Le coste del golfo di Palmas sono interamente incluse nel parco geominerario storico e ambientale della Sardegna riconosciuto dall'UNESCO e furono utilizzate per attività estrattiva dell'arenaria e come scalo marittimo fin dall'epoca fenicio-punica per poi divenire un centro mercantile in epoca romana. I resti sono ancora oggi visibili a Sant'Antioco (anticamente Sulki) e a Porto Pino.
Nella zona sono presenti associazioni e programmi di educazione per la salvaguardia del territorio come il progetto SOSS Dunes (Safeguard and management Of South-western Sardinian Dunes)[12], con sede nella Pineta Candiani e cofinanziato dal programma comunitario LIFE+, si prefigge di salvaguardare le dune della Sardegna sudoccidentale, un habitat soggetto a notevole pressione a causa del turismo di massa.
L'associazione Parco Marino Protetto Golfo Di Palmas milita per la valorizzazione delle risorse inespresse, partendo dal presupposto che i principali custodi del territorio siano i cittadini.[13]
Diverse associazioni chiedono da tempo la costituzione di un'area marina protetta ma gli interessi commerciali[14] e le necessità di "sviluppo"[15] non hanno permesso a oggi l’istituzione di un'area di tutela, strumento di salvaguardia ambientale che può attivare efficaci processi di sviluppo culturale ed economico per l'intera comunità.[16]