Abbiamo poche notizie della città in epoca sasanide ma una fonte nestoriana ci informa del fatto che nel 497 esisteva in città un vescovo di Ṭūs e Abarshahr (Nīshāpūr), attestante la presenza di una significativa comunità cristiana in città.[2]
Nel tentativo di reprimere una rivolta in Transoxiana, nell'808 il califfoabbasideHārūn al-Rashīd partì con un forte esercito, accompagnato dal figlio, il futuro califfo al-Maʾmūn ma, ammalatosi, morì nei pressi di Ṭūs,[3] venendo inumato dal figlio in una moschea appositamente eretta.
Lo stesso al-Maʾmūn provvide a far inumare nel mausoleo paterno il cadavere del suocero ʿAlī al-Riḍā, l'ottavo Imamsciitaduodecimano.
Probabilmente il suo figlio più famoso è stato il poeta Ferdowsi, autore del capolavoro epico in lingua persiana dello Shahnameh. Il suo mausoleo, costruito nel 1934 per commemorare il millenario della nascita, domina la città.
«Una serie di terrapieni e di linee in rilievo rivelano il perimetro della città antica. Un vecchio ponte a otto arcate attraversa il fiume; un massiccio mausoleo sormontato da una cupola in mattoni del colore di petali di rosa appassiti si erge sullo sfondo delle montagne azzurre. Nessuno sa dire alla memoria di quale personaggio sia dedicato, per quanto la somiglianza con il mausoleo del sultano Sanjar a Merv faccia pensare che sia stato costruito nel XII secolo. È tutto quanto sopravvive dello splendore di Tus.»