Il comune è situato sull'Appennino ligure settentrionale, sulla sinistra del torrente Ardana, affluente del Lemme, a sud del capoluogo. Nella sua porzione meridionale il comune di Bosio giunge a confinare, unico comune del Piemonte, con il comune di Genova, in corrispondenza dello spartiacque appenninico che separa l'alto corso dello Stura da quello del Leira. Su questo crinale si trova il punto della regione Piemonte a minor distanza, in linea d'aria, dal Mar Ligure, da cui dista circa 7 chilometri; È inoltre l'unico comune piemontese a confinare con un comune con accesso al mare.
Il cascinale della Benedicta, antico monastero medievale, fu scelto nella primavera del 1944 come quartier generale dei partigiani stanziati in prossimità del Monte Tobbio. Ad essa facevano riferimento diverse centinaia di giovani male armati e privi di addestramento militare.
Il 7 aprile 1944, forze tedesche e fasciste circondarono la zona e passarono immediatamente all'azione. Oltre ai caduti in combattimento, furono catturate e fucilate 97 persone. Altre decine di partigiani furono in seguito fucilati al passo del Turchino, a Voltaggio, a Cravasco, località poco distante da Campomorone. Altri ancora caddero nel corso del rastrellamento, protrattosi per diversi giorni.
Alcune centinaia di partigiani riuscirono a fuggire, mentre altri 400 vennero deportati a Mauthausen (duecento di loro riuscirono, con l'aiuto della popolazione, a fuggire alla stazione di Sesto San Giovanni). Il cascinale della Benedicta venne minato e fatto saltare dai nazifascisti. L'evento è ricordato da un sacrario commemorativo sul luogo della strage.
Nel 2001 è sorta l'Associazione "Memoria della Benedicta" che si propone di costruire, presso i ruderi della Benedicta, un centro di documentazione permanente dedicato all'eccidio e, più in generale, ai temi della guerra e della pace. La prima fase dei lavori dell'Associazione ha permesso di recuperare il grande cortile del cascinale e di consolidare i ruderi.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Bosio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 16 aprile 1957.[5]
Lo stemma raffigura, in campo di rosso, un castello costituito da cinque torrioni merlati alla guelfa, d'argento, e fondato su una campagna di verde.
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.[5]
Importante l'attività agricola della coltivazione della vite e produzione del vino; Bosio, per la sua particolare collocazione geografica (il comune più vicino al mare del Piemonte), vanta la produzione di due vini a denominazione controllata e garantita, il Gavi o Cortese di Gavi e l'Ovada o Dolcetto d'Ovada superiore e diversi altri vini a denominazione di origine controllata. Il Comune nel 2012 si è dotato di un Albo Comunale dei Vigneti storici.
Note
^Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2023.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.