Geologicamente, l'Appennino Settentrionale ha confini diversi rispetto a quelli dettati da pure considerazioni geografiche. A nord ne viene escluso tutto il tratto tra l'entroterra di Genova e il Passo di Cadibona, mentre a sud si estende anche oltre Bocca Trabaria/Bocca Serriola. Dal punto di vista geologico l'Appennino settentrionale è così limitato da due grandi strutture con forte componente trascorrente: a nord la linea Sestri-Voltaggio e a sud la linea Ancona-Anzio[3].
È costituito da falde (ovvero unità tettoniche): masse rocciose di notevole estensione orizzontale che durante i movimenti orogenetici sono traslate di decine o centinaia di chilometri impilandosi le une sulle altre.
La catena appenninica settentrionale è il risultato della sovrapposizione tettonica di due domini paleogeografici diversi: una parte interna liguride e una parte esterna umbro-marchigiana. La storia geologica di questi insiemi geologici è molto complessa. L'insieme esterno è formato da uno zoccolo continentale (zoccolo Apulo) formato prevalentemente da rocce calcaree, poi traslate da ovest verso est. La parte interna liguride, si è originata dall'oceano ligure-piemontese, testimoniato dalla presenza di ofioliti oceaniche, nel Giurassico e nel Cretacico, con una storia strutturale molto complessa e connessa con l'orogenesi alpina.
L'Appennino ligure inizia dal colle di Cadibona e si interrompe al Passo della Cisa, che permette le comunicazioni tra La Spezia e Parma. Il suo percorso corrisponde all'area ligure, passando dal Savonese agli immediati dintorni di Genova. Esso incombe sul Mar Ligure con diramazioni ripide e scoscese, solcate da brevi valli, per lo più trasversali, dense di popolazione. Da ricordare il "gruppo del Beigua", nell'entroterra tra Genova e Varazze, che costituisce il tratto più sottile di questa catena montuosa, con una serie di monti affacciati sul mare con un'altezza compresa tra i 1000 e i 1300 metri (dal m. Beigua al Reixa presso il passo del Faiallo), formati da rocce ofiolitiche a prevalenza serpentinose (appartenenti alle rocce effusive). Invece, verso la Pianura Padana, presenta diramazioni e vallate più lunghe ma meno abitate. Nella zona sono presenti diversi parchi naturali tra i quali lungo la linea dello spartiacque appenninico si possono annoverare il Parco del Beigua (Regione Liguria), delle Capanne di Marcarolo (Regione Piemonte), dell'Antola, dell'Aveto.
^Numerose fonti non citano l'Appennino tosco-romagnolo, considerando tutto il settore tra l'Appennino ligure e quello umbro-marchigiano come "Appennino tosco-emiliano". Ciò dipende dal fatto che sino al 1946 la regione Emilia Romagna si chiamava ufficialmente solo "Emilia". Si veda: Enciclopedia Treccani, voce Emilia RomagnaArchiviato il 15 maggio 2019 in Internet Archive.
Fonti
^abAlfredo Bellandi, La Romagna toscana: paesi dell'Appennino tosco-romagnolo, Edimond, 2004. ISBN 9788850002429.
^abcSi riportano le fonti per i tre punti di vista. Tra le fonti che considerano il valico di Bocca Trabaria il limite tra Appennino Tosco-emiliano (e quindi l'Appennino settentrionale) ed Appennino Umbro-marchigiano (e quindi l'Appennino centrale) si citano: