I nomi sono nella versione italiana, e a fianco di ciascuno è riportato il nome della città odierna che si ritiene fosse al centro della rispettiva zona di insediamento. In alcuni casi sono indicate due sedi, occupate in tempi diversi nel corso delle migrazioni di cui si ha notizia.
I Boi si insediarono nella valle del Reno. Da loro, secondo alcuni, prese il nome Bologna (in latino Bononia, in precedenza l'etrusca Velzna, latinizzato in Felsina). Pare che l'origine del nome etnico Boi venga dall'antico celtico bogos significante conquistatori oppure coloro che vincono distruggendo.
I Senoni presero il controllo di Ravenna alla fine del IV secolo, più tardi cacciarono gli Umbri più a sud insediandosi a Sena Gallica. Sembra, infine, che assediarono più volte la città etrusca di Siena, da cui probabilmente ha derivato il nome. Secondo la tradizione, sotto il comando di Brenno, misero a saccoRoma nel 386 a.C. Celebre la frase attribuita a Brenno, che, gettando la spada sul piatto della bilancia con cui veniva pesato l'oro richiesto per il riscatto dei prigionieri romani, esclamò. Vae victis! (guai ai vinti!). Questa, ed altre leggende, vennero tramandate per generazioni fra i Romani, insieme al terrore per il ripetersi, negli anni successivi, di invasioni da parte di altre tribù celtiche (il cosiddetto metus gallicus) e insieme al desiderio di vendetta, che si compì pienamente solo in occasione della campagna con cui Giulio Cesare assoggettò la Gallia fra il 58 a.C. e il 52 a.C., dallo stesso Cesare descritta nei suoi commentarii di guerra, il famosissimo De bello Gallico.
Taurini - Augusta Taurinorum (Torino), Segusium (Susa), definiti "celto-liguri"
I Celti della penisola iberica sono tradizionalmente considerati come popolazioni che vivevano ai confini del mondo celtico della cultura di La Tène, ovvero la cultura celtica dell'età del ferro. La penisola iberica rappresenta una delle aree europee maggiormente influenzate dalla cultura e dagli insediamenti dei Celti.
^Cesare, De bello Gallico, I 5,2-5. I Boi erano stati costretti a migrare ad occidente dall'avanzata dei Daci di Burebista, che li avevano cacciati dai loro territori ad ovest del Lago Balaton. Alcuni si erano rifugiati nell'odierna Boemia, che proprio da loro prende il nome, altri si erano riversati nel Norico, assediando ed espugnando l'antica città di Noreia, altri ancora avevano risalito il fiume Danubio fino al territorio degli Elvezi, unendosi a loro
^Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 39, 3; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LIV, 31, 3; AE1958, 73 (Pannonia inferiore, Novi Slankamen / Acumincum): Titus Flavius Proculus princeps praefectus Scordiscorum annorum XXXXI hic situs est Titus Flavius Dulcis pater filio suo pientissimo fecit.
^John Boardman, I. E. S. Edwards, E. Sollberger, and N. G. L. Hammond, The Cambridge Ancient History, Vol. 3, Part 2: The Assyrian and Babylonian Empires and Other States of the Near East, from the Eighth to the Sixth Centuries BC, ISBN 0-521-22717-8, 1992, p. 600.
^abIon Grumeza, Dacia: Land of Transylvania, Cornerstone of Ancient Eastern Europe, ISBN 0-7618-4465-1, 2009, p. 51: "In a short time the Dacians imposed their conditions on the Anerati, Boii, Eravisci, Pannoni, Scordisci,"