La provincia di Pavia era una provincia del Regno Lombardo-Veneto, istituita nel 1815 ed esistita dal 1816 al 1859.
Capoluogo era la città di Pavia.
Organi
Come tutte le province del Regno, anche Pavia era guidata da un Regio Delegato di nomina imperiale, aiutato da un'Imperial Regia Delegazione Provinciale che si occupava dei vari settori dell'amministrazione pubblica. A rappresentare le classi agiate vi era una Congregazione Provinciale nominata dal Governo su proposta della Congregazione Centrale, e composta da tre nobili e tre possidenti della provincia, più un borghese del capoluogo e più il Regio Delegato che la presiedeva.
Storia
La provincia fu creata nel 1816 all'atto della costituzione del Regno Lombardo-Veneto, smembrando il dipartimento d'Olona di epoca napoleonica (l'altra provincia ottenuta fu quella di Milano).
Il territorio corrispondeva a quello della provincia pavese pre-napoleonica.
Suddivisione amministrativa
All'atto dell'istituzione (1816), la provincia era divisa in 8 distretti:
Variazioni amministrative
Passaggio al Regno di Sardegna (1859)
Nel 1859, in seguito alla seconda guerra d'indipendenza, la Pace di Zurigo dispose l'annessione della Lombardia (esclusa Mantova e gran parte della sua provincia) al Regno di Sardegna.
Il governo sardo emanò il Decreto Rattazzi, che ridisegnava la suddivisione amministrativa del Regno. La provincia di Pavia cedette così la zona di Abbiategrasso e Magenta alla provincia di Milano, e fu fortemente ampliata con l'annessione della Lomellina e dell'Oltrepò Pavese (ex province sabaude di Bobbio, Lomellina e Voghera), territori in buona parte già facenti parte del Principato di Pavia di epoca sforzesca (esclusa la città di Vigevano e la Lomellina settentrionale, riunite dal 1532 sotto il Vigevanasco).
Note
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