Nelle vecchie classificazioni, i pangolini erano ritenuti forme particolari di sdentati (Edentata), gruppo che comprendeva anche gli armadilli, i formichieri e i bradipi, ma recenti evidenze genetiche lasciano supporre che i più stretti parenti viventi dei pangolini siano gli organismi dell'ordine dei carnivori, con i quali formano il cladeFerae all'interno del vasto superordine Laurasiatheria.[1]
La proposta di classificare i pangolini nell'ordine (o superordine) dei cimolesti, che comprende molti gruppi estinti come i pantolesti e i pantodonti, anch'essi appartenenti a Ferae, non è stata accolta dalla maggioranza degli autori. Pertanto, nella classificazione qui adottata,[2] i Folidoti sono considerati un ordine a sé stante.
I Pangolini sono animali che hanno il corpo ricoperto da squame cornee costituite di cheratina, sovrapponendosi l'una all'altra, formano una sorta di "corazza a piastre". Solo il ventre, la parte interna delle zampe, il muso e le parti laterali del capo sono scoperti. La corazza è costruita in modo da permettere all'animale di appallottolarsi se spaventato. Le squame sono affilate e possono essere usate (in particolare quelle della coda) come armi. I piccoli pangolini possiedono squame morbide, che si induriscono quando l'animale matura. I pangolini sono gli unici mammiferi che hanno il corpo ricoperto di squame.
Il pelo è presente nelle zone libere dalle squame e nelle specie asiatiche anche negli interstizi tra le squame.
Gli artigli anteriori dei pangolini, usati principalmente per scavare, sono estremamente lunghi e costituiscono un impedimento quando l'animale cammina sul terreno. La coda è lunga e, in alcune specie, prensile e serve anche da contrappeso per il corpo appesantito dalla corazza. Gli occhi sono piccoli e solo le specie asiatiche hanno orecchi esterni. La vista e l'udito deboli sono compensati da un olfatto sviluppatissimo.
La lunga lingua, adatta alla cattura di formiche e termiti, non è collegata all'osso ioide, ma, analogamente a quanto accade, per un fenomeno di convergenza evolutiva, nel formichiere gigante, proviene dalla cavità toracica. I pangolini sono completamente sprovvisti di denti. Una funzione trituratrice è svolta dallo stomaco, che per muscolatura e rivestimento interno ricorda il ventriglio degli uccelli. Per aiutare la triturazione spesso sono ingoiati sassi.
La taglia dei pangolini varia da specie a specie, ed è compresa tra i 30 e i 100 centimetri di lunghezza. Le femmine, generalmente, sono più piccole dei maschi.
Biologia
I pangolini sono animali territoriali e solitari. Per marcare il territorio emettono un acido fortemente odoroso da ghiandole posizionate nei pressi dell'ano; l'odore sprigionato da queste ghiandole assomiglia a quello delle moffette.
La maturità sessuale è raggiunta in uno o due anni. La durata media della vita è intorno ai 13 anni.
Le prime forme note di pangolini risalgono all'Eocene medio (circa 49 milioni di anni fa) e mostrano già spiccati adattamenti a una dieta a base di insetti, nonché la tipica corazza costituita da squame cheratinose (ad es. Eomanis). Contemporaneo a queste forme arcaiche è Eurotamandua, considerato attualmente un pangolino privo di squame. Un altro pangolino basale, probabilmente privo di squame, è Euromanis. Nel corso dell'Eocene e dell'Oligocene si svilupparono varie forme (Patriomanis, Cryptomanis, Necromanis) che mostrano via via maggiori adattamenti e specializzazioni, sempre più simili alle forme odierne.
Conservazione
Lo stato di conservazione delle specie di pangolino è tra vulnerabile[3] e fortemente a rischio estinzione.[4]
I pangolini vengono cacciati per la loro carne prelibata, sia nel continente africano[5] sia in quello asiatico.[6] Nonostante la messa al bando del commercio di carne di pangolino, il contrabbando della sua carne è comunque un problema in alcuni paesi.[5] Anche le squame di pangolino costituiscono oggetto di contrabbando.[7][8]
Note
^Beck et al., BMC Evolutionary Biology 2006, 6:93, disponibile qui