È situata nel territorio della Locride, sulla costa del Mar Ionio, detta costa dei gelsomini, a sinistra della foce del Fiume Torbido.
Origini del nome
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Storia
La storia di Marina di Gioiosa Ionica è strettamente intrecciata con la storia di Gioiosa Ionica, di cui costituiva una frazione fino al 1948, anno in cui essa si staccò formando un comune autonomo. Le sue origini risalgono perciò alle colonizzazioni greche del VI secolo a.C. della Magna Grecia. Nel 210 a.C. tali colonie passarono sotto il dominio romano. Secondo alcune ricostruzioni[4] (che tuttavia mancano di riscontri storici e che secondo alcuni sconfinano nella pura leggenda), risale al periodo romano la creazione di un borgo, Romechium, situato lungo la costa tra Locri e Roccella, nella posizione corrispondente alla attuale Marina di Gioiosa Ionica. Tale borgo ebbe il suo massimo sviluppo tra il III e il IV secolo d.C. Esso sopravvisse fino al X secolo, quando le coste calabro-ioniche furono oggetto di devastazioni e saccheggi provocate dalle incursioni arabe. A testimonianza delle vicende passate, rimangono ancora oggi, a Marina di Gioiosa Ionica, i ruderi del Teatro Romano e la Torre Borraca (detta anche Torre Spina o Torre del Cavallaro), che si presume costruita in età bizantina a difesa dalle incursioni arabe[5].
A seguito di queste distruzioni, la popolazione superstite si spostò nell'entroterra, tra il fiume Torbido e le zone collinari a ridosso della costa, e fondò un nuovo borgo: Mystia. Ma nel 986 Mystia fu distrutta dalle incursioni Saracene, costringendo la popolazione a rifugiarsi in una zona ancora più distante dalla costa, a ridosso di uno sperone roccioso che offriva maggiore difesa e dove nacque il nuovo borgo di Mocta Geolosia, da cui trae origine l'attuale Gioiosa Ionica.
Sulla base di una più seria storiografia, l'esistenza di Romechium è però tutta da dimostrare e, soprattutto, anche se non si può escludere la presenza di un piccolo insediamento costiero in vita durante l'evo antico (una villa romana, da cui il teatro, o un piccolo centro venuto meno con il basso impero), non vi è alcun legame tra questo e la nascita di Gioiosa Jonica. Le origini di Gioiosa, infatti, grazie a studi recenti, si devono a una sorta di sinecismo avvenuto ai danni di alcuni piccoli villaggi di età bizantina siti non più a valle della Torre Elisabetta: Elisabetta, Licofoli, Santa Domenica, ecc. Insomma, la nascita di Gioiosa non è avvenuta ricalcando quanto verificato fra Locri antica e Gerace.
Lo spostamento della popolazione verso l'entroterra fu anche provocato dal flagello della malaria che gravava sui territori costieri, a causa dei dissesti idrogeologici (indotti dai diboscamenti operati dai romani) e il conseguente impaludamento dei territori costieri calabresi. La malaria rimarrà a segnare lo sviluppo economico e sociale di tutti i territori costieri della fascia ionica calabrese fino ai primi del '900, ma sarà definitivamente debellata solo dopo la seconda guerra mondiale.
Nei secoli successivi alla fondazione di Mocta Geolosia, la Calabria registrò il succedersi delle diverse dominazioni: Normanna, Sveva, Angioina e Aragonese. In quest'ultimo periodo, il territorio gioiosano fu feudo dei Carafa prima e dei Caracciolo dopo. Nel XVI secolo, durante il dominio aragonese, nella costa calabra si ebbe una riprese di incursione piratesche, questa volta dovute ai turchi. A difesa di tali incursioni, i dominanti spagnoli fecero costruire un sistema di torri di avvistamento e difesa. Splendida testimonianza di tale sistema rimane tuttora, a Marina di Gioiosa Ionica, Torre Galea, oltre che Torre Borraca, che fu in tale periodo riattivata e rinforzata. Conseguenza delle incursioni fu il totale spopolamento delle coste.
La ripresa degli insediamenti costieri si ebbe a partire dal XVIII secolo, con un piccolo nucleo di abitazioni costituite da casupole di pescatori e dalle residenze estive dei nobili di Gioiosa. Il ripopolamento di Marina di Gioiosa Ionica ebbe un forte sviluppo a partire dal 1875 con la costruzione della Ferrovia Jonica e della relativa stazione, divenendo Marina di Gioiosa Ionica il polo degli scambi commerciali di tutto il territorio a ridosso della Vallata del Torbido.
Col primo dopoguerra, ma soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, la sua popolazione è stata fortemente coinvolta dai flussi migratori, soprattutto verso Stati Uniti e Canada. Tale fenomeno, comune a tutta la Calabria, ha condizionato con un trend negativo la crescita demografica del territorio. Tuttavia, a differenza di molti altri paesi dell'entroterra calabrese che stanno tuttora assistendo a tale fenomeno di spopolamento, a partire dagli anni '70 il territorio di Marina di Gioiosa Ionica è stato interessato da un flusso migratorio interno di verso opposto, di spostamento della popolazione dall'entroterra verso le località poste a ridosso della costa, portando ad una nuova fase di crescita della popolazione residente.
Simboli
Lo stemma del comune, concesso con D.P.R. dell'11 marzo 1991[6], si blasona:
«partito semitroncato: nel primo alla torre d'argento, finestrata di nero, rovinata in banda abbassata, fondata sulla campagna diminuita di verde; nel secondo d'oro, alla pianta di gelsomino recisa di verde, fogliata di dodici dello stesso e fiorita di quattro d'argento; nel terzo d'argento, allo sciabecco di verde, guarnito di tre vele di rosso, navigante sul mare d'azzurro fluttuoso d'argento.»
Resti risalenti molto probabilmente al I secolo a.C. alla bassa età imperiale, scoperto casualmente nel 1882 e completamente portato alla luce con scavi che si sono completati nel 1925;
Torre Borraca (detta anche Torre Spina o Torre del Cavallaro)
Torre di avvistamento e difesa della costa, risalente all'età bizantina ma con rifacimenti ed adattamenti nel 1500 circa, durante la dominazione aragonese;
Torre Galea
Fortificazione risalente al periodo di dominazione aragonese, e che risulta uno dei più originali fortilizi della Calabria.
Fondata alla fine degli anni 60 in contrada Camocelli su richiesta di un padre francescano, fu finita nel 1965. Dista circa 3,5 km dal centro abitato a 125 m s.l.m. Al suo interno conserva le statue di San Giuseppe e di Maria Immacolata.
Chiesa della Madonna della Consolazione in contrada Junchi
Piccolo oratorio rurale novecentesco fondato in contrada Junchi. Si trova a 5 km dal centro abitato a circa 200 m s.l.m. Al suo interno si conserva la statua della Madonna della Consolazione, opera di Giuseppe Manzo (1849-1942) in cartapesta leccese.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 196 persone.
Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Ha un'economia prevalentemente commerciale e risulta un'apprezzata località turistica estiva, per il suo mare cristallino e la sua spiaggia ampia e sabbiosa (Bandiera blu dal 1999 al 2004, e ancora dal 2008 al 2012).
L'agricoltura praticata è basata sulla coltivazione dell'ulivo e degli agrumi. Praticata è anche la piccola pesca.
Infrastrutture e trasporti
Il comune è interessato dalle seguenti direttrici stradali:
^Eligendo Archivio - Comunali 06/06/1993, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 30 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 27/04/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 30 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 30 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 03/04/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 30 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 13/04/2008, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 30 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 17/11/2013, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 30 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 10/11/2019, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 30 agosto 2023.