^Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.