Il castello baronale di Acerra, ampliato ed abbellito dalla famiglia Origlia
Lo storico Camillo Tutini fa risalire l'origine della famiglia Origlia alla gens Aurelia dell'antica Roma, che annovera tra i suoi antenati l'imperatore Antonino Pio e la madre di Giulio Cesare, Aurelia Cotta[5]. Gli Origlia si sarebbero poi trasferiti in Campania, come altre famiglie di Roma, in seguito alle invasioni barbariche che devastarono l'Urbe[5]. Il Tutini pone alla base delle sue affermazioni le iscrizioni rinvenute su dei marmi descritti da Giulio Cesare Capaccio sui quali ci sarebbe scritto[5]:
«M. Avrelio Pelagio Patrono Coloniæ Neapolitanæ Pientissimo. Item M. Avrelio Anton. Avgvsto Patrono indvlgentissimo Ordo, Popvlvsque Neapolitanvs D. D.»
Carlo De Lellis nel secondo volume dei suoi Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, confutando le precedenti ipotesi, sostiene che sia di origini napoletane, soprattutto perché gli Origlia furono aggregati al Seggio di Porto dei Sedili di Napoli, onore che si era soliti concedere alle famiglie nobili della città. Il De Lellis ipotizza inoltre che il cognome Origlia possa derivare dal latinoaurum, che significa oro, stesso metallo con cui sarebbe stato fabbricato lo scudo di un cavaliere di questa famiglia distintosi in varie battaglie, che vi aggiunse una banda da destra a sinistra e due conchiglie, simbolo di lacrime per il sangue versato dai nemici, cioè lo stesso stemma degli Origlia[8].
Nell'anno 992 si hanno le prime notizie sugli esponenti della famiglia Origlia. Infatti, durante l'impero di Basilio II Bulgaroctono a Napoli, si ha notizia dei due fratelli Giovanni e Pietro, figli di Gregorio, appellati con il titolo di dominus[9]. Nel 1275, ai tempi del re Carlo I d'Angiò, Giovanni Origlia insieme ai fratelli Jacopo, Tommaso, Roberto e Cesario ottennero il titolo di barone.
Alla sua morte Gorello fu seppellito a Napoli nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, da lui fatta edificare nel 1411, dove è possibile leggere sulla lapide il seguente epigrafe:
«D. O. M. Gvrello Auriliæ Neapol. hvivs Regni locothetæ ac protonotario summæ apvd Ladislavm Regem ob fidem eximiam avctoritatis adeo vt septem filios comites viderit senex fortvnatiss. idemq. pientiss. qvi ædes has constrvxit patrimonio donato Ordo Olivetanvs pietatis ergo f. c.»
La casata si estinse nel XVII secolo con Giovanna Origlia, ultima discendente, figlia di Antonio Maria Origlia e Giulia Pandone, andata in sposa a Cesare Brancaccio[11].
Con R.D. del 19 agosto 1912 e RR.LL.PP. del 17 novembre dello stesso anno fu riconosciuto alla casata il titolo di nobile. Nel 1922 fu iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano[12].
Albero genealogico
Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Origlia da Giovanni, vivente nel XIII secolo, fino all'ultima discendente Giovanna, vissuta nel XVII secolo, secondo una ricostruzione del genealogista Carlo De Lellis[13]:
Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, Giacomo Raillard, 1691, ISBN non esistente.
Luigi Contarino, La nobiltà di Napoli in dialogo, Napoli, Giuseppe Cacchi, 1569, ISBN non esistente.
Carlo De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, vol. 2, Napoli, Giovanni Francesco Paci, 1663, ISBN non esistente.
Gennaro Grande, Origine de' cognomi gentilizj nel Regno di Napoli, Napoli, Vincenzo Pauria, 1756, ISBN non esistente.
Giuseppe Recco, Notizie di famiglie nobili, ed illustri della città, e Regno di Napoli, Napoli, Domenico Antonio e Nicola Parrino, 1717, ISBN non esistente.
Camillo Tutini, Sopplimento all'Apologia del Terminio, Napoli, Ottavio Beltrano, 1643, ISBN non esistente.