Nel 1804 Giovan Battista Sonzogno (1760-1822), titolare di una tipografia, cominciò l'attività di stampatore in proprio insieme coi figli Francesco e Lorenzo[1]. Nel settembre 1807 i Sonzogno iniziarono la pubblicazione del «Giornale Bibliografico Universale», la prima pubblicazione in serie a dispense apparsa in Italia. Era costituita da 34 fascicoli per complessivi otto volumi (1807-1812)[2].
Nel 1819 Giovan Battista iniziò a pubblicare l'importante e fortunata «Collana degli antichi storici greci volgarizzati»[3]. Alla sua morte (1822) i due figli, Francesco e Lorenzo, continuarono l'attività, dapprima insieme (nel frontespizio dei loro volumi si legge: dalla tipografia de' fratelli Sonzogno), poi separatamente: Francesco proseguì l'attività di stampatore fino al 1830 (con l'indicazione nel frontespizio: da Francesco Sonzogno di Gio. Battista. Stampatore e Librajo. Corsia de' Servi, poi dalla tipografia di Francesco Sonzogno quondam Gio. Batta stradone a S. Ambrogio , infine dal 1829: contrada della Spiga in Porta Nuova), mentre Lorenzo si dedicò all'attività di editore (con l'indicazione nel frontespizio: presso l'editore Lorenzo Sonzogno libraio sulla Corsia de' Servi n. 602).
Lorenzo sposò Teresa Crespi, proveniente da una famiglia di facoltosi industriali milanesi. Dal 1839 cessò di stampare libri. Il loro secondo figlio, Raffaele, si trasferì a Roma nel 1870, dove diresse il quotidiano «La Capitale». Il terzo figlio, Edoardo (1836-1920), dotato di spiccate capacità manageriali, conferì un nuovo impulso all'attività paterna trasformando la tipografia in una vera e propria impresa editoriale. Nel 1861 fondò la casa editrice vera e propria. Avendo ambizioni nettamente industriali, ma anche più marcatamente letterarie dei suoi antenati (il nonno Giambattista e lo zio Francesco), riuscì a sviluppare una moderna impresa che trattò tutti i generi editoriali: giornali, libri, musica e cataloghi d'arte.
La punta di diamante della produzione giornalistica della Sonzogno fu il quotidiano Il Secolo. Fondato nel 1866, tre anni dopo fu affidato alla guida esperta di Ernesto Teodoro Moneta. Il successo del quotidiano spinse l'editore ad investire in nuovi macchinari: Sonzogno acquistò, primo in Italia, una macchina "a carta perpetua"[7] che era in grado di fornire 250 esemplari al minuto. Il Secolo, stampato in 24 000 copie, divenne in pochi anni il quotidiano più venduto del Nord Italia. Gli alti ricavi di vendita permisero di comprare nel 1874 la Gazzetta di Milano, che l'anno seguente venne assorbita nel Secolo. Nel 1875 Sonzogno cominciò a gestire in proprio la pubblicità sul Secolo: fu il primo quotidiano italiano a prendere questa iniziativa. Tra il 1875 e il 1879 fu proprietario anche di un quotidiano di Roma, la Gazzetta della capitale, rilevata dopo la morte di Raffaele Sonzogno[8].
Le dimensioni dell'azienda si ampliarono ulteriormente: negli anni ottanta lo stabilimento produttivo impiegava 500 operai e forniva giornalmente 60 quintali di carta. Sonzogno decise di ricapitalizzare la casa editrice ricorrendo per la prima volta al mercato. Nel 1895 fondò una società per azioni in accomandita semplice con un capitale di 1.500.000 di lire diviso in 1500 azioni[9]. La raccolta di adesioni ebbe successo poiché 183 accomandanti acquisirono quote. Nel 1896 Edoardo Sonzogno fu determinante per la fondazione della «Gazzetta dello Sport»: fece incontrare Camillo Costamagna ed Eliso Rivera, i due fondatori del giornale. Per i primi anni la «Gazzetta» fu stampata nella tipografia Sonzogno.
XX secolo
Nel giro di quattro anni (1909 e 1913) Edoardo Sonzogno ridusse la propria attività fino a ritirarsi a vita privata. Nel 1909 cedette il quotidiano Il Secolo (ormai in perdita e superato nelle vendite dal rivale Corriere della Sera) al gruppo formato da Giuseppe Pontremoli e dalla banca Zaccaria Pisa[10]; nel 1913 lasciò a Riccardo (1871-1915, figlio del fratello Alberto) il settore tipografico e librario e a Lorenzo (1877-1920, figlio dello zio Francesco) la casa editrice musicale[11]. Riccardo gestì il settore librario insieme con Alberto Matarelli (1875-1958), figlio del noto disegnatore satirico Adolfo Matarelli, già collaboratore dello Spirito folletto[12].
La produzione editoriale del marchio fu incentrata su narrativa e saggistica di largo consumo, con un'attenzione particolare alle tendenze e ai gusti prevalenti nella società. Dal 1904 al 1928 pubblicò a Milano il mensile Varietas.[13] Dal 1914 al 1922 pubblicò il settimanale «Il Mondo».
Nel 1915 morì prematuramente Riccardo Sonzogno. L'attività fu continuata dal socio Alberto Matarelli, che nel 1919 rilevò la proprietà del settore librario e fondò la «Casa Editrice Sonzogno di Alberto Matarelli» con sede in via Pasquirolo.
Nel 2010Marsilio rileva il marchio Sonzogno e il suo catalogo[15].
Nel 2016 il gruppo Marsilio, dopo essere stato acquistato (insieme all'intero settore libri di RCS Mediagroup) da Mondadori, viene ricomprato dalla società GEM della famiglia De Michelis per il 94%[16]. L'operazione di cessione era stata richiesta dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per evitare la concentrazione del mercato libraio da parte di Arnoldo Mondadori Editore[17][18].
Sonzogno oggi si rivolge a un pubblico prettamente femminile, seguendone e interpretandone gusti e interessi, dalla manualistica alla narrativa italiana e straniera di largo consumo.
Nell'ambito della narrativa, Sonzogno spazia dalle saghe di ampio respiro ai thriller, dai romanzi femminili tradizionali o di genere rosa alle commedie sentimentali brillanti. Tra gli autori di maggior richiamo Carol Bolt, Helen Fielding (autrice del Diario di Bridget Jones), Fannie Flagg, Cecilia Ahern, Kathleen E. Woodiwiss, Rosemary Rogerse e l'ormai classica Liala[19].
Nel 2015 ha avuto grande successo la pubblicazione del libro L'intestino felice di Giulia Enders, medico di professione, che, spiegando con linguaggio accessibile e spiritoso "l'organo meno conosciuto del nostro corpo", ha venduto in Germania più di 1 milione di copie (2014).
^La GEM avrebbe voluto rientrare in possesso solo delle proprie quote, ma ha dovuto ricomprarle tutte altrimenti la società sarebbe stata messa all'asta. Cfr. Cesare De Michelis, "Mi riprendo Marsilio alla faccia dell'Antitrust", «Libero», 3 agosto 2016, pp. 20-21.
^Già nel 1939 Sonzogno si propose di pubblicare le opere di Liala, fino a quel momento autrice della Arnoldo Mondadori Editore. Il veto dell'altra autrice "rosa" Mura impedì una felice conclusione dell'operazione.