Il nome Rosa Bianca era già in uso dal 1980, da parte dell'associazione Rosa Bianca, associazione liberale e personalista di cattolici per l'educazione alla politica e alla democrazia, che ha preso nome e ispirazione dal gruppo della Rosa Bianca, attivo nella Resistenza antinazista dei moderati nel Terzo Reich.
Il partito, dapprima presentato appunto con la denominazione Rosa Bianca, utilizzata a livello locale da alcuni circoli cultural-politici dell'area lombarda con riferimento in Bruno Tabacci, generalmente utilizzò il nome Rosa per l'Italia in seguito all'inibizione legale nell'uso della denominazione richiamante l'omonimo movimento tedesco[3][4].
II successivo reclamo circa l'inibizione del nome fu rigettato[5].
Storia
I primi passi
La fondazione del movimento è dovuta, secondo i fondatori, alla rinuncia del leader Casini al progetto di costituire una nuova forza di centro e superare il bipolarismo, così come approvato durante l'ultimo congresso del partito. Baccini e Tabacci criticano il fattuale ritorno dell'UDC all'interno della Casa delle Libertà e la rivalutazione di Silvio Berlusconi come capo della coalizione di centrodestra. In un'intervista al programma televisivo Unomattina, Mario Baccini dichiarò che la Rosa avrebbe corso da sola alle elezioni[6], ma pochi giorni dopo affermò anche che il dialogo sarebbe stato rivolto principalmente verso il centro-destra[7].
Il 12 febbraio i vertici del partito, al quale si era unito nell'atto fondativo l'ex segretario nazionale della CISLSavino Pezzotta, presentarono il simbolo ufficiale[8]: una rosa bianca con stelo e due foglie sopra le parole "Libertà e Solidarietà", su uno sfondo blu.
Nell'assemblea parlamentare del Senato, viene costituita la componente della Rosa per l'Italia con il nome di "Movimento Civico Federativo Popolare" (alla quale aderisce Mario Baccini). Aderiscono al movimento anche gli europarlamentari Gianni Rivera e Beniamino Donnici, i quali però lasceranno quasi subito.
Nella stessa tornata elettorale, il segretario Baccini ottiene lo 0,73% delle preferenze per la carica di Sindaco di Roma[15]. Pochi giorni dopo annuncia il proprio appoggio al candidato del Popolo della LibertàGiovanni Alemanno in vista del ballottaggio, sostenendo la necessità di un rinnovamento per il Comune di Roma amministrato ormai da tempo dal centrosinistra[16]. Questa scelta viene decisamente criticata da Pezzotta[17]. In occasione delle elezioni per il Presidente della Camera dei Deputati, lo stesso Baccini dichiara il proprio voto per il candidato del PdL Gianfranco Fini e, il 5 maggio, aderisce al Gruppo misto uscendo così dal soggetto che aveva contribuito a fondare[17].
Il 14 maggio poi vota la fiducia al Governo Berlusconi IV e si dimette pertanto da ogni incarico nel partito; lo stesso giorno Tabacci viene nominato nuovo segretario nazionale. Successivamente Baccini ha dato vita alla Federazione dei Cristiano Popolari.[18]
Insieme ad altri moderati di diversa sensibilità, inoltre, alcuni Pezzottiani fanno parte del laboratorio di formazione politica "Persona è futuro", che si propone di porre la filosofia del personalismo (Mounier, Maritain, Sturzo) come base culturale di una rinnovata iniziativa politica nell'area di centro.
Il 17 gennaio 2013 la Rosa per l'Italia annuncia l'uscita dall'Unione di Centro e l'adesione al Gruppo misto della Camera di Pezzotta[20].
Chiusura
Nel 2014 il partito di fatto cessò di esistere, peraltro senza particolari annunci in tal senso.
Note
^Copia archiviata, su rosaperlitalia.org. URL consultato il 23 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2008).