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Lia Origoni

Lia Origoni nel 1961

Lia Origoni (La Maddalena, 20 ottobre 1919La Maddalena, 26 ottobre 2022) è stata un'attrice e cantante italiana.

Artista musicale tra le più dotate del suo tempo, Lia Origoni sfruttò la propria voce delicata ed incisiva, nonché il proprio spessore d'interprete, per spaziare dal genere melodico italiano alla canzone romantica francese (dal repertorio di Édith Piaf ai primi successi di Jacques Brel), distinguendosi anche in efficaci interpretazioni di jazz ballad americane (soprattutto Cole Porter).

Biografia

Nasce in una famiglia dove c'era una certa predisposizione per l'arte, infatti lo zio Giacomino Origoni era stato uno dei primi attori del cinema muto italiano. Il suo debutto risale al 1934, quando il tenore Bernardo De Muro, ospite sull'isola di Caprera della figlia di Giuseppe Garibaldi, Clelia, durante una commemorazione, canta di fronte alla tomba di quest'ultimo. Dietro consiglio di De Muro e Clelia, Lia lascia lo studio del violino e si dedica solo al canto. Nel 1938 vince la borsa di studio del Teatro dell'Opera di Roma.

Il 20 ottobre 2019 ha compiuto cento anni[1].

La carriera

Il 25 dicembre del 1940 Lia debutta al Teatro Valle di Roma nella Rivista Quando meno te l'aspetti di Michele Galdieri con Totò e Anna Magnani. L'anno seguente sempre in un lavoro di Galdieri È bello qualche volta andare a piedi sarà con Rabagliati, Delia Lodi, Tina Pica e Virgilio Riento. Nel 1940 aveva cantato nella Turandot di Giacomo Puccini con Tito Gobbi e Galliano Masini. Tra il 1942-43 Lia Origoni è a Berlino dove si esibisce nei teatri di varietà del Teatro Wintergarten e della Scala.

Dopo il 25 luglio 1943 Lia, in maniera rocambolesca, dalla Germania rientra in Italia. Torna a Roma, dove nel quartiere San Lorenzo abitava la sua famiglia, e con questa si trasferisce a Monsummano Basso in provincia di Pistoia presso un suo zio. Ben presto Lia inizia a lavorare all'EIAR di Firenze dove incontra il maestro Pippo Barzizza. Poi viene scritturata all'Olimpia di Milano. Dopo il 1944 sarà a Venezia dove prende lezioni di recitazione da Memo Benassi e da Giulio Stival che le propone la parte della femme fatale in Addio giovinezza! che va in scena al Teatro Goldoni di Venezia. Con Stival a Milano rappresentano Sogni d'amore.

Nel frattempo Lia trasferisce la famiglia a Rapallo e in quel periodo viene contattata da Macario, con il quale debutterà, come ditta Macario - Origoni, al Teatro Odeon di Milano con Follie di Amleto. La ditta durerà molto poco e Lia viene scritturata al Teatro alla Scala di Milano nell'opera La traviata nella parte di Flora con la regia di Giorgio Strehler. Nel 1948 Lia firmò un contratto con la Rai per una serie di trasmissioni radiofoniche in cui venivano cantate canzoni folkloristiche di tutto il mondo, in quell'occasione conobbe Giorgio Nataletti che era stato il fondatore dell'Istituto per le ricerche etnografiche dell'Accademia di Santa Cecilia e che era membro dell'UNESCO. Nel 1949 studia le canzoni del cabaret francese dell'Ottocento. Nel 1950 fu al Teatro Sistina di Roma con Totò e nel Teatro San Carlo di Napoli dove interpretò la parte di Polly nell'Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, diretta da Anton Giulio Bragaglia.

Il teatro

Programmi radiofonici Rai

Discografia

Lia Origoni ha realizzato numerosissime registrazioni, ha eseguito canzoni di svariati autori; in particolare è molto esteso il suo repertorio della canzone francese, ora raccolta in 3 dischi con oltre 60 brani. Ha interpretato anche brani di repertorio classico di autori, specialmente Camille Saint-Saëns, ma anche Jules Massenet e Lao Silesu. Ma si è dedicata anche al repertorio della canzone italiana e napoletana.

Filmografia

  • Lia: Music Non Stop, del 2014, film documentario diretto, sceneggiato e prodotto dal regista sardo Tore Manca, che racconta la contemporaneità della nota cantante e l'uso che lei ha fatto, da autodidatta e ultranovantenne, delle nuove tecnologie digitali per poter recuperare le vecchie registrazioni delle sue opere.[3]

Note

  1. ^ Festa a La Maddalena per i 100 anni della diva Lia Origoni: fu al fianco di Totó e la Magnani Galluraoggi.it
  2. ^ Cfr. Radiocorriere TV – N. 19 del 10-16 maggio 1959
  3. ^ La pellicola vede la partecipazione della coreografa e danzatrice Daniela Tamponi e una colonna sonora con le canzoni originali di Lia Origoni, un brano a lei dedicato composto per l'occasione dalla pianista Irma Toudjian e le musiche elettroniche di matrice industriale del musicista Arnaldo Pontis (Magnetica Ars Lab). Il film è stato presentato alla dodicesima edizione de Les Arts Florissants de la Sardaigne (Parigi dal 12 al 22 maggio 2014) Cfr. Articolo nel sito di Lia Origoni

Bibliografia

  • Giovanni Meccia, Le mani che hanno fatto la vita, La Compagnia della Stampa, Brescia, 2022; con intervista biografica diretta a Lia Origoni. Le mani che hanno fatto la vita – Compagnia della Stampa[1]
  • Gian Carlo Tusceri, Lia Origoni, la Violetera della Scala di Berlino, tra i miti del palcoscenico del Novecento europeo', Paolo Sorba editore, La Maddalena, 2013[2].
  • Claudia Origoni, Io son l'umile ancella. Lia Origoni:Storia di un'artista sarda tra Opera Lirica, Rivista e Teatro, in Almanacco Gallurese 2003-2004, Sassari, 2003
  • Il Radiocorriere, annata 1950

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN299636446 · ISNI (EN0000 0004 0335 2909 · SBN SCMV038191 · GND (DE1034437054 · BNE (ESXX5637972 (data) · BNF (FRcb16695846m (data)
  1. ^ Giovanni Meccia, Le mani che hanno fatto la vita, La Compagnia della Stampa, 2022, ISBN 978-88-8486-896-1. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  2. ^ Tre anni – tanto c'è voluto – per ricostruire nella maniera più attendibile possibile, tra ricordi nitidissimi e documenti alla mano, il profilo di Lia, della cantante e dell'attrice che fu, ma pure la sua personalità e la sua storia, con un vissuto profondamente immerso nel proprio tempo, da Goebbels a re Faruk, a Luigi Einaudi, da Clara Calamai ad Anna Magnani, da Antongiulio Bragaglia a Totò, da Tito Schipa, a Severino Gazzelloni, a Renato Guttuso, a Giorgio Strehler, ai fratelli de Filippo, Renato Rascel, Paolo Poli, a Maurice Chevalier, a Caterina Valente, a Cary Grant e a Mercedes Sosa. Per non parlare dei palcoscenici di fama mondiale, come il Winter-Garten e la Scala di Berlino, il Moulin Rouge e la Salle Pleyel di Parigi, la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Sistina e l'Opera di Roma, soltanto per citare i più famosi
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