Democrazia Cristiana con Rotondi (dal 2023) In precedenza: DC (1975-1994) PPI (1994-1995) CDU (1995-2002) UDC (2002-2005) DCA (2005-2009) PdL (2009-2013) FI (2013-2015) RC (2015-2018) DC (2018-2021) Verde è Popolare (2021-2023)
Nel 2003 si sposa con Maria Grazia Spatola, farmacista, da cui avrà tre figlie: Mariangela, Daria e Federica[1]. Suo testimone di nozze è stato Silvio Berlusconi.[2]
Nel gennaio 2005 Rotondi abbandona l'UDC per dedicarsi alla costituzione di un nuovo partito di ispirazione cristiana e centrista che si rifacesse apertamente all'esperienza della storica Democrazia Cristiana.
Si candida a presidente di Regione sia del Piemonte sia della Campania alle elezioni regionali del 2005 per la Democrazia Cristiana, ottenendo rispettivamente l'1,03% e il 2,12%, senza riuscire però a essere eletto consigliere regionale in nessuna delle due votazioni.
La questione della ricostituzione della Democrazia Cristiana
Nel 1997, alcuni politici di centro, come Giuseppe Pizza, Giuseppe Alessi e Flaminio Piccoli, decidono di rifondare la Democrazia Cristiana (come Rinascita della Democrazia Cristiana), ma il Viminale impedisce alla formazione politica di partecipare alle elezioni, da ciò scaturirà poi una battaglia legale, conclusasi solo alla fine del 2006: la sentenza finale stabilisce quindi che la DC poteva ricostituirsi anche col nome originale, in quanto il partito storico non era stato sciolto da un organo di partito, ma dalla decisione presa per una serie di motivi dal segretario di allora Mino Martinazzoli.
Nel 2005, però, si ebbe una scissione capeggiata da Angelo Sandri, che anche dopo la sentenza definitiva del 2006 si contende il nome e il famoso simbolo dello scudo crociato col partito di Pizza. Inoltre, a complicare il tutto, nel 2012 viene costituito un ulteriore movimento politico, capeggiato da Giovanni Angelo Fontana, con lo stesso nome, e che quindi si unisce nella contesa per questo e per il simbolo.
Già una sentenza del 2005 aveva concesso al movimento di Rotondi, la Democrazia Cristiana per le Autonomie, la denominazione del partito storico della Prima Repubblica, che ha avuto però l'aggiunta dell'Autonomia per distinguerlo dal partito di Sandri, che nasceva in quel periodo. Si stabilì poi per il simbolo che il partito atto a usarlo era l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, nel quale erano confluiti i Cristiani Democratici Uniti, di cui Rotondi era tesoriere e proprio perché lui ne chiese l'uso nel 1995, all'atto della costituzione dei CDU e fu ciò a ispirare la costituzione del partito di Piccoli, Pizza e Alessi.
Alle elezioni amministrative del 2007 è candidato a consigliere della provincia di Vicenza per la Democrazia Cristiana per le Autonomie a sostegno del candidato presidente Silvano Miotello nei collegi Vicenza I, Schio I e Bassano del Grappa I, attestandosi intorno allo 0,2% e non riuscendo ad essere eletto.
Il 29 aprile 2009, prima delle elezioni europee di quell'anno, dichiara: "Domani non andrò in Consiglio dei Ministri, per me comincia una lunga vacanza. Sono deluso ma tacerò per non disturbare la campagna elettorale del partito, alla cui fondazione ho contribuito e nel quale non mi è stato permesso di indicare un solo candidato. Naturalmente sosterrò il PdL e darò la preferenza a Silvio Berlusconi, ma solo in quanto mio testimone di nozze".[2]
Anni 2010
Alle elezioni regionali in Piemonte del 2010 si candida a consigliere regionale per "Alleanza di Centro-Democrazia Cristiana", il movimento di Francesco Pionati, a sostegno del candidato presidente di centrodestra Roberto Cota,[7] ma con sole 172 preferenze non viene eletto[8] e per la lista non scatta neppure un seggio in consiglio, visto il pessimo risultato (0,30% regionale).[9]
Il 29 giugno 2011 durante un'intervista a la Repubblica ha affermato: «Ai tempi d'oro mettevo da parte anche la metà di quel che guadagnavo, oggi dei 12.000 euro, tra indennità e portaborse, ne rimangono solo 4.000, considerando tutte le spese personali per dormire e mangiare a Roma» e lanciando una provocazione «propongo che il 2012 diventi l'anno del parlamentare a chilometro zero. A costo zero. Ridotto a vero proletario: dal prossimo 1º gennaio al successivo 31 dicembre lo lasciamo senza busta paga e senza uno straccio d'auto blu su cui salire e pavoneggiarsi».[10] Le sue affermazioni hanno suscitato indignazione.
Ha più volte dichiarato di essere favorevole al riconoscimento delle unioni omosessuali, in contrasto con la linea ufficiale del suo partito.[11][12]
Il 27 giugno 2015 presenta a Roma Rivoluzione Cristiana, nuovo movimento politico con l'obiettivo di rappresentare i cattolici della Terza Repubblica.[16]
In vista delle elezioni politiche del 2018 annuncia inizialmente di non volersi ricandidare in Parlamento;[18] tuttavia, successivamente viene candidato da Forza Italia come capolista alla Camera nel collegio plurinominale Abruzzo - 01,[19][20] ottenendo la rielezione a deputato.[21] La candidatura di Rotondi in Abruzzo è dovuta al fatto che possiede una casa di famiglia a Pineto (Teramo),[22] dove trascorre le vacanze estive.[23]
Il 7 luglio 2018 viene nominato, all'unanimità, presidente nazionale della federazione della nuova Democrazia Cristiana, riassemblamento di alcuni dei movimenti e partiti ispirati allo scudo crociato e alla tradizione democratico-cristiana;[24] il 13 luglio 2019 la Democrazia Cristiana cessa di essere un partito e diventa una fondazione, presieduta dallo stesso Rotondi.[25]
L'11 dicembre 2020 Rotondi fonda l'associazione Italia 2023, "un gruppo di esperti della società civile impegnato nell’analisi e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo politico-economico"[27]. Il 15 gennaio 2021 al Senato, in seguito del ritiro dei ministri di IV dal Governo Conte II, il gruppo politico di maggioranza del MAIE assume nuova denominazione MAIE-Italia23.
In vista delle elezioni comunali del 2021, Rotondi sceglie di separarsi dalla coalizione di centrodestra, appoggiando il sindaco uscente di centrosinistra Giuseppe Sala, del centrosinistra, come già aveva fatto alle elezioni amministrative del 2016[28]. Nel luglio 2021, all'indomani della costituzione di Europa Verde, presenta insieme a Paola Balducci la nuova associazione di ispirazione ambientalista "Verde è Popolare"[29]. Verde è Popolare si costituisce come partito il 26 settembre successivo. Nel frattempo viene pubblicato il libro Variante DC. Storia di un partito che non c’è più e di uno che non c’è ancora.
Alla fine del mese di febbraio 2023 Rotondi annuncia che è stata raggiunta un'intesa con Lorenzo Cesa e Antonio De Poli per riunificare i due partiti democristiani del centrodestra, l'UdC e Verde è Popolare con "l'ipotesi di riassumere la denominazione Democrazia cristiana in modo da coinvolgere anche i numerosi partiti che negli ultimi anni hanno provato a riattivare la Dc storica".[34]
Successivamente Rotondi, sostenendo che la denominazione sia stata trasferita a lui come rappresentante legale, annuncia che sarà un tribunale a mettere ordine nella disputa con le altre formazioni centriste che continuano ad utilizzare il nome della DC. Inoltre Rotondi nega di aver ricevuto una diffida dall’avvocato Antonio Cirillo, segretario di un’altra DC che ha come segretario Fabio Desideri, suo ex compagno di partito nella Democrazia Cristiana per le Autonomie.[35]
A fine luglio Rotondi presenta il gruppo consiliare della Regione Campania “Moderati e Riformisti” in accordo con il Nuovo PSI del consigliere regionale Stefano Caldoro.[36]
Infine alla fine di ottobre, in una convention a Saint-Vincent annuncia il ritorno della DC con la dicitura "Democrazia Cristiana con Rotondi".[37] Al primo appuntamento elettorale la lista di Rotondi raccoglie solo lo 0,3% alle regionali in Sardegna del 25 febbraio 2024 senza eleggere alcun consigliere. Invece alle elezioni regionali in Abruzzo del 10 marzo e a quelle in Basilicata del 21/22 aprile, così come già successo alle regionali in Molise del giugno 2023, viene presentata una lista comune con l'Unione di Centro ma con l’1,17% e il 2,5% non viene eletto alcun consigliere.
Dal 1997 è giornalista professionista[39]. Inizia giovanissimo fondando nel 1975 Il Corriere di Avellino e nel 1979 Proposta 80, organo di stampa dell'omonimo movimento politico, fondato da lui stesso in polemica interna con Ciriaco De Mita e vicino alla corrente di Gerardo Bianco.
Pubblica vari volumi dedicati alla vita politica e culturale dell'Irpinia: Trenta Irpini, Trenta ospiti, quindi Trentamila Irpini e infine Viva Sullo, omaggio a Fiorentino Sullo, suo punto di riferimento politico insieme a Gerardo Bianco. La Caporetto democristiana è amaramente dedicata a Mino Martinazzoli e a Ciriaco De Mita. Nel 1998 pubblica Testimone a difesa, con la prefazione di Francesco Cossiga, nel 2004 Il caso Buttiglione. I dieci anni dei democristiani senza la DC e nel 2021 La variante DC. Storia di un partito che non c'è più e di uno che non c'è ancora.
Da marzo a luglio 1995 è stato condirettore politico del quotidiano Il Popolo, testata ufficiale del Partito Popolare Italiano, il più grosso erede della Democrazia Cristiana, scioltasi l'anno prima.