Il Giro d'Italia 1933, ventunesima edizione della "Corsa Rosa", si svolse in diciassette tappe, dal 6 maggio al 28 maggio 1933, su un percorso di complessivi 3 340 km. Fu vinto da Alfredo Binda, davanti al belga Jef Demuysere e a Domenico Piemontesi. Su 97 partenti arrivarono al traguardo finale 51 corridori.[1]
Edizione del Giro caratterizzata da diverse novità. Il numero delle tappe fu aumentato da 13 a 17, riducendo il chilometraggio medio e il numero di giorni di riposo allo scopo di dare maggior vivacità alla corsa;[2] furono inoltre introdotti abbuoni di tempo sia al traguardo (3' in caso di vittoria con arrivo isolato, 2' per vittoria in volata su un gruppo ristretto, 1' per vittoria in volata) sia sulle quattro salite della corsa – con un massimo di 3' per il primo a transitare sulla vetta più alta (il Tonale, nell'ultima tappa).[3] Fu istituita la classifica del Gran Premio della Montagna[4] e fu introdotta una maglia bianca per distinguere il primo nella classifica degli "isolati". Infine si disputò la prima tappa a cronometro nella storia del Giro, la Bologna-Ferrara di 62 km.
L'ammontare dei premi salì a 296.000 lire e comparvero i primi carri pubblicitari al seguito della gara.[4] La corsa fu dominata da Alfredo Binda, che si aggiudicò sei tappe, vestì la maglia rosa al termine di tredici frazioni e fece suo anche il Gran Premio della Montagna (transitò per primo su tutte e quattro le salite della corsa).[1] L'altro favorito Learco Guerra, già vincitore di tre tappe, fu invece costretto al ritiro da una caduta rimediata nelle fasi finali della sesta tappa, a Roma presso Villa Glori.[5]
^Il Littoriale cita 51 aggruppati, non indicando René Vietto poi al via con l'Olympia-Spiga. Anche alcuni numeri di gara sono differenti, si veda Gli iscritti, in Il Littoriale, anno VII, n. 109, 6-7 maggio 1933. URL consultato il 18 giugno 2020.
Bibliografia
Pier Bergonzi, Elio Trifari (a cura di), Un secolo di passioni - Giro d'Italia 1909-2009, Il libro ufficiale del centenario, Milano, Rizzoli, 2009.