Si cimentò anche in campo cinematografico interpretando alcune pellicole: Ritorno del 1914, Anna Karenina del 1917, Il volo degli aironi del 1920, tutte, purtroppo, andate perdute. Nel 1921 la svolta: Maria Melato lasciò la compagnia di Talli e divenne capocomica con Bentrone. Iniziò per lei il periodo di maggior fervore artistico in cui si occupò contemporaneamente di ogni aspetto del "fare teatro", dalla regia all'adattamento dei testi, dalla formazione degli attori all'ideazione dei costumi. Dal 1922 in poi forma diverse compagnie teatrali; nel '23 e '25 portò i suoi spettacoli in America Latina ottenendo grande successo; nel 1927 trionfò al Vittoriale nell'interpretazione di La figlia di Iorio di D'Annunzio. Negli anni Trenta la Melato dovette tornare a temi e autori più tradizionali, assecondando gli orientamenti del momento e formando una compagnia propria ancora con Bentrone e con la regia di Luigi Carini.
Accostata dai suoi ammiratori alla Duse per la stessa tensione emotiva e per la sensibilità esasperata, possedeva un registro vocale che la induceva a compiacimenti fonici eccessivi, tanto da essere maliziosamente accusata di `cantare'. Nel triennio 1937-40 fu protagonista de La duchessa di Padova di Oscar Wilde e della Tosca di Victorien Sardou accanto a Piero Carnabuci e Gino Sabbatini, mentre nel dopoguerra ripropose D'Annunzio, Mario Praga, Dario Niccodemi, Jean Cocteau e altri. In particolare nel 1938, è associata alla Compagnia Ninchi-Abba-Pilotto. In seguito alle vicissitudini della guerra, l'attrice, ormai sessantenne, cominciò a perdere terreno; per lei rimasero solo alcune recite di secondo piano e il lavoro radiofonico congedandosi dalle scene (1948) con Casa paterna di Sudermann, prima di ritirarsi in Versilia. Poco significative le sue interpretazioni cinematografiche, sia nel muto sia nel parlato.
Morì di attacco polmonare il 24 agosto del 1950 nella propria villa a Forte dei Marmi, dopo lunga malattia:[3] la salma fu poi traslata nel cimitero monumentale della città natale; al suo fianco, dal 1980, riposa l'attore reggiano Romolo Valli.
^Corriere d'Informazione del 24-25 agosto 1950, prima pagina
Bibliografia
Piero Gobetti, Maria Melato, Il Lavoro, XXI, n. 286, 2 dicembre 1923, p. 3 ; riedito col titolo Il «fascino» di Maria Melato, in Piero Gobetti, Scritti di critica teatrale, Torino, Einaudi, 1974
Italo Toscani, Maria Melato nella vita e nell'arte, Roma, Ed. Primavera, 1925
Alberto Savinio, Maria Melato, Omnibus, 17 settembre 1938 ; riedito in Palchetti romani, Milano, Adelphi, 1982.