La Juventus, rinforzatasi in questa stagione con l'ala Gino Colaussi prelevata dalla Triestina per la somma di cinquecentomila lire,[1] dovette tuttavia presto affrontare il lutto per la perdita del suo allenatore, l'ex bandiera Umberto Caligaris, improvvisamente scomparso poco dopo la metà di ottobre, neanche quarantenne, per via di un aneurisma che lo colpì nel corso di una partita fra vecchie glorie.[2]
Gli subentrò in panchina un altro dei protagonisti del Quinquennio d'oro, Federico Munerati, il quale a fine anno traghettò i bianconeri al quinto posto della classifica nel campionato di Serie A, che per ragioni di propaganda nonché per rasserenare la popolazione, proseguì nonostante l'entrata nell'Italia nel secondo conflitto mondiale per volere di Benito Mussolini, convinto a torto di trovarsi davanti a una guerra lampo che invece sfocerà in una delle pagine più drammatiche nella storia della penisola.[3] Frattanto il calcio continuava il suo regolare svolgimento, e in Coppa Italia i piemontesi, che pure nel turno precedente avevano superato l'Ambrosiana-Inter al tempo ai vertici,[4] vennero estromessi negli ottavi di finale dalla Fiorentina campione uscente, sconfitti a Firenze per 5-3.[5]
^Gara prevista alle ore 15:00 CET, iniziata con poco più di 45 minuti di ritardo per l'arrivo a Genova della Juventus pochi minuti prima dell'incontro dovuto a cause di forza maggiore, motivo per cui la società bianconera chiese invano il rinvio della partita ad altra data o almeno alle 17:00 CET dello stesso giorno; cfr. Luigi Cavallero, La Juventus non regge all'urto del Genova si disunisce e perde nettamente: 2 - 0, in La Stampa, 10 febbraio 1941, p. 4. URL consultato il 13 febbraio 2021. La mattina del 9 febbraio 1941 la città ligure fu duramente colpita da un bombardamento navale a opera della Royal Navybritannica che causò la morte di 144 civili.
^Secondo alcune cronache dell'epoca, anche la prima rete fu realizzata da Loik; cfr., ad esempio, Juventus-Venezia 2-2, in Il Littoriale, 14 aprile 1941, p. 3. URL consultato il 13 aprile 2021. Cfr., ancora, La Juventus si salva dalla sconfitta all'ultimo minuto, in Corriere della Sera, 14 aprile 1941, p. 4. Secondo il dettagliato racconto di Vittorio Pozzo, tuttavia, in occasione della piccola mischia da cui scaturì il vantaggio veneziano, «[...] Loich e Pernico [sic] da due passi si dividono l'onore della segnatura. Pernigo tocca la palla per ultimo, quando già essa sta per oltrepassare la linea»; cfr. Vittorio Pozzo, L'intraprendente squadra del Venezia pareggia con la Juventus: 2-2, in La Stampa, 14 aprile 1941, p. 4. URL consultato il 13 aprile 2021.
^Cfr. Ambrosiana contro Juventus oggi all'Arena, in Corriere della Sera, 11 maggio 1941, p. 4.
Bibliografia
Carlo F. Chiesa, Il Bologna chiude il suo ciclo, in Il grande romanzo dello scudetto, 3ª puntata, Calcio 2000, aprile 2002, pp. 40-59, ISBN non esistente.