Intimo amico di Augusto, sembra prendesse parte a giochi di dadi con lo stesso imperatore, come ci racconta Svetonio:[1]
«[...] In nessun modo [Augusto] ebbe paura per la sua reputazione riguardo al gioco, e continuò a giocare semplicemente e pubblicamente, perché si divertiva anche quando era vecchio, e non soltanto in dicembre ma anche in tutti gli altri mesi, nei giorni lavorativi e feriali. Di ciò non vi è nessun dubbio. In una lettera autografa scrisse: "Ho cenato, mio caro Tiberio, con le stesse persone; si sono uniti al mio banchetto Vinicio e Silio, il padre: durante la cena abbiamo giocato come dei vecchi, sia ieri, sia oggi. Si gettavano i dadi e ogni volta che ciascuno di noi otteneva il colpo del cane oppure il sei, aggiungeva alla posta in gioco un denario per ogni dado e chi faceva il colpo di Venere prendeva tutto."»
Homo novus nato da famiglia di rango equestre[2], era strettamente imparentato con Lucio Vinicio console nel 33 a.C. Suo figlio Publio Vinicio fu console nel 2, mentre il nipote suo omonimo fu console due volte, nel 30 e nel 45.
Nel 26 a.C., in qualità di legato della Gallia Comata contribuì alla pacificazione della Vallis Poenina (odierno Vallese), a nord della Valle d'Aosta, dove Terenzio Varrone fondò, poco dopo, la colonia di Augusta Praetoria (Aosta), e permise di aprire i collegamenti tra Gallia ed Italia. Inoltre, passò il Reno e riportò una vittoria sui Germani che avevano trucidato dei mercanti romani, entrati nei loro territori per scopi commerciali, guadagnando così ad Augusto una salutatio imperatoria e un trionfo: al posto di celebrare quest'ultimo, Augusto fece erigere un arco trionfale sulle Alpi[3].
Le campagne nell'area illirico-balcanica (dal 14 a.C. all'1)
Nel 14 a.C. venne inviato, in qualità di proconsole o legato imperiale, in Illirico[6]. L'anno successivo (13 a.C.), dopo una visita di Augusto ad Aquileia,[7] per contrastare le continue incursioni problematiche dei popoli della zona e le continue ribellioni delle genti dell'area di Emona e Siscia[8], venne inviato a supporto di Vinicio Marco Vipsanio Agrippa, genero dell'Imperatore Augusto[9]. La campagna di quest'anno prevedeva di avanzare contemporaneamente lungo due fronti (Illirico e Macedonia), in una manovra a tenaglia, che non desse scampo alle popolazioni pannoniche della valle della Sava. Fu così che, per prima cosa, si represse definitivamente la rivolta scoppiata tra i Pannoni della zona di Emona e Siscia dell'anno precedente; sul fronte orientale si procedette, invece, ad avanzare ed a occupare la Dardania e la piana di Sirmio.[senza fonte]
Nel 12 a.C. subentrò ad Agrippa, morto improvvisamente all'inizio dell'anno, il figliastro di Augusto, Tiberio, che portò a termine la sottomissione definitiva di Dardani, Amantini e Scordisci[10], mentre Marco Vinicio consolidava la via di penetrazione Scupi–Naisso-Sirmio[senza fonte].
Nell'11 e 10 a.C., Marco Vinicio era probabilmente proconsole d'Asia[11], supportò certamente Tiberio contro le popolazioni della futura provincia di Dalmazia (dall'attuale Croazia alla Bosnia intera), ma potrebbe aver contribuito a sedare la rivolta in Tracia, a fianco di Lucio Calpurnio Pisone.[senza fonte]
Ancora negli anni 3 a.C. -1 d.C., Marco Vinicio, forse nuovamente legato in Illirico, compì una campagna punitiva oltre il Danubio contro Daci e Bastarni, rei di aver compiuto continue scorrerie in Pannonia, Dalmazia, Mesia e Tracia, al fine di realizzare un corridoio di genti alleate a Roma tra Boemia e Transilvania, che dividesse il potente regno dei Marcomanni da quello dei Daci[5][12]. Egli condusse, probabilmente partendo da Poetovio o Siscia, una campagna nei territori a nord della Drava, spingendosi fino alla zona di Aquincum, venendo a contatto e sottomettendo Cotini, Anartii ed altre tribù del lago Balaton, quali Osii (e forse i residui del popolo celtico dei Boii)[5].
In Germania (1-3)
Nel periodo 1-3 d.C., Marco Vinicio fu nominato governatore della Germania. Velleio racconta dei suoi sforzi per sedare un immensum bellum tra i Germani: al termine di numerose operazioni di attacco e difesa compiute con successo, egli ottenne gli ornamenta triumphalia e una speciosissima inscriptio operum[13].
^Cfr. CILII, 2255 = ILS 8007 (che registra come console Saturnino ancora il 1º agosto dell'anno) e Res gestae divi Augusti, 11 (che segnala il rientro di Augusto dalla Siria il 12 ottobre come avvenuto sotto il consolato di Lucrezio e Vinicio).
^Forse il proconsole cui Augusto prolungò l'incarico in occasione di terremoti di cui parla Cassio Dione (Storia Romana, LIV, 34, 3). Cfr. Syme 1986, pp. 62, 405; Hurlet 2006, p. 52 (con n. 125).
Cambridge University Press, Storia del mondo antico, "L'impero romano da Augusto agli Antonini", vol. VIII, trad. it., Milano 1975.
(DE) Árpád Dobó, Die Verwaltung der römischen Provinz Pannonien von Augustus bis Diocletianus, Amsterdam, 1968, ISBN9780456467787.
(EN) L.Keppie, The making of the roman army, Oklahoma, 1998, ISBN9780415151504.
(EN) András Mócsy, Pannonia and Upper Moesia: History of the Middle Danube Provinces of the Roman Empire, Londra, Routledge & Kegan Paul Books, 1974, ISBN9780710077141.
Piganiol André, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.