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Mario Riva

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Mario Riva (disambigua).

«Nientepopodimenoché!»

Mario Riva e Riccardo Billi in una scena del film "Accadde al commissariato".

Mario Riva, pseudonimo di Mario Bonavolontà (Roma, 26 gennaio 1913Verona, 1º settembre 1960), è stato un conduttore televisivo, conduttore radiofonico e attore italiano, che raggiunse vasta popolarità negli anni cinquanta[1].

Biografia

Era il figlio del compositore napoletano Giuseppe Bonavolontà e di Teresa Chinzari da Antrodoco.[2]

Nel 1947 conobbe l'attrice Diana Dei, dalla quale ebbe il figlio Antonello (1951-2020)[3], chef e regista di programmi televisivi.[2]

Era un grande tifoso della Lazio.[4][5]

Carriera

Radio, palcoscenico e grande schermo

Riva fu uno dei pionieri della televisione italiana. Iniziò come attore di varietà, rivista, commedia musicale, cinema, e incominciò la sua carriera durante la seconda guerra mondiale, facendo spettacoli per le truppe. In seguito, per una curiosa coincidenza, incontrò un altro famoso attore di varietà, Riccardo Billi, con il quale creò "Billi e Riva", una delle coppie comiche più famose del suo tempo (in seguito altri seguirono il loro esempio come Tognazzi e Vianello e Franco e Ciccio).

Dal 1938 partecipò, in parti secondarie, a diverse commedie e radiodrammi per l'EIAR; nella stagione 1942-1943 fece parte del cast di attori della popolare trasmissione settimanale Il Terziglio, con testi di Federico Fellini, Marcello Marchesi, Dino Falconi, Edoardo Anton e altri, e recitò accanto a giovani attori come Giulietta Masina, Miranda Bonansea, Gemma Griarotti, Nunzio Filogamo e Rocco D'Assunta. Nel 1949 presentò alla radio Oplà, programma che, in seguito agli impegni cinematografici del conduttore, fu affidato all'esordiente Corrado, ritenuto suo erede.

Negli anni cinquanta avvenne l'incontro con i due giovani autori Garinei e Giovannini, con i quali, sempre assieme a Billi, interpretò alcune delle più famose e importanti riviste dell'epoca, con Wanda Osiris, Gino Bramieri, Alba Arnova, Walter Chiari, Carlo Campanini, Totò e Peppino De Filippo. Riva lavorò molto anche in campo cinematografico. Comparve in più di cinquanta pellicole a fianco di attori quali Totò, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Walter Chiari, Aldo Fabrizi, e altri grandi interpreti, compresa la sua compagna Diana Dei e il solito Billi, col quale nel 1954 fu protagonista del film di Lattuada Scuola elementare e con cui aveva partecipato un anno prima alla trasmissione televisiva di varietà di Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, Un due tre.

Domenica è sempre domenica

La piastrella autografata da Mario Riva sul muretto di Alassio

Alla fine degli anni cinquanta, con l'avvento della neonata televisione (allora in bianco e nero e con un solo canale), dopo un esordio nella trasmissione Duecento al secondo di Garinei e Giovannini, tentò un nuovo linguaggio di spettacolo (sempre con la collaborazione di Garinei e Giovannini, diventati la firma più prestigiosa del varietà italiano) con lo spettacolo musicale Il Musichiere (primo quiz musicale televisivo della storia della TV), trasmesso dal 7 dicembre 1957 fino al 7 maggio 1960 dalla Rai, con circa 90 puntate.

La trasmissione all'epoca registrava un ascolto di 19 milioni di ascoltatori, paralizzando di fatto l'Italia: nei cinema di Roma e Milano, i gestori dovettero predisporre gli apparecchi TV per evitare che le sale in quel giorno e in quell'orario andassero deserte. Oltre a condurre la competizione tra i concorrenti, che si sfidavano per provare la loro conoscenza musicale, Mario Riva, che grazie a questa trasmissione poteva a buon diritto essere considerato il padre del sabato sera televisivo italiano, appariva al fianco degli ospiti d'onore, molto spesso celebrità internazionali, con i quali talvolta si produceva in inaspettati duetti (famoso quello con Joséphine Baker).

Riva interpretava la sigla finale della trasmissione Domenica è sempre domenica, che rimase per molto tempo una delle canzoni più popolari.

Sue vallette nella trasmissione sono state attrici in seguito divenute famose quali Lorella De Luca, Alessandra Panaro, Carla Gravina, Patrizia Della Rovere, Marilù Tolo, Brunella Tocci.

La morte in palcoscenico

Mario Riva dopo la caduta al Festival del Musichiere, che lo portò alla morte

Il 21 agosto 1960, Riva era impegnato nella serata finale de Il Festival de Il Musichiere, all'Arena di Verona. Come anche dettagliatamente riportato in un articolo a pagina 5 del quotidiano l'Unità del 23 agosto 1960, il presentatore, percorrendo un praticabile del retroscena dell'alto palcoscenico eretto nel centro dell'anfiteatro, inciampando nell'oscurità (ingannato peraltro da una striscia di tela di sacco[6][7] che celava uno spazio vuoto sottostante), precipitò rovinosamente dall'altezza di tre metri riportando la frattura della sesta vertebra dorsale, la frattura della quarta e quinta costola di destra, la frattura della quinta costola di sinistra, la sospetta frattura dello scafoide carpale destro e una ferita lacero contusa al cuoio capelluto.

L'incidente avvenne alle 21:15 circa. Riva aveva appena dato istruzioni al numeroso pubblico che gremiva oltre metà dell'Arena di Verona sul modo di comportarsi per permettere il regolare svolgimento della ripresa televisiva e si era ritirato nel retroscena. Scomparso alla vista del pubblico, il direttore Gorni Kramer diede il segnale d'attacco alla sua orchestra e lo spettacolo incominciò regolarmente senza che nessuno degli spettatori si avvedesse del trambusto che invece avveniva dietro le quinte. Il presentatore, che era atteso in scena mentre brandiva una torcia che sembrasse quella olimpica (per celebrare l'evento dell'anno, i Giochi olimpici di Roma), rimase semiaccecato dalle fortissime lampade del proscenio e cadde malamente fra assi e attrezzi.

Prontamente ricoverato in ospedale fu sottoposto alle cure più urgenti (tra le quali l'infusione di un antibiotico fino ad allora utilizzato solo nelle broncopolmoniti infantili, la Polimixina E (Colistina), consigliato dal prof. Campanacci di Bologna), ma sopraggiunte complicazioni polmonari (broncopolmonite da trauma) e cardiache concorsero ad aggravare il quadro clinico, ponendo fine prematuramente alla sua vita il 1º settembre all'età di 47 anni.

La notizia della sua morte destò commozione e sconcerto in tutta Italia. Il giorno del suo funerale, a Roma, fuori dalla basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria a piazza Euclide[8] si raccolsero 250.000 persone. Poiché durante il secondo conflitto mondiale era stato di stanza a Zara nel Corpo dei Bersaglieri, la sua bara fu portata dai soldati di questo corpo.

La salma è stata cremata e le ceneri tumulate al cimitero del Verano a Roma.

Filmografia

Prosa radiofonica EIAR

Programmi radio

  • Parata d'estate, varietà musicale condotto da Mario Riva, regia di Riccardo Mantoni 1951
  • Cantate con noi, varietà musicale presentato da Mario Riva con Riccardo Billi, 31 luglio 1955.
  • Ventiquattresima ora, programma in 2 tempi, regia di Silvio Gigli, 1958-1959.

Programmi televisivi

Il teatro di rivista

Note

  1. ^ Riva, Mario, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ a b Mario Riva, su halleyweb.com. URL consultato il 26 luglio 2013.
  3. ^ Morto Antonello Riva, regista e chef, figlio di Mario, il conduttore del «Musichiere», su roma.corriere.it, 23 maggio 2020. URL consultato il 18 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2020).
  4. ^ Mario Riva, un grande laziale | CENTRO STUDI NOVE GENNAIO MILLENOVECENTO, su novegennaiomillenovecento.it, 17 settembre 2013. URL consultato il 25 agosto 2024.
  5. ^ Mario Riva cuore biancoceleste, su La Lazio Siamo Noi. URL consultato il 25 agosto 2024.
  6. ^ Redazione online de Il Tempo, Erano le 21,11 del 21 agosto 1960., su iltempo.it, 23 agosto 2010. URL consultato il 26 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  7. ^ Giancarlo Governi, Gianni Borgna, Storie Sospette - Mario Riva - La caduta, su youtube.com, Rai Storia.
  8. ^ Cinquant'anni fa moriva Mario Riva il suo "Musichiere" nella storia della tv, su roma.repubblica.it, la Repubblica, 28 agosto 2010.

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