Ciro Capobianco (Napoli, 4 dicembre 1960 – Roma, 7 dicembre 1981) è stato un poliziotto italiano, caduto vittima alla stazione del Labaro in via Flaminia in un conflitto a fuoco con un commando di terroristi di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari[1].
Biografia
Entrato nella Polizia di Stato da appena un anno (nel 1980), dopo aver frequentato la Scuola Allievi di Bolzano, nel 1981 Capobianco prestava servizio presso la Questura di Roma.[2]
Il 5 dicembre 1981 la giulietta della polizia con a bordo l'agente Capobianco e altri due agenti, in servizio a Roma sulla via Flaminia, nei pressi del quartiere Labaro venne aggredita da una fiat 131 con a bordo quattro terroristi dei NAR formato da Alessandro Alibrandi, Walter Sordi, Ciro Lai e Pasquale Belsito, alla ricerca di una pattuglia da disarmare. Nel violento conflitto fuoco che ne seguì, il ventunenne agente Capobianco, venne ferito ai polmoni,dopo il conflitto i terroristi abbandonarono la 131 e presero l'autovettura della polizia con ancora capobianco all'interno ferito,venne lasciato sull'auto pochi chilometri dopo quando i terroristi rubarono una 128 gialla. Al ritrovamento venne trasportato d'urgenza in ospedale, morirà due giorni dopo.[3][4]
A terra, dopo il conflitto a fuoco, rimarrà anche Alibrandi: raggiunto alla testa da un colpo sparato alle sue spalle, perirà poche ore dopo.[5] Gli altri terroristi riuscirono invece a darsi alla fuga e a dileguarsi. Verranno poi tutti, in seguito, arrestati, processati e condannati per concorso in attentato con finalità terroristiche.[6]
Onorificenze
«Componente l'equipaggio di una volante veniva barbaramente trucidato in un vile e proditorio agguato terroristico. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di attaccamento al dovere.
[7]»
—
Roma, 5 dicembre
1981
Note
Voci correlate