Pare che il nome derivi da Ara Thenae, cioè "Altare di Diana", dea della caccia degli antichi Romani.
Storia
Il 6 maggio 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.
Simboli
Gonfalone civico
Lo stemma comunale è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 1º dicembre 1930.[5]
«D'azzurro, alla torre d'argento, torricellata di un pezzo, aperta e finestrata del campo, murata di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con regio decreto dell'11 dicembre 1933[5], è un drappo di azzurro. La bandiera è un drappo troncato di azzurro e di bianco con al centro lo stemma comunale.
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione. Eventi sismici 1976.» — 12 dicembre 2002[6]
Monumenti e luoghi d'interesse
Il castello
Il castello
Il castello, ricostruito dopo il terremoto del 1976, è quanto resta del fortilizio che fino al XIV secolo occupava la sommità del colle, cingendolo con le sue mura. Appartiene al primitivo edificio – e forse al nucleo più antico – la torre, cosiddetta "longobarda", che era posta in prossimità della porta d'ingresso. Per il resto, l'edificio ha subìto nel corso del tempo diversi rimaneggiamenti. Il castello ristrutturato da poco è visitabile.
Il colle di San Martino
Il colle di San Martino è un complesso monumentale di cui fanno parte anche la pieve e il castello.
La grande chiesa parrocchiale, Santa Maria Nascente, risale al 1829 ed è opera di Pietro Schiavi. All'interno è decorata con affreschi di Sebastiano Santi (soffitto, 1832), Leonardo Rigo (presbiterio, 1888-1892) e Aurelio Mariani (coro, 1930). In uno degli altari laterali, è collocato un dipinto del pittore udinese Luigi Pletti, un San Domenico con notevoli arditezze cromatiche e luministiche. Sopra l'altare del SS. Crocifisso, un grande Crocifisso ligneo del XVI secolo, vicino ai modi di Giovanni Martini.
La chiesetta sorge ai piedi del monte Faet, poco al di sopra del borgo Clama, che prende il suo nome da un'antica casata di Artegna.
L'esistenza di una chiesa in Clama, intitolata a san Leonardo, è attestata da un documento del 1281 (testamento di Federico di Prampero). La prima traccia documentale della dedicazione della chiesa a santo Stefano risale al 1431.
Nel 1977, durante lavori di restauro successivi al terremoto del 1976 che colpì rovinosamente il Friuli, mentre si rimuove l'altare settecentesco, vengono rinvenute sette lastre di pietra risalenti all'Alto Medioevo, le quali probabilmente appartenevano alla chiesetta e che fanno presupporre che la fondazione dell'attuale Santo Stefano risalga almeno al periodo carolingio.
Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune ci sono: albanesi, serbi, croati, kosovari, romeni, filippini e ucraini.
Lingue e dialetti
Ad Artegna, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[8]. La lingua friulana che si parla ad Artegna rientra fra le varianti appartenenti al friulano centro-orientale[9].
^Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 19.
Bibliografia
Giuseppe Bergamini (a cura di), Guida artistica del Friuli-Venezia Giulia, Passariano (Udine), Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia, 1999 (voce: Artegna).
G. Bergamini, S. Tavano, Storia dell'arte nel Friuli-Venezia Giulia, Reana del Rojale, Chandetti, 1991.
Maria Cristina Cavalieri Dossi, “Ritrovamento dei rilievi altomedioevali”, in AA.VV., Gli affreschi di S. Stefano in Clama ad Artegna, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1984.
Beatrice di Colloredo Toppani, “Indagine storico-artistica sugli affreschi”, in AA.VV., Gli affreschi di S. Stefano in Clama ad Artegna, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1984.
Decio Gioseffi, Udine: le arti, s.l., Casamassima Editore, 1982.
Cristina Marzocco Marinig, “L'architettura”, in G. Caiazza, C. Marzocco Marinig, Castello di Artegna, Monfalcone, Edizioni della Laguna, 1999.
Gian Carlo Menis, L'antica pieve di San Martino di Artegna e gli affreschi di Gian Paolo Thanner (1530 c.), Artegna, Comune di Artegna, 1999.
Aldo Rizzi, Profilo di storia dell'arte in Friuli, vol. 2, Udine, Del Bianco Editore, 1979.
Tarcisio Venuti, “Le chiese di Artegna tra religiosità e storia”, in AA.VV., Artegna. Storia, terremoto, rinascita, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1979.