Augusta Emerita, l'odierna città spagnola di Mérida, in epoca romana era la capitale della provincia della Lusitania. Il cristianesimo si affermò ben presto come pure le prime strutture ecclesiastiche. Il primo vescovo noto della diocesi di Augusta Emerita è Marziale, il cui nome appare in una lettera di Cipriano di Cartagine della metà del III secolo.
Tra gli arcivescovi di Augusta Emerita, si ricordano in particolare: Idacio, fine del IV secolo, come ebbe tanta parte nell'avversare l'eresiapriscillianista; e Mausona, che lottò contro l'arianesimo e nel III Concilio di Toledo del 589 favorì la conversione del re goto Recaredo dall'arianesimo all'ortodossia cattolica.
Sono tre i concili provinciali che si celebrarono ad Augusta Emerita, ma di uno solo di questi sono giunti fino a noi gli atti, e cioè il concilio del 666. Gli altri due concili sono noti per via indiretta; il primo si celebrò probabilmente dopo il 325 e prima del concilio di Toledo del 400; il secondo ebbe luogo poco dopo il 650.[2]
Nel 714 Mérida fu conquistata dagli arabi, ma la successione episcopale fu probabilmente mantenuta, visto che nell'862 si trova indicato il nome di Arnulfo. Nel 1120papa Callisto II istituì la metropolia di Santiago di Compostela, che ereditò i diritti metropolitici dell'antica sede di Mérida.
Attorno all'875 fu fondata da Ibn Marwan la città araba di Badajoz, popolata da molti fuoriusciti, sia musulmani che cristiani, venuti da Mérida. Secondo storici recenti, nella nuova città di Badajoz si operò un fatto unico nella Spagna mozarabica, ossia la creazione di una diocesi ex novo, che le fonti arabe menzionano come la tredicesima della provincia ecclesiastica di Mérida.[3] Gli stessi storici non escludono che l'arcivescovo di Mérida abbia trasferito la sua sede a Badajoz, essendo Mérida divenuta oramai insicura per le continue lotte interne del califfato arabo e per le guerre contro i cristiani del nord. Sono noti i nomi di tre vescovi di questa diocesi: Teudocuto (904), Julio (932) e Daniel (1000), che probabilmente governavano una piccola comunità cristiana in un contesto a maggioranza musulmano. Dopo il X secolo non si conosce più nulla di questa primitiva diocesi di Badajoz.
Nel 1228 Badajoz fu riconquistata da Alfonso IX di León, con l'aiuto preponderante degli ordini militari cavallereschi di Santiago e di Alcántara. Questi acquisirono in cambio ampi possedimenti, che ottennero ben presto l'esenzione ecclesiastica, costituendosi nel tempo come vere e proprie diocesi nullius, indipendenti dall'autorità dei vescovi locali, nella fattispecie dei vescovi di Badajoz; questo determinò continui conflitti di giurisdizione e competenza, che si protrassero fino all'Ottocento.
Il 29 ottobre 1230papa Gregorio IX scrisse all'arcivescovo di Santiago di Compostela per invitarlo a ricostituire le due diocesi nei territori recentemente sottratti agli Arabi, ossia le sedi di Mérida e di Badajoz. In realtà, i territori di competenza degli arcivescovi di Mérida furono concessi, tramite privilegi confermati in seguito dai papi, ai priori degli ordini militari. Anche la ricostituzione della diocesi mozarabica di Badajoz incontrò delle difficoltà, se è vero che il primo vescovo noto, Pedro Pérez, appare per la prima volta solo nel 1255, venticinque anni dopo la lettera di Gregorio IX.
Fin dalla sua fondazione, la diocesi assunse il nome ecclesiastico di dioecesis Pacensis, per l'errata convinzione che Badajoz corrispondesse all'antica città romana di Pax Iulia, che in epoca visigotica aveva assunto il nome di Pace. Oggi non ci sono più dubbi sul fatto che la civitas Pacensis corrisponda in realtà alla portoghese Beja, a circa 160 km da Badajoz.[4]
Come consuetudine i vescovi erano eletti dal capitolo della cattedrale e confermati dal metropolita di Santiago di Compostela, di cui la diocesi era suffraganea. Bernardo fu il primo vescovo nominato dalla Santa Sede nel 1300; Gómez Suárez de Figueroa invece fu l'ultimo vescovo eletto dal capitolo nel 1480, prerogativa che da questo momento fu assegnata ai re spagnoli.
Il 3 maggio 1664 fu istituito il seminario diocesano, dedicato a sant'Attone, di cui nel 1754 si inaugurò il nuovo edificio.
Nel 1873 la bolla Quo gravius di papa Pio IX sottraeva all'amministrazione degli ordini militari di Santiago e di Alcántara ampi territori e li aggregava a quelli della diocesi, che fino ad allora aveva avuto proporzioni territoriali modeste. Con questa decisione il pontefice dette attuazione ai provvedimenti del concordato del 1851[6], che erano rimasti lettera morta per l'opposizione degli ordini militari. Fu in questa occasione che l'antica città di Mérida entrò a far parte a pieno titolo della diocesi di Badajoz; contestualmente la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia.
Il 28 luglio 1994 la diocesi è stata elevata al rango di arcidiocesimetropolitana con la bolla Universae Ecclesiae di papa Giovanni Paolo II; contestualmente la chiesa di Santa María la Mayor di Mérida è stata assunta al rango di concattedrale e l'arcidiocesi ha preso il nome attuale, a ricordo dell'antica sede metropolitana di epoca romana e visigotica.
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 39-47.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 47-51.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 51-60.
^Eubel, sulla scia di Gams, distingue due vescovi di nome Gil, Gil Colonia e Gil Ruíz, separati da due vescovi apocrifi, o intrusi, Juan (menzionato nel 1286) e Alfonso (menzionato nel 1287); in realtà, come documenta Lambert (op. cit., coll. 107-108), si tratta di un unico e solo vescovo. Cf. anche: (ES) William S. Kurtz, Don Gil, obispo de Badajoz, Pax et Emerita, 6, 2010, pp. 341-400.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 61-62.
^Le fonti datano la bolla di nomina di Simón in modo diverso: per Eubel è il 1309, per España sagrada e Kurtz l’anno corretto è il 1308.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 63-72.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 80-83.
^Di questo vescovo esiste l'atto di elezione, che corregge la data riportata da Gams e ripetuta da Eubel, pubblicato in: (ES, LA) Francisco Tejada Vizuete, Manuel Fernández Fernández, Paulo Jorge Rodríguez Ortiz, Corpus Medievale Pacense. Colección de Pergaminos Medievales II, siglo XIV (1301-1367), «Memorias de la Real Academia de Extremadura de las Letras y las Artes V», Trujillo, 2002, pp. 622 ss.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 84-88. Secondo Teodoro Agustín López, non ricevette mai la consacrazione episcopale. Per Kurtz non risulta una conferma papale per la sua elezione, ma aggiunge che nei pochi documenti in cui è attestato il suo nome, non vi è mai l’aggiunta di electus.
^Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, pp. 581-590.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 106-112. Ignota la data esatta di morte di questo prelato: la sede era vacante l'11 settembre 1378 (Kurtz, p. 112).
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 114-120.
^Vescovo dell'obbedienza romana. Tutti gli altri vescovi di questo periodo (scisma d'Occidente) appartengono all'obbedienza avignonese. (ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 124-126.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 147-163.
^(ES) Kurtz, Obispos (medievales) de Badajoz, pp. 163-166.
(LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 383–384; vol. 2, pp. 209–210; vol. 3, p. 266; vol. 4, p. 269; vol. 5, pp. 301–302; vol. 6, p. 323; vol. 7, p. 294; vol. 8, pp. 432–433