Più volte modificato, pare iniziato già nel X secolo. Precedente al vescovo Ognibene, nel 1172, è la grande torre tufacea (la parte più antica attuale), mentre il porticato interno risale al XV secolo con colonne di spoglio del 1120 - 1130. Una scultura della Vergine, già sulla facciata interna del palazzo, è di ignoto autore veneziano del XIII secolo e si ammira ora al museo canonicale. Teobaldo III ai tempi di Cangrande fece l'ala meridionale con bifore ove furono collocati gli alloggi del vescovo. Nel 1453 fu rimodernata l'ala meridionale, mentre Ermolao Barbaro fece costruire la Sala dei Sinodi.
Il territorio è suddiviso in 380 parrocchie, raggruppate in 14 vicariati: Verona centro, Verona nord-ovest, Verona nord-est, Verona sud, Lago veronese-Caprino, Lago bresciano, Valpolicella, Valpantena-Lessinia, Est veronese, Bussolengo, Villafranca, Bovolone-Cerea, Isola della Scala-Nogara, Legnago.[3]
Storia
Origini della diocesi
Le origini della Chiesa a Verona sono conosciute grazie al Carmen Pipinianum del IX secolo, che comprende un elenco dei primi otto vescovi, da sant'Euprepio di Verona a san Zeno, morto tra il 372 e il 380, il quale, secondo la tradizione, «reduxit Veronam ad baptismum».[4] Degna di nota è anche la famosa Pianeta di Ravenna (chiamato Velo di Classe), in cui sono segnalati non solo i vescovi di Verona, ma anche santi e vescovi di altre diocesi, venerati a Verona nel IX secolo. Secondo Lanzoni, questi due documenti trasmettono un catalogo di vescovi «da ritenersi, attesa l'alta antichità del medesimo, derivante dai dittici, integro e genuino».[5] Primo vescovo storicamente documentato è Lucillo, il sesto del catalogo, che prese parte al concilio di Sardica nel 342/343.
L'episcopato di Euprepio viene collocato non prima del temporaneo periodo di pace dato alla Chiesa sotto l'imperatore Gallieno (260). Nello stesso Carmen sono menzionati i santi Fermo e Rustico, martirizzati a Verona secondo una tradizione di dubbio valore storico. L'esistenza di san Zeno, che fu un contemporaneo di sant'Ambrogio di Milano e autore di una serie di scritti religiosi, è storicamente attestata da antichi documenti. Si sa inoltre che, al tempo di san Zeno, il paganesimo era ancora profondamente radicato a Verona, in particolare nel contado. Dopo il vescovo Siagrio, la diocesi veronese passò dalla metropoli di Milano a quella di Aquileia. A metà del VI secolo condivise, come tutte le diocesi suffraganee, le posizioni assunte nei riguardi dei Tre Capitoli dalla Chiesa di Aquileia.
Medioevo
Ratoldo, vescovo all'inizio del IX secolo, impose vita comunitaria ai canonici (806) e riorganizzò il clero. Tra i maestri della sua scuola ci fu il diacono Pacifico, grande conoscitore del greco e dell'ebraico. Raterio (metà del X secolo) fu invece un illustre autore, che favorì l'apprendimento e la fondazione della scuola della cattedrale.
Nel 1145 il vescovo Tebaldo II (o Teobaldo) pose la diocesi sotto la protezione della Santa Sede. Il 17 maggio di quell'anno papa Eugenio III emanò la bollaPiae postulatio voluntatis, importante documento che ricostruisce la situazione della Chiesa veronese di quel tempo.
Papa Lucio III morì a Verona nel 1185 dopo avere incontrato in città Federico Barbarossa e avervi celebrato un sinodo, durante l'episcopato di Ognibene, noto canonista. Sempre a Verona si tenne il conclave che elesse papa Urbano III, che passò quasi tutto il suo breve pontificato a Verona.
In questo stesso periodo, durante l'episcopato del cardinale Adelardo, la città di Verona venne divisa in parrocchie. Nel 1336 il numero delle parrocchie cittadine era di 52.
Nel XIII secolo i vescovi Iacopo di Braganze e Gerardo Cossadoca furono entrambi esiliati da Ezzelino da Romano. Anche il vescovo Manfredo Roberti subì insulti e persecuzioni da parte dei ghibellini. Nel 1276 si svolse un sinodo contro i catari, che erano numerosi anche fra il clero. Poco più di vent'anni prima era stato assassinato (1252) e canonizzato (1253) Pietro da Verona, un inquisitore domenicano veronese che aveva condotto con energia una repressione dell'eresia.
Nel 1338 il vescovo Bartolomeo della Scala fu assassinato dal nipote Mastino, signore di Verona. Ciò condusse papa Benedetto XII a revocare ai signori scaligeri il privilegio di nominare i vescovi. Nello stesso secolo il vescovo Pietro della Scala cercò invano di riportare i canonici che obbedivano al patriarca di Aquileia sotto il controllo del loro vescovo. Quando però i Visconti conquistarono Verona, il vescovo Pietro fu bandito.
Nel XV secolo il vescovo Francesco Condulmer istituì una scuola degli accoliti per dare lustro al culto e per dare una formazione al clero. La nuova scuola sostituiva l'antica scuola della cattedrale, che era stata soppressa con l'istituzione dell'università. Verso la fine del secolo il cardinale Giovanni Michiel restaurò la cattedrale e il palazzo episcopale.
Epoca moderna
Nel 1751 la soppressione del patriarcato di Aquileia, da cui Verona aveva sempre dipeso, pose fine alle contese fra il vescovo e i canonici, che fino ad allora erano stati soggetti al patriarca. Contestualmente Verona divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Udine.
^Secondo Lanzoni, Lucillo è il primo vescovo del catalogo veronese documentato anche da altre fonti storiche.
^Nella cronotassi riportata da Lanzoni, Valente occupa il 30º posto dopo Arborio; pur consapevole del fatto che quella non è la sua posizione cronologica, Lanzoni non ritiene di spostarlo in quanto «ogni tentativo di correzione sarebbe arbitraria»; op. it., p. 934. Il sito ufficiale della diocesi colloca Valente prima di Verecondo.
^Il Velo di Classe riporta non solo i vescovi, ma anche i santi venerati a Verona; a questi, nel corso dei secoli furono aggiunti nomi spuri, oppure nomi di santi o martiri riconosciuti tardivamente come vescovi (Lanzoni, op. cit., pp. 927-930). Queste varianti spiegano i motivi per cui la cronotassi di Lanzoni riconosce 35 vescovi da Euprepio a Sigiberto; per lo stesso periodo, il sito ufficiale della diocesi menziona 41 vescovi, mentre Gams 47.
^Per un breve periodo, dal 954 al 956, fu trasferito alla sede episcopale di Liegi.
^Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, p. 806. Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. I, p. 522, nota 3 di Verona.
^Morì il 1º febbraio 1815. Cfr. Eubel, vol. 6, p. 439.
^Prima di ricevere la consacrazione episcopale, fu trasferito alla sede di Udine (Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. X, p. 808). Ricevette l'ordinazione episcopale a Roma il 16 gennaio 1853 (Giovanni Tonolo, TREVISANATO, Giuseppe Luigi, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96, 2019).
^Morì prima di prendere possesso della sede veronese (Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. X, p. 808).
(LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 522–523; vol. 2, p. 265; vol. 3, p. 331; vol. 4, p. 365; vol. 5, p. 411; vol. 6, pp. 438–439; vol. 7, pp. 393–394; vol. 8, p. 587