Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 1991-1992.
Stagione
«È durato 16 mesi e 20 giorni l'esilio volontario, fra apprensioni e serenità. Apprensioni per una squadra che pretendeva vincente anche senza di lui; serenità per gli stress che non lo trafiggevano più direttamente. Giampiero torna invocato perfino da chi lo credeva superato.»
L'infruttuosa stagione 1990-1991, costata tra l'altro la mancata presenza in Europa dopo ventotto anni, sfociò nell'estate seguente in una corposa restaurazione bianconera dietro le scrivanie, col ritorno a Torino di coloro che erano stati fra i massimi artefici del vittorioso ciclo compiuto da Madama tra gli anni 70 e 80 del Novecento: stante la conferma dell'avvocato Chiusano alla testa del club,[3] dopo una stagione di lontananza lo storico presidente Giampiero Boniperti venne richiamato a furor di popolo nella dirigenza juventina, assumendo formalmente la nuova qualifica di amministratore delegato[3] seppure con «pieni poteri» decisionali,[4] mentre Giovanni Trapattoni si risiedette sulla panchina piemontese dopo un lustro.[5][6]
Dal punto di vista del mercato si segnalarono pochi arrivi, comunque di rilievo: il portiere Peruzzi, il quale a dispetto della giovane età soppiantò in breve tempo il capitano Tacconi, nonché i difensori Carrera e Kohler;[7][8] nella sessione autunnale arriverà inoltre a Torino il promettente centrocampista Conte, futura bandiera del club.[9]
Inserita, al pari del rinnovato Milan di Fabio Capello, tra le favorite alla conquista dello scudetto,[10], la compagine sabauda contese ai meneghini il primato durante la prima metà del campionato,[11] pagando al giro di boa un ritardo di 3 lunghezze dai rossoneri, complici le battute d'arresto in terra genovese;[12] a ciò si assommò una discreta confusione tattica che vide, tra le altre cose, il Trap schierare il fantasista Roberto Baggio esclusivamente da punta, malgrado l'inadeguatezza del Codino a ruoli prettamente realizzativi.[13]
Nella seconda parte del torneo, i bianconeri non furono capaci di colmare un distacco fattosi sempre più cospicuo;[14] sul cammino pesò oltremodo la sconfitta nel derby, incassata agli inizi di aprile e che certificò il fallimento del tentativo di rincorsa.[15] Il campionato sarà comunque concluso al secondo posto, raggiungendo l'obiettivo minimo della qualificazione alla Coppa UEFA.[16]
Frattanto in Coppa Italia la Vecchia Signora visse per certi versi un percorso analogo: dopo aver eliminato Udinese e Atalanta nei primi turni, e quindi le due milanesi, l'Inter nei quarti e il Milan in semifinale, capitolò nell'ultimo atto contro l'emergente Parma di Nevio Scala, vincendo di misura la finale di andata al Delle Alpi[17] ma non riuscendo poi a difendere tale vantaggio nel retour match del Tardini.[18]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico per la stagione 1991-1992 fu Kappa, mentre lo sponsor ufficiale fu UPIM.
Per la prima divisa viene confermato il tradizionale completo societario, con maglia a strisce bianconere abbinata a pantaloncini e calzettoni bianchi. La novità risiedette nella seconda divisa dove, per espressa volontà di Boniperti,[19] venne accantonata l'uniforme all black introdotta appena la stagione precedente (nell'occasione declassata a terza divisa e mai utilizzata in gare ufficiali), in favore del ritorno allo spezzato gialloblù che aveva contraddistinto le trasferte europee più recenti della storia juventina.[19]