Il territorio comunale muggesano si allunga sul versante settentrionale dell'omonimo promontorio, tra i Monti di Muggia e le acque del Vallone di Muggia che lo separano dalla città di Trieste. Il capoluogo, esposto a nord-est, sorge sul mare e si estende sulle colline e valli retrostanti. Il territorio comunale è caratterizzato da un tipico paesaggio collinare costiero, digradante verso il golfo di Trieste: dalle propaggini occidentali del promontorio si può godere dello spettacolo (cosa che avviene in pochi altri luoghi dell'Italia) del tramonto sul mare Adriatico.
È l'unico lembo d'Istria – insieme ad una sezione del comune di San Dorligo della Valle/Dolina – rimasto alla Repubblica italiana dopo la seconda guerra mondiale ed in seguito al Memorandum di Londra ratificato dal Trattato di Osimo (1975).
Clima
Muggia presenta un clima temperato a estate calda, tipico dei litorali adriatici da Trieste a Pescara.
Nonostante la sua collocazione, Muggia episodicamente è stata interessata da precipitazioni nevose anche intense: si ricordano in particolare quelle del 7 gennaio 2003 e del 10 marzo 2010.
Come altre località costiere dell'Adriatico settentrionale, a Muggia in più occasioni si è presentato il fenomeno dell'acqua alta (la "colma"), particolarmente nella zona del centro cittadino.
La cittadina sorse sicuramente sul colle di 172 m denominato oggi “Muggia Vecchia”. Nei pressi della cittadina furono rinvenute iscrizioni romane, un orologio solare, frammenti di mosaico e mattoni con bollo di fabbrica. Il primo documento certo in cui appare il nome di Muggia risale all’anno 931 e concerne la donazione fatta dai re d’Italia Ugo e Lotario al Patriarca di Aquileia dei “Castellum Mugla“.
Dopo l'inizio della penetrazione romana nel Friuli e la fondazione di Aquileia nel 181 a.C., il territorio muggesano venne conquistato insieme al resto dell'Istria con le campagne condotte nel 178-177 a.C.
I Romani vi posero un accampamento in posizione elevata, Castrum Muglae, per difendere le vie di comunicazione con la colonia dalle incursioni degli istri. Lungo la costa esistevano altri insediamenti con ville, approdi, moli (nella baia di san Bartolomeo, a Punta Sottile e a Aquilinia-Stramare).
Alla fine del XV secolo l'abitato sul colle, l'odierna Muggia Vecchia, perse progressivamente importanza, col trasferimento di buona parte degli abitanti sulla riva del mare, presso il "Borgolauro", dove tuttora si trova il centro cittadino.
Dopo la fine della Repubblica di Venezia (1797) e la breve parentesi del Regno italico napoleonico (1805-1814), Muggia passò sotto il dominio asburgico, sotto il quale sviluppò una fiorente industria cantieristica navale. Questa prima industrializzazione, unita all'impetuosa crescita economica che stava interessando la vicina Trieste mutarono radicalmente il tessuto economico e sociale muggesano, fino ad allora incentrato sulla pesca e sul commercio di piccolo cabotaggio. Nei primi decenni del XX secolo la cittadina si affermò definitivamente come cantieristico, grazie all'apertura Cantiere San Rocco e dell'antistante Cantiere "San Marco" di Trieste, facendo di Muggia un centro operaio e proletario.
Alla fine dell'Ottocento il dialetto muglisano, una parlata ladina simile al friulano, si estinse. Le testimonianze delle ultime persone che parlavano il Muglisano sono state raccolte dall'abate Jacopo Cavalli nel 1889[5]. L'ultimo dei "Muglisani" fu Niccolò Bortoloni che fu una delle fonti, la più attendibile, a cui attinse il Cavalli e che morì all'inizio del 1898[6]. Va rilevato che per lungo tempo prima d'estinguersi il muglisano aveva convissuto con l'attuale muggesano, dialetto di tipo istro-veneto.
Le principali frazioni e località perdute nel 1954 furono, Albaro Vescovà (Škofije), Barisoni (Barizoni), Bosini (Bosinj), San Colombano (Kolomban), Crevatini (Hrvatini), Elleri (Elerji), Faiti (Fajti), Plavia Monte d'Oro (Plavje), Premanzano (Premančan) e Punta Grossa (Debeli Rtič). Il comune muggesano, nonostante costituisse uno dei pochissimi lembi della regione istriana rimasti sotto sovranità italiana, perse in occasione delle modifiche confinarie dell'ottobre 1954 un terzo del suo territorio. In quest'occasione oltre 2700 persone decisero di lasciare le località, oramai jugoslave, per riparare in Italia.
Verso la fine degli anni sessanta il settore cantieristico, fino ad allora motore di traino dell'economia locale, iniziò a mostrare i primi segnali di crisi con la chiusura del Cantiere Navale Felszegi nel 1968, seguito nei decenni successivi dal Cantiere San Rocco e dal Cantiere San Marco di Trieste. Il 10 novembre 1975 fu firmato il trattato di Osimo da delegati italiani e jugoslavi per accordarsi riguardo al confine tra zona A e zona B amministrate da Italia e Jugoslavia.
Nel dicembre 2007, con l'ingresso della Slovenia nello spazio Schengen la frontiera che separava la città dal resto dell'Istria è di fatto scomparsa. Oggi la cittadina di Muggia è un centro turistico e commerciale, grazie all'apertura del confine ed ai progetti di collaborazione transfrontaliera.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto dell'11 marzo 1937[8] e regie lettere patenti del
22 settembre 1939.[9]
«D'oro, al castello di rosso, triturrito. Ornamenti esteriori di Comune.»
Sul colle Muggia Vecchia è stato realizzato il Parco archeologico di Muggia Vecchia (Castrum Muglae), che ospita la basilica di Santa Maria Assunta, unico edificio rimasto in piedi, ed i resti archeologici dell'abitato medioevale.
Si riteneva che l'abitato di Muggia Vecchia cessò di essere luogo abitato, dopo la sua distruzione avvenuta da parte dei genovesi e di Pagano Doria nel 1353; invece fu distrutta, lasciando in piedi la basilichetta, dai triestini in perenne lotta contro i muggesani, causa le saline[11].
Prima dell'attuale chiesa doveva esserci una precedente del VIII o IX secolo, della quale esistono alcuni elementi: l'ambone, il leggio e due grandi e larghe transenne o balaustre di marmo a pluteo di arte longobarda databili al periodo longobardo di re Liutprando VIII secolo o comunque al periodo della Rinascenza liutprandea VIII-IX secolo[12][13][14], a destra ed a sinistra dell'ingresso, dopo il rifacimento avvenuto nel secolo XIII.
I resti del borgo medioevale sono stati rimessi in luce dalle indagini archeologiche: un tratto di strada su cui si aprivano diverse distinte case, su un lato della strada appoggiate alle mura di cinta, un'abitazione che conserva resti del piano superiore, accessibile da una scala esterna in muratura e presumibilmente sede dell'officina di un fabbro al piano terra.
Gli scavi hanno rimesso in luce anche tracce di frequentazione nell'VIII secolo d.C., ovvero una cava da cui furono scavate lastre di Arenaria, successivamente sistemata con murature di contenimento. I rinvenimenti testimoniano la presenza di un centro abitato del periodo risalente l'età del ferro, collocabile tra l'VIII e VI-V secolo a.C.
L'attuale borgo di Muggia Vecchia è una località sorta relativamente di recente.
Castello di Muggia
Il castello si affaccia in posizione elevata sul porto, è di proprietà dello scultore Villi Bossi e di sua moglie Gabriella, e viene aperto al pubblico in particolari occasioni, specie per iniziative culturali e musicali.
Il primo nucleo del castello fu una torre fatta erigere dal patriarca di Aquileia, Marquardo di Randeck, nel 1374, nella zona chiamata Borgolauro. Successivamente venne aggiunto un quadrilatero di mura e delle torri di guardia per ospitare una guarnigione di soldati, la cui costruzione si protrasse sino al 1399. I merli della torre sono piani, ovvero di tipo guelfo. Nel 1701 fu avviato un primo progetto di restauro, curato dal conte Giovanni Polcenigo, che però fu effettuato solo nel 1735, su spinta del governo della Serenissima, nella cui orbita Muggia gravitava. Nell'Ottocento, il castello ricadde in uno stato di abbandono, nel quale rimase sostanzialmente sin quasi alla fine del secondo millennio, quando gli attuali proprietari lo riportarono all'originale splendore.
Oggi suffraganea della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo, era annessa all'antico chiostro di un convento dei padri minori conventuali francescani insediatisi a Muggia tra il 1330 e il 1340. L'edificio fu completato nel 1410-11. A pianta rettangolare con abside poligonale, conserva una tempera trecentesca con la Madonna allattante, di scuola bolognese o marchigiana; una quattrocentesca Pietà o Vesperbild di scuola salisburghese; una pala seicentesca, la Madonna della Cintola, di Pietro Liberi (1614-1687). Nella chiesa è esposta una collezione di presepi da varie parti d'Italia e del mondo.
Chiesa del Santissimo Crocifisso
Un tempo nota come chiesa della Visitazione di Maria Vergine, fu completata il 1º novembre 1347 per volontà di ser Raffaele di ser Steno, un sostenitore del partito filo veneto che voleva impossessarsi di Muggia. Al suo interno un'epigrafe in caratteri gotici con lo stemma di ser Raffaele attesta la data di costruzione e la dedica alla Vergine. L'altare barocco, realizzato nel XVIII secolo, è affiancato da quattro fanali da processione. È conosciuta oggi come "Chiesa del Cristo".
Chiesa di San Matteo a Zindis
I lavori della chiesa, su progetto degli architetti Carlo Celli e Dario Tognon, iniziarono nel 1970; contestualmente alla consacrazione dell'edificio (il 7 ottobre 1973), iniziò l'attività indipendente della nuova parrocchia di Zindis-San Rocco-Lazzaretto.
Chiesa di San Rocco a San Rocco
Nel 1631 era stata eretta nella zona vicino al mare una chiesa dedicata al santo, per grazie ottenute dopo la grande epidemia di peste di quegli anni. Essa fu poi conglobata nel 1857 nell'area del cantiere navale ''San Rocco'', all'epoca in fase di costruzione. Per far spazio a un bacino cantieristico, il vecchio luogo di culto fu demolito e l'attuale chiesetta di San Rocco fu edificata nel 1864. Dipende dalla parrocchia di San Matteo Apostolo di Zindis.
Chiesetta di San Sebastiano
L'edificio sorge sulla salita Ubaldini, a metà strada tra il centro di Muggia e Muggia Vecchia, lungo l'antico percorso penitenziale noto come "Strada del perdòn": da qui il remoto soprannome di "Cesa de mezo" (chiesa di mezzo). Costruita con ogni probabilità dopo la peste del 1446, ha pianta rettangolare con facciata a capanna e un piccolo rosone. All'interno alcune rustiche statue della Madonna del Buon Consiglio, di San Michele, San Biagio, San Sebastiano e Sant'Antonio abate.
Chiesa di Santa Barbara
Posta nell'omonima frazione, la chiesa di Santa Barbara fu costruita nella seconda metà dell'Ottocento lì dove è accertato che nel XVII secolo esisteva una piccola cappella.
Chiesa di San Benedetto Abate ad Aquilinia
La chiesa della frazione di Aquilinia, una struttura prefabbricata, fu costruita nel 1962 ed aperta al culto dal vescovo Antonio Santin il 29 luglio dello stesso anno. È stata eretta a parrocchiale il 21 marzo 1964.
Muggia fa parte dei comuni del Friuli-Venezia Giulia in cui vige la tutela della comunità slovena[16].
La popolazione è quasi per la sua totalità di madrelingua italiana. È altresì molto diffuso il dialetto muggesano (mujesan), una varietà locale di transizione tra il dialetto triestino, ormai dominante, e l'istroveneto.
La minoranza slovena storica è concentrata soprattutto nella zona di Rabuiese/Rabujez, Vignano/Vinjan, Belpoggio/Beloglav e nelle frazioni di Santa Barbara/Korošci ed Aquilinia/Žavlje.
La popolazione è omogenea quasi completamente di nazionalità italiana, al 1 gennaio 2019 i cittadini stranieri residenti a muggia erano 336 il 2,6% del totale, con le più grandi comunità straniere essere quella serba seguita da quella slovena e croata [2]
Cultura
Eventi
Carnevale muggesano
Gli statuti del 1420 parlano della festa di Carnevale che si svolgeva a Muggia e Nicolò Manzuoli nella sua Nova descrittione dell'Istria (1611) menziona il "ballo della verdura" che si teneva nella piazza principale, danza che lo storico ipotizzava avesse remote origini greche. Un altro storico, Prospero Petronio, avalla tale tesi (1681) rifacendosi a una antica tradizione secondo la quale gli Argonauti sarebbero approdati in Istria (Zubini 2008). Il sapore di un multicolore spettacolo popolare è però rimasto la caratteristica principale di questa festa. Il Carnevale moderno fu istituzionalizzato nel 1954 dal sindaco Giordano Pacco ed è organizzato come un concorso a premi per carri e gruppi in costume che, bandito dall'apposito comitato organizzatore, sfila per le strade di Muggia la domenica di carnevale; le compagnie carnevalesche sono (in ordine alfabetico) : Bellezze Naturali, Bora, Brivido, Bulli & Pupe, Lampo, Mandrioi, Ongia, Trottola; molte compagnie si sono sciolte nel corso dei decenni.
La Brivido e l'Ongia sono le compagnie che sfilano da più anni, in forte competizione l'una con l'altra. La Brivido ha un punto in più rispetto all'Ongia, avendo vinto anche l'edizione del 2014. Esiste anche una edizione estiva del Carnevale, con piccole gare ludiche, musica e chioschi enogastronomici.
Biblioteche
Biblioteca comunale Edoardo Guglia
Musei
Civico museo archeologico di Muggia
Il Civico museo archeologico di Muggia, inaugurato nel 1997, ha sede presso la Casa Veneta nel centro storico di Muggia, e offre un'esposizione di reperti ritrovati nei 25 siti sparsi sul territorio di Muggia, in particolare sul Monte Castellier: la stele dedicata al Dio Mitra, la Necropoli di Santa Barbara e il Castelliere di Elleri.
Museo d'arte moderna Ugo Carà
Il Museo d'arte moderna Ugo Carà, inaugurato il 7 marzo 2006 in seguito a una donazione del maestro al Comune di Muggia, rappresenta l’unico corpus di opere dello scultore e designer Ugo Carà (Muggia, 26 novembre1908 - Trieste, 12 dicembre2004) e offre ogni anno un fitto programma di mostre d'arte moderna e contemporanea.
Teatri
Sala teatrale Giuseppe Verdi
L'attuale sala teatrale fu costruita da Onorato Gorlato nel 1923 in via san Giovanni 4. Ospitò a lungo un cinema, chiuso nel 1986 per incompatibilità con le norme di sicurezza. Riaprì il 28 gennaio 1989 dopo un'opera di restauro. Il 16 novembre1991 ospitò i Nirvana in una delle date italiane del loro tour, che coincise con l'esplosione internazionale della loro notorietà.
Il 5 agosto1952 fu inaugurata la linea filoviaria 20 della azienda municipalizzata Acegat per collegare Muggia alla stazione ferroviaria di Trieste. Alle filovie sono subentrati negli anni Settanta gli autobus (oggi dell'azienda Trieste Trasporti), che compiono il medesimo percorso, pur con varie modifiche intervenute nei decenni. La linea 47 garantisce un collegamento tra Muggia e San Dorligo della Valle, mentre la linea 49/ permette di raggiungere l'ospedale di Cattinara. Altre linee della stessa azienda (7, 27, 31, 32, 90) svolgono il servizio soltanto all'interno del territorio comunale, rispettivamente dirette a Lazzaretto, Muggia Vecchia , Cerei, Santa Barbara; l'ultima svolge un servizio esclusivamente estivo in direzione di Lazzaretto.
La principale squadra di calcio della città era l'A.S.D. Muggia 1945 che militava nella Eccellenza Friuli-Venezia Giulia. Nacque nel 1945. Giocava le partite interne presso lo stadio comunale Paolo Zaccaria sito in via dei Mulini; le altre società dilettantistiche del comune muggesano sono l'A.S.D. Muglia Fortitudo, nata nel 2004, che milita in prima categoria. Nel 2015 la società A.S.D. Muggia è fallita, quindi si è unita con il Muglia Fortitudo, l'unica squadra di calcio del comune. Oltre a questa società è presente anche l'A.S.D. Zaule Rabuiese, che rappresenta la zona di Aquilinia, frazione del comune muggesano, anch'essa militante nella Promozione del Friuli Venezia-Giulia.
^ Jacopo Cavalli, Reliquie ladine raccolte a Muggia d’Istria con un’appendice sul dialetto tergestino, in Archivio Glottologico Italiano, XII, 1893, p. 202.
^ Matteo Bartoli, Due parole sul neolatino indigeno di Dalmazia, in Rivista Dalmatica, III, II, 1900, p. 209. Nella nota a piè di pagina si legge: «L'ultimo che sapesse ancora il "tergestino" fu un G. de Jurco. morto nel 1889, l'ultimo dei "Muglizains" un Niccolò Bortoloni, morto nell'inverno 1898, pochi mesi dunque prima dell'ultimo "Dalmatico".»