Margherita nacque da Enrico Mainardo, conte del Tirolo e duca di Carinzia ed Adelaide di Braunschweig, nipote di Mainardo II. Nel 1330 sposò Giovanni Enrico di Lussemburgo, fratello di Carlo IV di Boemia (che più tardi sarebbe diventato imperatore). Nel 1330 Enrico, duca di Carinzia e conte di Tirolo, sottoscrisse un trattato con Ludovico il Bavaro, che gli garantiva la successione in linea femminile, se la figlia Margherita si fosse sposata con il consenso del sovrano. Nel 1335 Giovanni Enrico, dopo la morte del duca, assunse la reggenza del Tirolo; nel contempo il duca Alberto d'Austria occupò il ducato di Carinzia, in seguito a un accordo stipulato con Ludovico il Bavaro.[4]
Nel novembre 1341 Margherita - cosa inusuale per una donna - ripudiò il marito Giovanni Enrico, esiliandolo dal Tirolo, e il 10 febbraio 1342 si unì in matrimonio con Ludovico di Brandeburgo, figlio dell'imperatore Ludovico il Bavaro. Il matrimonio suscitò grande scalpore nell'intera Europa, anche perché per motivi politici il papa Clemente VI non volle dichiarare nulle le precedenti nozze. Margherita e Ludovico, inoltre, erano parenti di terzo grado: per tale motivo i due neo-sposi furono scomunicati e la contea del Tirolo fu colpita da un interdetto.[5]
I pareri dei causidici imperiali
A proposito del secondo matrimonio di Margherita, Ludovico il Bavaro aveva precedentemente chiesto un parere a Marsilio da Padova e Guglielmo da Ockham, i due grandi intellettuali ospiti alla sua corte. I due si erano pronunciati in senso favorevole: Ockham scrivendo una Consultatio de causa matrimoniali e Marsilio scrivendo tre formae. Nel primo trattatello - Forma divorcii matrimonialis - Marsilio provò a giustificare giuridicamente la dichiarazione di divorzio promossa da Ludovico il Bavaro in quanto imperatore. Con il secondo, intitolato De matrimonio, Marsilio intese sottolineare il carattere secolare dell'unione matrimoniale. Con il terzo - Forma dispensationis super affinitatem consanguinitatis - egli intese approntare un modello che giustificasse e autorizzasse, entro certi limiti, l'unione matrimoniale fra consanguinei.
Nonostante ciò alcuni difesero la coppia, a cominciare da Marsilio da Padova e Guglielmo di Ockham, i quali, nei loro scritti, presero le parti di questo “matrimonio civile” che, contrariamente alla prima unione, era stato benedetto dalla nascita di un bambino. Ludovico di Brandeburgo, inoltre, riuscì a farsi accettare come reggente del Tirolo. Quando, nel marzo 1347 Carlo di Lussemburgo assediò la sua ex cognata a castel Tirolo, Margherita si difese con valore e l'esercito nemico dovette abbandonare il territorio. Il bando venne revocato solamente nel 1359, grazie alla mediazione di Alberto II d'Austria. Dopo la morte del marito e di Mainardo III, l'unico erede avuto da Ludovico, la duchessa nominò proprio successore il parente Rodolfo IV d'Asburgo, che, nel 1363, le subentrò sul trono tirolese. Da quel momento, e per più di cinquecento anni, la storia del Tirolo coinciderà con quella della Casa d'Austria.[6]
Gli ultimi anni
Margherita trascorse gli ultimi anni della sua vita a Vienna, dove la sua residenza avrebbe dato il nome di “Margaretengrund” (terreno di Margherita) ad un intero sobborgo. La contessa, però, continuò a fare i suoi soggiorni estivi a Predazzo. Margherita morì il 3 ottobre 1369 all'età di 51 anni e fu sepolta a Vienna nella chiesa dei Minoriti.[7]: venne tumulata accanto a Isabella d'Aragona, moglie di Federico il Bello, duca d'Austria. I suoi genitori e il grande Mainardo II riposano, invece, nella cripta dell'abbazia di Stams, in Austria.
Il soprannome "Maultasch"
Il titolo ufficiale di Margherita, nei dosumenti, era "fuerstinn frow Margret, herczoginn ze Payrn vnd grefinne ze Tyrol".[8] Il soprannome "Maultasch" invece (letteralmente "muso a borsa" e traducibile con "bocca sfigurata", "bocca grande" o "bocca larga") comparve per la prima volta attorno al 1366 in una versione bavarese della "Cronaca Universale Sassone" (Sächsische Weltchronik) e venne ripreso in una "Cronaca austriaca" (Österreichische Chronik) del 1393. L'espressione[9] valeva più o meno come "prostituta, donna di facili costumi", e così veniva impiegata principalmente nella propaganda papale e in Boemia.
A partire dal 1425 al soprannome venne attribuito un valore letterale (Maultasch significa bocca a borsa), facendo così ritenere che il volto di Margherita fosse caratterizzato da una bocca deforme (Filippo Villani nel 1400 la definì "medusa"). Pertanto la leggenda che vuole Margherita di particolare bruttezza è probabilmente infondata: i contemporanei, al contrario, l'hanno descritta come assai gradevole. I ritratti, in ogni caso, mostrano una donna non bella ma neppure così brutta. Pure l'ipotesi che il soprannome derivi da un suo parlare sboccato non ha alcun fondamento storico.[10]
Una terza spiegazione fa derivare questo soprannome da una delle località dove Margherita probabilmente[11] amava soggiornare, castel Neuhaus presso Terlano (BZ), allora noto al volgo come castel "Maultasch", nome derivante dalla sottostante dogana, il cui nome origina dal latino "mala tasca" ("trappola per topi").
^Hannes Obermair, Bozen Süd - Bolzano Nord. Scritturalità e documentazione archivistica della città di Bolzano fino al 1500, vol. 1, Bolzano, Città di Bolzano, 2005, pp. 352, n. 717. ISBN 88-901870-0-X
^Estratto da un documentario della RAI Bolzano sul castello "Maultasch"[1]: "was man sicher weiß, dass die Margarete Maultasch auf der Burg sicher nicht oft da war" (tradutto: è noto, che sicuramente la Maultasch non visitava spesso il castello
Bibliografia
AA. VV., Margareta, contessa del Tirolo, Castel Tirolo 2007.
Nino Agostinetti, La Chiesa nazionale italiana dei Minoriti nella Vienna asburgica, ed. del Lombardo Veneto, Padova 1997.
(DE) Wilhelm Baum, Margarete Maultasch - ein Frauenschicksal im späten Mittelalter, Klagenfurt, Kitab-Verlag, 2007. ISBN 978-3-902585-13-4
(DE) Julia Hörmann-Thurn und Taxis (a cura di), Margarete „Maultasch“ − zur Lebenswelt einer Landesfürstin und anderer Tiroler Frauen des Mittelalters, Wagner, Innsbruck, 2007. ISBN 978-3-7030-0438-4
(DE) Ellen Widder, Überlegungen zur politischen Wirksamkeit von Frauen im 14. Jahrhundert. Margarete Maultasch und Agnes von Ungarn als Erbtöchter, Ehefrauen und Witwen, in 1363-2013. 650 Jahre Tirol mit Österreich, a cura di Christoph Haidacher e Mark Mersiowsky, Innsbruck 2015 (Veröffentlichungen des Tiroler Landesarchivs, 20), pp. 91-134.