Artista musicale tra le più dotate del suo tempo, Lia Origoni sfruttò la propria voce delicata ed incisiva, nonché il proprio spessore d'interprete, per spaziare dal genere melodico italiano alla canzone romantica francese (dal repertorio di Édith Piaf ai primi successi di Jacques Brel), distinguendosi anche in efficaci interpretazioni di jazzballad americane (soprattutto Cole Porter).
Biografia
Nasce in una famiglia dove c'era una certa predisposizione per l'arte, infatti lo zio Giacomino Origoni era stato uno dei primi attori del cinema muto italiano. Il suo debutto risale al 1934, quando il tenore Bernardo De Muro, ospite sull'isola di Caprera della figlia di Giuseppe Garibaldi, Clelia, durante una commemorazione, canta di fronte alla tomba di quest'ultimo. Dietro consiglio di De Muro e Clelia, Lia lascia lo studio del violino e si dedica solo al canto. Nel 1938 vince la borsa di studio del Teatro dell'Opera di Roma.
Follie d'Amleto, rivista di Mario Amendola, con Erminio Macario (1946)
Programmi radiofonici Rai
Melodie di tre secoli, interpretate da Lia Origoni, trasmesso il 5 agosto 1949.
Quando spunta la luna a Marechiaro, con il soprano Lia Origoni, tenore Salvatore Di Tommaso, Enrico Salomone e il suo trio caratteristico, orchestra diretta da Armando Fragna, programma scambio tra la Radio Francese e la Radio Italiana, trasmessa il 13 agosto 1949, nella rete rossa.
Strumenti e voci in libertà, programma musicale con Umberto Chiocchio, Mario Gangi e Lia Origoni, trasmesso il 27 agosto 1949
La locanda delle sette note, di e con Lia Origoni con l'orchestra di Piero Umiliani e Mario Gangi, 1963
Discografia
Lia Origoni ha realizzato numerosissime registrazioni, ha eseguito canzoni di svariati autori; in particolare è molto esteso il suo repertorio della canzone francese, ora raccolta in 3 dischi con oltre 60 brani. Ha interpretato anche brani di repertorio classico di autori, specialmente Camille Saint-Saëns, ma anche Jules Massenet e Lao Silesu. Ma si è dedicata anche al repertorio della canzone italiana e napoletana.
Classicamente N.1 con P. Umiliani e Loredana Franceschini
Classicamente N.2 Ensemble da camera di Piero Umiliani, con Mario Gangi, Vittoria Annino e L. Franceschini
Filmografia
Lia: Music Non Stop, del 2014, film documentario diretto, sceneggiato e prodotto dal regista sardo Tore Manca, che racconta la contemporaneità della nota cantante e l'uso che lei ha fatto, da autodidatta e ultranovantenne, delle nuove tecnologie digitali per poter recuperare le vecchie registrazioni delle sue opere.[3]
^ La pellicola vede la partecipazione della coreografa e danzatrice Daniela Tamponi e una colonna sonora con le canzoni originali di Lia Origoni, un brano a lei dedicato composto per l'occasione dalla pianista Irma Toudjian e le musiche elettroniche di matrice industriale del musicista Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab). Il film è stato presentato alla dodicesima edizione de Les Arts Florissants de la Sardaigne (Parigi dal 12 al 22 maggio 2014) Cfr. Articolo nel sito di Lia Origoni
Gian Carlo Tusceri, Lia Origoni, la Violetera della Scala di Berlino, tra i miti del palcoscenico del Novecento europeo', Paolo Sorba editore, La Maddalena, 2013[2].
Claudia Origoni, Io son l'umile ancella.Lia Origoni:Storia di un'artista sarda tra Opera Lirica, Rivista e Teatro, in Almanacco Gallurese 2003-2004, Sassari, 2003
^Tre anni – tanto c'è voluto – per ricostruire nella maniera più attendibile possibile, tra ricordi nitidissimi e documenti alla mano, il profilo di Lia, della cantante e dell'attrice che fu, ma pure la sua personalità e la sua storia, con un vissuto profondamente immerso nel proprio tempo, da Goebbels a re Faruk, a Luigi Einaudi, da Clara Calamai ad Anna Magnani, da Antongiulio Bragaglia a Totò, da Tito Schipa, a Severino Gazzelloni, a Renato Guttuso, a Giorgio Strehler, ai fratelli de Filippo, Renato Rascel, Paolo Poli, a Maurice Chevalier, a Caterina Valente, a Cary Grant e a Mercedes Sosa. Per non parlare dei palcoscenici di fama mondiale, come il Winter-Garten e la Scala di Berlino, il Moulin Rouge e la Salle Pleyel di Parigi, la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Sistina e l'Opera di Roma, soltanto per citare i più famosi