È nato il 15 novembre 2013 ad opera degli esponenti del Popolo della Libertà contrari al suo scioglimento e alla rifondazione di Forza Italia, nonché favorevoli a continuare a sostenere il Governo Letta.
Dal 2014 appoggiò il Governo Renzi, della cui maggioranza di larghe intese ha fatto parte.
Il partito viene sciolto ufficialmente il 18 marzo 2017, dal presidente del partito stesso, Angelino Alfano che fonda nella stessa data un nuovo partito, Alternativa Popolare, di ispirazione centrista e moderata.
Il 15 novembre 2013 la componente de Il Popolo della Libertà vicina alle posizioni del segretario politico Angelino Alfano, gli altri ministri del governo Letta e altri esponenti di matrice cristiano democratica annunciano la scelta di non partecipare al Consiglio nazionale del PdL del giorno successivo, dove sarà sancito lo scioglimento del partito. Di conseguenza nascono i gruppi parlamentari autonomi[5]. Essi sono formati dai 30 senatori e dai 29 deputati che non hanno seguito Silvio Berlusconi nella rinata Forza Italia, decidendo di continuare a sostenere il governo Letta[6][7][8] Vi aderiscono inoltre 7 europarlamentari sui 24 del PdL, che formano un gruppo autonomo all'interno della delegazione italiana del Gruppo PPE[9], un presidente di Regione (il calabrese Giuseppe Scopelliti, ex MSI-AN-PdL) 16 assessori regionali e 88 consiglieri regionali[10].
In seguito alla decadenza a Palazzo Madama di Silvio Berlusconi, il suo seggio è andato al primo dei non eletti nelle liste del PdL in Molise, Ulisse Di Giacomo, che ha aderito al gruppo del Nuovo Centrodestra[11].
Nella grande coalizione, il Nuovo Centrodestra con il Partito Democratico e Scelta Civica ha sostenuto il Governo Letta, esprimendo 5 ministri, un viceministro e 7 sottosegretari:
Nella grande coalizione, il Nuovo Centrodestra con il Partito Democratico e Scelta Civica fa parte del Governo Renzi, esprimendo 3 ministri, 2 viceministri e 7 sottosegretari:
Nella grande coalizione, il Nuovo Centrodestra con il Partito Democratico fa parte del Governo Gentiloni, esprimendo 3 ministri, 2 viceministri e 8 sottosegretari:
Il 5 marzo 2014 il deputato Alberto Giorgetti, sottosegretario al Ministero dell'Economia nel Governo Letta non riconfermato nel Governo Renzi, lascia NCD per passare a Forza Italia[27]. Il 2 aprile 2014Gioacchino Alfano (coordinatore pro-tempore del Nuovo Centrodestra per la Campania) ha affermato che NCD avrebbe superato i 120.000 iscritti;[28] lo stesso giorno l'ex sindaco di Milano e senatore Gabriele Albertini, eletto con Scelta Civica, ufficializza la sua adesione a NCD; sale quindi a 32 il numero di senatori di NCD[29].
Il 13 aprile 2014 il senatore Paolo Bonaiuti, portavoce storico di Berlusconi e già sottosegretario alla presidenza nei Governi Berlusconi, lascia la rinata Forza Italia per aderire a NCD[30]; il giorno dopo l'ex Presidente del Consiglio Enrico Letta smentisce la notizia secondo la quale lui starebbe per aderire a NCD lasciando il Partito Democratico[31][32][33].
Il 5 luglio, lascia NCD il senatore "cossighiano" Paolo Naccarato (ex assessore regionale della Calabria con il centrodestra ed ex sottosegretario alle riforme nel Governo Prodi II con il centrosinistra, eletto con la lista della Lega Nord in quota 3L grazie alla vicinanza con l'ex Ministro dell'Economia Giulio Tremonti) aderendo al gruppo GAL, costola di Forza Italia al Senato che vota con l'opposizione: Naccarato si era già dimesso dal collegio dei probiviri di NCD alcuni giorni prima criticando la deriva del partito (che a suo avviso va) "verso il nullismo politico" dovuta, a suo avviso, alla mancanza di leadership di Alfano a causa del ruolo ministeriale. Il 13 ottobre 2014 NCD subisce un altro addio importante: il senatore trapanese Antonio D'Alì (ex sottosegretario al Ministero dell'Interno nel II e III Governo Berlusconi, ex presidente della Provincia di Trapani, considerato dalla stampa come un "potente ras di preferenze") lascia NCD per aderire a Forza Italia tra le critiche dei dirigenti di NCD; tuttavia il giorno seguente il senatore Pietro Langella (ex assessore della Provincia di Napoli, ex-UdC ed ex-Forza Campania) a lasciare il gruppo GAL per aderire a NCD e quindi il gruppo NCD al Senato ritorna a 32 componenti.
Il 30 settembre 2014 NCD riesce a eleggere il suo deputato Antonio Leone (già Vicepresidente della Camera dei deputati nella XVI legislatura), come nuovo componente laico del CSM perdendo però un deputato in quanto il subentrante (viste le liste del PdL alle elezioni politiche del febbraio 2013) Trifone Altieri aderisce al gruppo rivale di Forza Italia.
Nel corso del 2014 si sono tenute cinque elezioni regionali: in Sardegna nel febbraio 2014 (dove NCD era assente), in Piemonte nel maggio 2014 (dove NCD correva insieme all'UdC tramite lista unica senza aderire ad alcuna coalizione ed è rimasto fuori dal Consiglio Regionale), in Abruzzo nel maggio 2014 (dove NCD correva insieme all'UdC tramite lista unica aderendo alla coalizione di centrodestra guidata dal governatore uscente Gianni Chiodi ottenendo appena un solo consigliere), in Calabria nel novembre 2014 (dove NCD correva tramite una propria lista alleata solamente con quella dell'UdC ottenendo 3 seggi contro nessun seggio per la lista UdC.
Questo risultato in Calabria, dove NCD ha ottenuto il triplo dei voti dell'UdC, ha spinto la dirigenza dell'UdC ad accettare la proposta di NCD di creare il gruppo parlamentare unitario di Area Popolare nel parlamento nazionale), in Emilia-Romagna nel novembre 2014 (dove NCD correva insieme all'UdC tramite lista unica senza aderire ad alcuna coalizione ed è rimasto fuori dal Consiglio Regionale).
In tutte queste elezioni, i risultati di NCD (con la parziale eccezione del voto calabrese) hanno provocato forti delusioni rispetto alle aspettative. Da notare che in Calabria molti esponenti di NCD (tra cui l'ex presidente della Calabria Giuseppe Scopelliti) hanno abbandonato il partito, per tornare nella tradizionale coalizione di centrodestra a guida berlusconiana, poco prima del voto regionale a causa del basso risultato nel voto europeo.
Anche nelle elezioni comunali che si sono tenute nel 2014 NCD ha ottenuto bassi risultati, sia quando era alleata con il centrodestra berlusconiano e pure quando correva solamente insieme all'UdC. Questi bassi risultati elettorali a livello comunale e regionale hanno provocato forti malumori tra i parlamentari.
Dopo l'esperienza della lista unica NCD-UdC, i vertici del NCD hanno scelto di mantenere l'alleanza con l'UdC di Pier Ferdinando Casini e ufficializzare la decisione di dar vita entro la fine del 2014 in entrambi i rami del Parlamento a un gruppo unico ribattezzato Area Popolare[40] propedeutico alla nascita di un nuovo partito unico filo-PPE[41][42].
Il capogruppo di AP Maurizio Sacconi[40] (esponente di NCD) ha dichiarato[40] che l'arrivo di Anitori[40] dimostra, a suo personale avviso, la correttezza[40] della scelta compiuta da NCD (e dall'UDC) nell'aver fondato[40]Area Popolare.
La crisi politica in vista delle regionali 2015
Il 31 gennaio 2015 Maurizio Sacconi, tramite lettera ufficiale pubblicata, ha comunicato, in seguito alla decisione di Alfano di votare Sergio Mattarella (PD) durante l'elezione del Presidente della Repubblica, le sue irrevocabili dimissioni da Capogruppo di Area Popolare al Senato.[43] Sacconi denuncia la totale incapacità di Alfano, leader di NCD, di far valere la voce di NCD all'interno della maggioranza (di grande coalizione) che sostiene il Governo Renzi e per lo stesso identico motivo si è dimessa, nello stesso giorno, anche Barbara Saltamartini dall'incarico di portavoce di NCD.
L'ex ministro Nunzia De Girolamo, tramite un comunicato ufficiale pubblicato il 2 febbraio 2015, ha chiesto ad Angelino Alfano di lasciare la guida del Ministero dell'Interno del Governo Renzi per dedicarsi a tempo pieno alla guida del partito in vista del difficile appuntamento delle elezioni regionali 2015 perché, secondo Nunzia De Girolamo, bisogna cercare di evitare la ripetizione dei fallimenti ottenuti nelle elezioni comunali e regionali 2014.
A giugno 2015 il deputato Antonio Marotta, ex consigliere laico CSM in quota UdC, abbandona Forza Italia ed entra nel Nuovo Centrodestra.
Elezioni regionali e amministrative del 2015
Nuovo Centrodestra decide di presentarsi autonomamente in lista unica con l'Unione di Centro in Toscana. In Veneto sostiene il sindaco di VeronaFlavio Tosi assieme al Partito Pensionati e all'UdC.
Nelle Marche decide di appoggiare il governatore uscente del PD Gian Mario Spacca passato al centrodestra con Forza Italia e forma una lista unica con Marche 2020.
In Puglia candida Francesco Schittuli, sostenuto anche da Oltre con Fitto e Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale. In Umbria il centro-destra si presenta unito e candida il sindaco di Assisi Ricci.
I risultati finali sono rispettivamente in Toscana (lista NCD-UDC) 1,2%, in Veneto (sempre in lista unica coi centristi) 2% e un seggio, nelle Marche 3,7% e un seggio, in Puglia (assieme al Movimento Schittulli) 5% e due seggi, in Umbria 2%, in Liguria (con l'UDC) e un seggio (ottenuto solamente grazie al listino bloccato del presidente); in Campania, infine, 5,5% e un seggio.
Il 14 ottobre 2015 il senatore Gaetano Quagliariello si dimette dalla carica di coordinatore nazionale del partito, pertanto la medesima carica diviene vacante.[45]
In vista delle elezioni amministrative del 2016, in cui sono chiamati al voto molti comuni, nonché i comuni capoluogo (tra cui Roma e Bologna), l'NCD:
A Trieste il partito sostiene il proprio candidato Alessia Rosolen con la lista Un'altra Trieste-Popolare. Rosolen ottiene il 2,63%, mentre la lista ottiene il 2,83% e non elegge consiglieri.
A Torino il partito sostiene il candidato di Conservatori e RiformistiRoberto Rosso, presentando in comune con l'UdC la lista Unione di Centro-Area Popolare. La lista ottiene l'1,41% e non elegge consiglieri.
A Milano NCD sostiene il candidato di centrodestra Stefano Parisi con la lista Milano Popolare. La lista ottiene il 3,14% ed elegge un consigliere comunale.
A Bologna NCD sostiene Manes Bernardini e appoggia la lista Insieme Bologna, senza però presentare candidati.
A Roma il partito sostiene il candidato di centrodestra Alfio Marchini con la lista Roma Popolare. La lista ottiene l'1,41% e non elegge consiglieri.
A Isernia il partito sostiene il candidato centrista Cosmo Tedeschi, presentando in suo appoggio la lista Isernia Civica. La lista ottiene l'1,77% e non elegge consiglieri.
A Napoli NCD sostiene il candidato di centrosinistra Valeria Valente con la lista Napoli Popolare. La lista ottiene l'1,99% ed elegge un consigliere.
A Cagliari il partito sostiene il candidato di centrodestra Piergiorgio Massidda, presentando in suo appoggio la lista Popolari Sardi per Cagliari. La lista ottiene il 3,18% ed elegge un consigliere.
I deludenti risultati delle elezioni provocano forti malumori e scontri all'interno del partito.
Ulteriori abbandoni
Il 19 luglio 2016Renato Schifani si dimette da capogruppo di Area Popolare al Senato, in rottura con la scelta centrista di Alfano[48]. Il 4 agosto seguente Schifani e Antonio Azzollini lasciano NCD e tornano in Forza Italia.[49]
Il 5 dicembre 2016 il deputato Maurizio Bernardo (Presidente della Commissione Finanze della Camera) annuncia le sue dimissioni da NCD e dal gruppo Area Popolare.[50] Tale annuncio non avrà però alcun seguito pratico.
Referendum costituzionale e la fine del progetto di Area Popolare
Successivamente, in seguito alla vittoria del NO al referendum, tale frattura si è ufficialmente concretizzata il 6 dicembre 2016, quando il segretario dell'UDCLorenzo Cesa annuncia la fine del progetto centrista - «forse mai decollato» - di Area Popolare[51], contestualmente abbandonano quindi i gruppi parlamentari di Area Popolare i quattro deputati e il senatore dell'UDC, sancendo così la fine, oltreché del progetto centrista stesso, anche del gruppo parlamentare e di ogni forma di alleanza tra l'NCD e l'UdC.[52][53][54] I deputati UdC Rocco Buttiglione, Paola Binetti, Giuseppe de Mita e Angelo Cera lasciano il gruppo Area Popolare e passano al gruppo misto.
Il 9 febbraio 2017 anche il senatore UdC Antonio de Poli lascia il gruppo Area Popolare; con lui se ne va anche il senatore Giuseppe Esposito, che lascia NCD.
Dissoluzione
Il 18 marzo 2017 il leader del partito, Angelino Alfano, annuncia lo scioglimento di Nuovo Centrodestra per costituire il partito Alternativa Popolare. Alfano ha motivato tale scelta con la seguante dichiarazione: "NCD si evolve in nuovo partito politico che ne supera la denominazione ma che si conferma nella sua collocazione politica. Questo perché in Italia è sorta essenzialmente una nuova destra che non intendo criticare ma che non ha nulla a che vedere con la ‘D’ di quel centrodestra in cui abbiamo vissuto e abbiamo creduto in questi anni”.[55][56][57][58]
Il 1 novembre 2014, su pressione del ministro Alfano, è iniziata l'operazione Triton (originariamente chiamata Frontex Plus[68]), un'operazione di sicurezza delle frontiere dell'Unione europea condotta da Frontex. L'operazione Triton è iniziata dopo la fine dell'operazione italiana Mare Nostrum, giudicata troppo costosa per un singolo Stato dell'UE (9.000.000 € al mese per 12 mesi).
In tema del referendum costituzionale, il Nuovo Centrodestra si è dichiarato favorevole con l'intenzione di voler votare sì per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.
Patrimoniale
Il Nuovo Centrodestra si è dichiarato contrario alla presenza della patrimoniale nella legge di stabilità.
Lavoro
Il Piano Lavoro elaborato prevede:
Un sistema di protezione unico per chi perde il lavoro;
Agevolazioni per gli imprenditori che assumono giovani;
l'Assemblea Nazionale, di 400 membri fra i quali sindaci e consiglieri regionali, che definisce la linea politica da adottare attraverso mozioni, ordini del giorno e risoluzioni, nonché l'organizzazione dei Coordinamenti regionali;
la Direzione Nazionale, di 60 membri, ha il compito di attuare gli indirizzi dell'Assemblea Nazionale;
il Presidente, che dura in carica 3 anni e rappresenta legalmente il partito;
il Tesoriere, che si occupa della gestione dal punto di vista economico-finanziario e patrimoniale;