L'esistenza dell'arco, dedicato dal Senato romano all'imperatore Marco Aurelio, è attestata grazie a fonti letterarie e ad un'iscrizione,[1] oggi perduta ma visibile ancora in età carolingia quando fu trascritta dall'anonimo di Einsiedeln, grazie al quale è stata tramandata. L'arco fu verosimilmente inaugurato durante la prima fase delle guerre marcomanniche (tra il 173 ed il 176), che si concluse con il trionfo dell'"imperatore filosofo" e del figlio Commodo sulle genti germaniche e sarmatiche (dicembre del 176).[2]
L'esistenza di un arco dedicato all'imperatore Marco Aurelio è ipotizzata sulla base di un ciclo di dodici rilievi (otto reimpiegati sull'arco di Costantino, tre conservati nel Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini e un ultimo, scomparso, di cui resta un frammento oggi a Copenaghen). I rilievi, scolpiti in due riprese, nel 173 e nel 176 erano stati attribuiti ad un arcus aureus o arcus Panis Aurei in Capitolio citato dalle fonti medioevali e che sorgeva sulle pendici del Campidoglio, all'incrocio tra la via Lata e il clivus Argentarius, non lontano dalla chiesa dei Santi Luca e Martina, dove i tre rilievi dei Musei Capitolini erano stati riutilizzati.[3] Un altro possibile sito dove potrebbe essere sorto quest'arco è nei pressi della colonna di Marco Aurelio quale entrata monumentale al porticato circostante il monumento coclide e ad un tempio dedicato allo stesso imperatore ed alla moglie Faustina minore.[4]
L'esistenza di un arco dedicato all'imperatore Marco Aurelio è ipotizzata sulla base di un ciclo di dodici rilievi (otto reimpiegati sull'arco di Costantino, tre conservati nel Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini e un ultimo, scomparso, di cui resta un frammento oggi a Copenaghen).
In ogni caso, sia il soggetto comune ai 12 pannelli, che raccontano le imprese militari di Marco Aurelio durante le guerre marcomanniche, sia la presenza fissa alle spalle dell'imperatore di Tiberio Claudio Pompeiano, genero di Marco Aurelio e per un certo periodo suo successore in pectore, fanno propendere per un'origine comune dei rilievi.[5]
Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio (Τῆς μετὰ Μάρκον βασιλείας ἰστορίαι). Versione in inglese quiArchiviato il 4 maggio 2015 in Internet Archive.
Francesca De Caprariis, s.v. Divi Marci, Templum, in Lexicon topographicum urbis Romae vol. xx, pp. xx.
Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce e Annalisa Lo Monaco (a cura di), L'età dell'equilibrio, 98-180 d.C.: Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Roma, Musei Capitolini, MondoMostre, 2012, ISBN978-88-905853-0-2.
Demetrios Michaelides, Lacunari da Piazza Montecitorio, in Lucos Cozza (a cura di), Il tempio di Adriano, serie Lavori e Studi della Soprintendenza archeologica di Roma, 1982, pp. 32–38