Persi alcuni protagonisti del precedente ciclo (Peruzzi, Di Livio e Deschamps), nell'estate 1999 la Juventus puntò su nuovi elementi: tra questi il portiere olandese Van der Sar – primo numero uno straniero della storia bianconera –, il promettente esterno Zambrotta e l'attaccante serbo Kovačević.
A causa della sconfitta nello spareggio UEFA che aveva chiuso la stagione precedente,[2] la squadra, onde garantirsi una partecipazione alle coppe europee,[3] fu impegnata a livello ufficiale fin dal precampionato, disputando e vincendo la Coppa Intertoto UEFA:[4] l'affermazione, oltre a riconvalidare il primato bianconero di successi nelle competizioni confederali all'epoca vigenti,[5] valse la qualificazione al tabellone principale della Coppa UEFA.[4] In questa fase, a livello logistico si segnalò la decisione societaria di disputare eccezionamente le gare interne di Coppa lontano da Torino, a fronte dell'ipotesi di probabili incassi negativi dovuti allo scarso riempimento dello stadio delle Alpi, tantopiù nel periodo estivo: i piemontesi fecero base a Cesena per tutti gli incontri interni dell'Intertoto,[6][7] così come migreranno a Palermo per alcuni successivi turni di Coppa UEFA.[8][9]
Positivo fu l'avvio in campionato (nonostante un'inaspettata battuta d'arresto all'avvio contro i debuttanti della Reggina[10]), che vide subito una corsa per lo scudetto con la Lazio.[10][11] Gli stessi biancocelesti eliminarono la Juventus in Coppa Italia, sconfiggendola nei quarti di finale: a distanza di alcune settimane, toccò allo spagnolo Celta Vigo estromettere i piemontesi dall'Europa.[12] La domenica successiva, il 2-0 sul campo del Piacenza sembrò rappresentare la decisiva fuga verso il tricolore.[13]
Le sconfitte con il Milan e i romani riaprirono, a sorpresa, il discorso del titolo.[14][15] Il 22 aprile 2000 i bianconeri, apparsi in flessione rispetto ai più vivaci biancocelesti, passarono comunque a Firenze mantenendosi a +5 dalla Lazio.[16] Nel turno seguente persero tuttavia abbastanza clamorosamente a Verona, assottigliando il loro vantaggio a 2 punti,[17] per poi mantenere le distanze sconfiggendo di misura il Parma sette giorni dopo[18] grazie a un Del Piero che, nell'occasione, ruppe un'astinenza sottorete su azione che, in Serie A, si protraeva da 567 giorni.[19]
L'ultima e quindi decisiva giornata vide gli uomini di Ancelotti sconfitti a sorpresa sul campo del Perugia: l'incontro rimase celebre per la sospensione di oltre un'ora, dovuta alla pesante pioggia, decisa dall'arbitro Collina. La ripresa iniziò quindi in ritardo, quando le altre gare erano già concluse: un gol di Calori diede il successo agli umbri, con la Juventus che finì seconda a causa del contemporaneo sorpasso della squadra laziale, da par suo vittoriosa contro la Reggina.[20]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico per la stagione 1999-2000 fu Kappa, mentre gli sponsor ufficiali furono Canal+ nelle competizioni nazionali, attraverso il marchio D+ eccezion fatta per le gare interne di Coppa Italia, marchiate Canalsatellite,[21] e Sony nelle manifestazioni europee.
^Gara inizialmente disposta per le 20:30 CET, poi spostata in fascia oraria pomeridiana per motivi di ordine pubblico; cfr. Comunicato ufficiale n. 366 del 17 marzo 2000, su lega-calcio.it, 17 marzo 2000. URL consultato il 24 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2001).
^Giornata di campionato interamente anticipata di un giorno (24-25 anziché 25-26 marzo 2000) per permettere la partenza dei giocatori sudamericani impegnati con le rispettive nazionali nelle gare di qualificazione al campionato del mondo 2002; cfr. Alessandro Gandolfi, Una domenica cancellata, in La Repubblica, 11 marzo 2000. URL consultato il 24 marzo 2021.
^Gara sospesa all'intervallo e ripresa dopo 71 minuti a causa di un violento nubifragio che aveva reso difficilmente praticabile il campo di gioco; cfr. Marco Ansaldo, La Juve paga una settimana di veleni, in La Stampa, 15 maggio 2000, p. 27. URL consultato il 14 maggio 2021.
^abcGara disputata a Cesena per decisione della società.
^abGara disputata a Palermo per decisione della società.