Sangiaccato di Ocrida
Il sangiaccato di Ocrida[1][2], chiamato anche sangiaccato di Ohri[3] o di Ohrid (in turco Ohri Sancağı, in albanese Sanxhaku i Ohrit, in bulgaro Охридски санджак?, in macedone Охридски санџак?) era uno dei sangiaccati dell'Impero ottomano. Venne fondato nel 1395 e parte di esso si trovava nel territorio della Signoria di Prilep, un regno in Macedonia governato dal principe vassallo ottomano Marko, fino alla sua morte nella battaglia di Rovine.
Divisione amministrativa
Con la sua fondazione nel 1395, fu uno dei primi sangiaccati stabiliti dell'Eyalet di Rumelia.[4] Prima che diventasse parte dell'Impero ottomano nel 1395, il suo territorio iniziale apparteneva al regno del principe Marko.[5][6] Originariamente il suo capoluogo era Bitola (o Monastir) e in seguito Ocrida; pertanto nelle fonti è indicato anche come sangiaccato di Monastir (o Bitola).[7] Esso non deve essere confuso con il successivo sangiaccato di Monastir, istituito nel 1826 dalla parte orientale del sangiaccato di Ocrida, e che in seguito sostituì quest'ultimo interamente nel 1864.
Il territorio del sangiaccato di Ocrida è cambiato nel tempo.
Nel 1406 il sanjak-bey di Ocrida era Junayd di Aydın.[8] Nel 1464 e nel 1465 il sanjak-bey era Ballaban Badera, famoso per le sue battaglie contro Skanderbeg,[9][10] e che sostituì Şeremet bey su quella posizione. Sebbene lo storico Halil Inalcik spieghi che il sangiaccato di Elbasan fu fondato con la costruzione della fortezza di Elbasan nel 1466, sulla base dei documenti di Tursun Beg sussiste l'eventualità che Elbasan facesse inizialmente parte del sangiaccato di Ocrida.[11]
I censimenti ufficiali ottomani (in turco Tapu tahrir defterleri) sul territorio del sangiaccato furono organizzati nel 1467, nel 1519 (censimento collettivo) e nel 1583 sul territorio.[12][13]
Il censimento dell'inizio del XVI secolo registrò che il sangiaccato di Ocrida aveva le kaza (o distretti) di Ocrida stessa, Debar, Akçahisar (Krujë) e Mat, 4 città, 6 fortezze, 849 villaggi, 32.648 famiglie cristiane e 623 famiglie musulmane.[14]
Secondo il censimento del 1583 il sangiaccato aveva tre kaza con 13 nahiye.[15] Dopo la successiva espansione, il sangiaccato aveva 22 nahiye, 6 nella regione della Macedonia e 16 in Albania,[16] e una presenza sostanziale di albanesi etnici.[17]
Nell'autunno del 1794 Kara Mahmud Bushati, il pascià di Scutari, ottenne il controllo del Sangiaccato di Ocrida.[18] Durante il 1796-1797 fu governato da Muhtar Pascià, figlio di Ali Pascià.[19] Dal 1820 al 1831 il sangiaccato di Ocrida fu posto sotto il controllo di un altro pascià del Pascialato di Scutari, Mustafa Reshit Pasha Bushati.[20]
La divisione amministrativa dell'Eyalet di Rumelia fu riformata in base all'hatisheriff del sultano del 21 giugno 1836, e i territori dei suoi sangiaccati furono sostanzialmente modificati mentre il sangiaccato di Ohrid divenne un arpalik della Valide Sultan.[21] Fino al 1864 fece parte del Eyalet di Rumelia, mentre la kaza di Krujë insieme alle altre venne incorporata nel sangiaccato di Scutari.[22][23] Dopo l'istituzione del Vilayet di Monastir nel 1864, il Sangiaccato di Ocrida cessò di esistere e il suo territorio fu incorporato nel Sangiaccato di Monastir (che era stato inizialmente stabilito nel 1826 come sangiaccato separato da quello Ocrida).[24][25]
Storia
Dorotheos, l'arcivescovo di Ocrida e i suoi funzionari e boiardi furono espatriati a Istanbul nel 1466 probabilmente a causa delle loro attività anti-ottomane durante la ribellione di Scanderbeg.[26] Nel 1467 molti cristiani di Skopje, Ocrida, Serres e Kastoria furono deportati con la forza a Elbasan, una nuova fortezza ottomana dell'Albania.[27]
I contadini del Sangiaccato di Ocrida parteciparono per dieci anni alla ribellione anti-ottomana del 1564 di Mariovo e Prilep.[28] Il 25 luglio 1571 fu proposto di dividere il sangiaccato di Ocrida in due parti, al fine di aumentare la sicurezza pubblica in una situazione di continue ribellioni in questo sangiaccato.[29]
Nel 1613 le autorità ottomane ordinarono la distruzione di tutte le chiese cristiane di nuova costruzione nei villaggi del sangiaccato di Ocrida.[30]
Evliya Çelebi (1611-1682) dedicò al Sangiaccato di Ocrida un intero capitolo nella sua opera Seyahatname.[31]
Note
- ^ François Charles Hugues Laurent Pouqueville, Istoria della Grecia dal 1740 al 1824 di F. C. H. L. Pouqueville, dai torchi dell'Osservatore medico, 1840, p. 365. URL consultato il 26 settembre 2021.
- ^ Reale Accademia d'Italia Centro Studi per l'Albania, Pubblicazioni, 1940, p. 17. URL consultato il 26 settembre 2021.
- ^ Renato Traini, Studi in onore di Francesco Gabrieli nel suo ottantesimo compleanno, Università di Roma "La Sapienza", Dipartimento di studi orientali, 1984, p. 367. URL consultato il 26 settembre 2021.
- ^ (MK) Aleksandar Stojanovski, Makedonija vo turskoto srednovekovie : od krajot na XIV--početokot na XVIII vek, Култура, 1989, p. 49. URL consultato il 27 settembre 2021.
- ^ (MK) Aleksandar Stojanovski, Makedonija vo turskoto srednovekovie : od krajot na XIV--početokot na XVIII vek, Култура, 1989, p. 49. URL consultato il 27 settembre 2021.
«Овој санџак исто така е еден од најстарите санџаци во Румелискиот беглербеглак. Се смета дека бил создаден по загинувањето на крал Марко (1395),..»
- ^ (HR) Hazim Šabanović, Bosanski pašaluk: postanak i upravna podjela, Oslobodenje, 1959, p. 20. URL consultato il 27 settembre 2021.
«Poslije pogibije kralja Marka i Konstantina Dejanovića na Rovinama (1394) pretvorene su njihove oblasti u turske sandžake, Ćustelndilski i Ohridski.»
- ^ (SR) Istorisko društvo Bosne i Hercegovine, Godišnjak, 1952, p. 175. URL consultato il 28 settembre 2021.
«На основу тога мислим да је у почетку постојао само један санџак, коме је прво средиште било у Битољу.»
- ^ Vakıflar Genel Müdürlüğü, Vakıflar dergisi, Volumes 6-7, Türk Tarih Kurumu Basimevi, 1965, p. 138.
«...Aydin beyi Cüneyd Bey H. 809 (= 1406) da Ohri'ye sancak beyi...»
- ^ Halil İnalcık, From Empire to Republic: Essays on Ottoman and Turkish Social History, Isis Press, 1995, p. 88, ISBN 978-975-428-080-7. URL consultato il 27 settembre 2021.
«Balaban Aga, qui a accordé des timar à ses propres soldats dans la Basse- Dibra et dans la Çermeniça, ainsi qu'à son neveu à Mati, doit être ce même Balaban Aga, sancakbeyi d'Ohrid, connu pour ses batailles sanglantes contre Skanderbeg»
- ^ H. A. R. Gibb e P. J. Bearman, The encyclopaedia of Islam., New edition, Brill, 1960-2009, p. 140, ISBN 90-04-16121-X, OCLC 399624. URL consultato il 27 settembre 2021.
«Tursun p. 125, cfr Critoboulos, 147) sottolineano la "rottura della fede" di Iskender come motivo delle operazioni ottomane contro di lui dall'868/1464 in poi. Consentendo alle truppe veneziane di presidiare Kruje, creò una vera delizia per le forze ottomane in Albania. Nel 1464 e nel 1465 i vicini sanjak begis e soprattutto il governatore di Ohri, Balaban, lanciarono i rapidi attacchi...»
- ^ Machiel Kiel, Ottoman architecture in Albania, 1385-1912, Research Centre for Islamic History, Art and Culture, 1990, p. 39, ISBN 92-9063-330-1, OCLC 26719961. URL consultato il 27 settembre 2021.
«.states that Elbasan became a sandjak capital right after 1466 but the usually well informed Tursun Beg noted for 1466: "The sultan attached this fortress of Elbasan to the Sancak of Ohrid and returned to Edirne..."»
- ^ (MK) Гласник на Институтот за национална историја, Institut, 2001, p. 69. URL consultato il 28 settembre 2021.
«...censimento (Tapu tahrir defterleri), effettuato dalle autorità ufficiali turche, il primo nel 1467 e il secondo nel 1583. I censimenti sono stati condotti sul territorio dell'interi Sangiaccato di Ohrid,»
- ^ (MK) Makedonska akademija na naukite i umetnostite. Oddelenie za opštestveni nauki, Akademija, 1976, p. 84. URL consultato il 28 settembre 2021.
«едниот е од 1519 година ... Овај пописни дефтер је сумарен (icmal)»
- ^ (HR) Darko Tanasković e Mladinska knjiga), Leksikon islama, Svjetlost, 1990, ISBN 86-01-01813-0, OCLC 441416954. URL consultato il 28 settembre 2021.
- ^ (MK) Turski dokumenti za istorijata na makedonskiot narod: kn. 1-2. Opširen popisen defter na ohridskiot sandžak od 1583 godina, Arhiv na Makedonija, 2000, p. 9. URL consultato il 28 settembre 2021.
«Questa è la seconda parte finale dell'esteso censimento del Sangiaccato di Ohrid, condotto dalle autorità ufficiali turche nel 1583. Comprende 13 nahiya (distretti) di tre kaza (distretti)»
- ^ (MK) Makedonska akademija na naukite i umetnostite. Oddelenie za opštestveni nauki, Akademija, 1976, p. 84. URL consultato il 28 settembre 2021.
«C'erano un totale di 22 nahiya nell'intero Sangiaccato di Ohrid, di cui 6 in Macedonia e i restanti 16 in Albania.»
- ^ (MK) Vladimir Stojančević, Južnoslovenski narodi u Osmanskom carstvu od Jedrenskog mira 1829. do Pariskog kongresa 1856. godine, Izdavačko-štamparsko preduzeće PTT, 1971, p. 336.
«Арбанаса, у македонским крајевима, изван арбанашког етничког масива са центрима у средњој Албанији, било је у нешто изразитијем броју у Охридском санџаку, и у Битољу као главном граду Румелијског вилајета.»
- ^ (SR) Društvo istoričara Srbije, Iz istorije Albanaca: Zbornik predavanja. Priručnik za nastavike, 1969, OCLC 11282187.
«У јесен 1794 године Махмуд-паша је потчинио елбасански и охридски санџак»
- ^ Archivum Ottomanicum, Mouton, 1º gennaio 2007, p. 174.
- ^ M. Th. Houtsma, E. J. Brill's first encyclopaedia of Islam 1913-1936, 1987, p. 765, ISBN 9004082654.
- ^ Smailagic, Nerkez, Leksikon Islama (PDF), su Scribd, 1990, p. 515. URL consultato il 28 settembre 2021.
«..Namjesništvo Rumelije ponovo je omeđeno ... apanaža sultanove majke (Valide) ili područje Ohrida.»
- ^ (SQ) Studime historike, Akademia e Shkencave, Instituti i Historisë., 1986, p. 91.
- ^ M. Th. Houtsma, E. J. Brill's first encyclopaedia of Islam 1913-1936, 1987, p. 1178, ISBN 9004082654.
- ^ (SR) Gjurmime albanologjike, Pristina, Albanološki institut u Prištini, 1968, p. 177.
- ^ Province ottomane prima del 1908 (TR) Yüzyılda Osmanli Vilayetleri (PDF), su tarihvemedeniyet.org.
- ^ (HR) Nada Bogdanov, Enciklopedija Leksikografskog zavoda, Jugoslavenski leksikografski zavod, 1968, p. 191. URL consultato il 28 settembre 2021.
«deportation of the Archbishop of Ohrid, Dorotei, to Istanbul in 1466, together with other clerks and bolyars who probably were expatriated be-cause of their anti Ottoman acts during the Skender-Bey’s rebellion.»
- ^ History of The Macedonian People, Ed - Todor Chepreganov, Institute of National History, Skopje 2008. | PDF | Macedonia (Ancient Kingdom) | Ancient Greece, su Scribd. URL consultato il 28 settembre 2021.
- ^ (HR) Nada Bogdanov, Enciklopedija Leksikografskog zavoda, Jugoslavenski leksikografski zavod, 1968, p. 191. URL consultato il 28 settembre 2021.
- ^ Ana Šukarova, Todor Čepreganov e Biljana Mufisofska, History of the Macedonian people, 2008, p. 133, ISBN 978-9989-159-24-4, OCLC 276645834. URL consultato il 28 settembre 2021.
«deportation of the Archbishop of Ohrid, Dorotei, to Istanbul in 1466, together with other clerks and bolyars who probably were expatriated be-cause of their anti Ottoman acts during the Skender-Bey’s rebellion.»
- ^ (SR) Olga Zirojević, Цркве и манастири на подручју Пећке патријаршије до 1683. године, Istorijski institut u Beogradu, 1984, p. 33. URL consultato il 28 settembre 2021.
«1613. године наређено рушење новоизграђених цркава по селима у охридском санџаку»
- ^ (HR) Evliya Çelebi, Putopis: Odlomci o júgoslavenskim zemljama, Svjetlost,, 1967, p. 547. URL consultato il 28 settembre 2021.
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