Castellino Tanaro è su un territorio collinare, a un'altitudine di 613 ms.l.m.[5]
È classificato nella zona sismica 4[6] (bassa possibilità di danni sismici).
Clima
Il comune è inserito nella zona climatica F e ha un fabbisogno termico di 3 075[7]gradi giorno. La normativa attuale non pone limiti all'accensione degli impianti di riscaldamento[5].
Origini del nome
Deriva dal tardo latino, richiama l'antica fortificazione posta sul colle (di cui oggi resta una torre) che sovrasta il paese.
Storia
L'epoca esatta della fondazione di Castellino non è nota; ritrovamenti archeologici attestano la presenza di Romani, in queste terre, almeno dal I secolo d.C.; le popolazioni locali erano della tribùPublilia.
Durante il Medioevo Castellino venne infeudato alla famiglia aleramica dei Valperga di Masino; poi entrò a far parte del marchesato di Ceva; successivamente venne ceduto ai Germonio di Piero e Sale.
Dal 27 maggio 1655 Castellino rientrò sotto la giurisdizione cebana, passando sotto ai marchesi Paolo Antonio e Gerolamo Pallavicino-Ceva.
Ultima famiglia ad avere giurisdizione diretta sul paese fu quella dei Vivalda di Mondovì, già signori di Igliano, il cui barone Giovanni assunse il titolo di marchese di Castellino.
Sempre durante la campagna napoleonica fu notevole la sortita del 14 maggio 1799, portata da un pugno d'uomini comandati dal capitano Francolino di Castellino e dal chirurgo Cerrina di Murazzano, che costrinse alla resa il comandante francese della fortezza di Ceva, Maris.
Circondata da aloni di leggenda è l'impresa compiuta quattro giorni prima, da 8 uomini della prima compagnia di Castellino; si dice che riuscirono a issare il proprio stendardo sui bastioni della suddetta fortezza, a dispetto dei francesi occupanti.
Lo stemma comunale di Castellino richiama quello del marchesato di cui era sede, ed è stato riconosciuto con D.P.C.M. del 16 marzo 1953.[9]
D'azzurro, alla cortina muraria d'argento, alle tre torri ghibelline aperte del campo, alla stella d'oro a cinque punte in capo. Ornamenti esteriori da Comune.[8].
Il gonfalone comunale fu concesso con decreto del presidente della Repubblica del 16 novembre 1954[9] che così lo descrive:
«Drappo di colore azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento: COMUNE DI CASTELLINO TANARO. Le parti in metallo ed i cordoni sono argentati. L'asta verticale è ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»
«Castellino Tanaro, nel corso della guerra di Liberazione reagì per lunghi mesi alla spietata aggressione nazifascista, tanto da meritare l'appellativo di "Comune e popolo ribelle". Soggetto a ripetuti rastrellamenti, continuamente depredato dei suoi beni e dei prodotti essenziali alla sua sopravvivenza, privato delle sue case date alle fiamme, il popolo di Castellino non cessò mai di opporre una strenua resistenza al nemico che voleva fiaccare, con ogni mezzo, l'indomito spirito dei suoi partigiani. Fulgido esempio di attaccamento alla libertà e di fede nella resurrezione della Patria. Castellino Tanaro, marzo 1944 - aprile 1945» — 17 maggio 1996
Monumenti e luoghi d'interesse
Torre medioevale: costruita in stile gotico con blocchi d'arenaria, dalla posizione in cui si trova domina una vasta area. Si tratta dell'ultimo imponente (35 metri d'altezza, 30 di circonferenza) resto di una fortificazione d'epoca marchionale, distrutta fra '700 e '800, dalle truppe napoleoniche. È citata da Giosuè Carducci ne La Bicocca di San Giacomo[11].
Santuario della Madonna della Neve: sembra che, in origine, fungesse da chiesa parrocchiale anche per il vicino paese di Igliano; è in una posizione piuttosto suggestiva. Al suo interno è conservata una stele, rinvenuta nelle vicinanze, attestante una sepoltura romana.
Chiesa di San Carlo: nata come oratorio dei disciplinanti, è attigua alla chiesa parrocchiale, unita a questa dalla sacrestia, edificata nel 1884. Ha subìto, per lungo tempo, degrado e abbandono, fino al recente restauro, da parte delle autorità municipali, che ne ha salvato le pregevoli decorazioni e ne ha permesso la destinazione a sala polivalente.
Cappella di San Cristoforo: vi è conservato un raffinato affresco del '500, del 'maestro di Cigliè', raffigurante la Madonna in trono col Bambin Gesù e i Santi Pietro e Sebastiano, un Santo vescovo e San Rocco, sovrastati da Dio Padre. Anche le pareti esterne erano affrescate, ma sono state rese illeggibili da incuria e intemperie.
Chiesetta di San Rocco: conserva, al suo interno, un intero ciclo di affreschi del 1527, opera di diversi artisti.
Castellino era servita da una propria stazione ferroviaria posta lungo la Ferrovia Bra-Ceva, situata in località Piantorre. La ferrovia è stata chiusa in seguito ai danni subiti dalla alluvione del 1994.
^ab Consiglio regionale del Piemonte, Comuni della provincia di Cuneo, Cuneo, Nerosubianco, 2008, pp. 124-125.
^abCastellino Tanaro, su Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali, busta 266, fascicolo 4109.6. URL consultato l'8 maggio 2023.